In Cina e Asia – Ren Zhiqiang condannato a 18 anni. Aveva criticato la gestione dell’epidemia

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

Il miliardario Ren Zhiqiang è stato condannato oggi a 18 anni di carcere, accusato di corruzione e abuso di potere. La condanna è arrivata sei mesi dopo la scomparsa dell’uomo, avvenuta a marzo, mentre sui canali web cinesi circolava un pamphlet anonimo molto critico verso il governo centrale e la sua gestione della pandemia. Il testo era stato immediatamente attribuito a Ren Zhiqiang e accusava il Partito Comunista Cinese di repressione della libertà d’espressione, definendo (senza mai nominarlo apertamente) il presidente Xi Jinping “non un imperatore, ma un clown che continua a credersi tale”. Il magnate in pensione era già stato ripreso nel 2016 per aver espresso il proprio dissenso verso la leadership del Partito, e la condanna di oggi sembra voler lanciare un chiaro segnale all’élite cinese: che nessuna critica sarà tollerata. [Fonte: CNN]

Un difficile anniversario per l’ONU

Lunedì 21 è stato il 75simo anniversario dalla fondazione delle Nazioni Unite. L’annuale Assemblea Generale dell’ONU è iniziata lo scorso 15 settembre e terminerà il 23 di questo mese. A causa delle restrizioni sui viaggi internazionali, il programma degli incontri e dei discorsi sarà interamente trasposto online. Il tema centrale di quest’anno è la cooperazione multilaterale in risposta alla crisi dell’era Covid-19, in un ambiente internazionale molto turbolento. Nel suo discorso preregistrato, Xi Jinping – che tornerà a parlare quest’oggi – ha nuovamente sottolineato come nel mondo di oggi sia inevitabile non essere parte di un sistema e ha invitato le nazioni a collaborare davanti alle difficoltà, evitando unilateralismi che non portano alcun beneficio. A questo proposito il presidente Xi ha elencato quattro punti per sostenere il multilateralismo. Il primo, equità: tutte le nazioni dovrebbero attenersi alla Carta dell’ONU indipendentemente dalla propria posizione, senza prevaricare sulle altre e sfruttare la propria posizione per influenzare gli altri. Il secondo elemento dovrebbe essere il rafforzamento del principio di legalità (rule of law), al fine di tutelare e proteggere tutte le nazioni dalle prevaricazioni dei più forti. Il terzo elemento sottolineato da Xi è la cooperazione: le Nazioni Unite sono nate per facilitare la collaborazione tra i paesi. In questo senso, è fondamentale superare la mentalità da guerra fredda e di gioco a somma zero con la cooperazione mutualmente vantaggiosa e la convergenza d’interessi nel costruire una “grande famiglia internazionale fondata sulla cooperazione”. L’ultimo elemento per sostenere il multilateralismo dovrebbero essere le azioni concrete per il raggiungimento degli obbiettivi previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, concentrandosi sulla risoluzione pragmatica dei problemi come la sicurezza, la salute e il sostegno allo sviluppo. Il lento disimpegno degli Stati Uniti su posizioni unilateraliste, le crescenti tensioni tra Cina e USA e il logorarsi della cooperazione internazionale dinnanzi alla chiusura delle frontiere sono solo alcuni dei problemi che stanno emergendo dai discorsi dei capi di Stato all’Assemblea. Il presidente americano Donald Trump ha già avviato un procedimento che potrebbe far uscire definitivamente il paese dall’UNESCO e ha minacciato di ritirarsi dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, dopo aver già dichiarato a maggio la potenziale uscita dall’OMS, definendolo un “fantoccio in mano alla Cina”. È invece probabile che gli altri paesi opteranno per una linea meno assertiva, con il nuovo premier nipponico Yoshihide Suga che farà il suo debutto internazionale questo venerdì. [Fonte: Xinhua, SCMP]

COVAX: il grande piano per dare vaccini a tutti. Ma mancano ancora USA e Cina

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato questo lunedì l’iniziativa COVAX che permetterà l’equa distribuzione dei futuri vaccini per la prevenzione da Covid-19. Ad oggi ci sono 150 potenziali vaccini in fase sperimentale, di cui 38 hanno raggiunto lo stadio dei test sull’uomo: da qui la necessità di preparare i paesi a ricevere i vaccini secondo necessità. 156 stati hanno già aderito al gruppo, mentre Cina e Stati Uniti rimangono i grandi assenti dal patto. Le motivazioni? Gli USA affermano di aver già concluso i negoziati bilaterali per il futuro approvvigionamento dei vaccini. La Cina prevede di produrre e distribuire almeno 2 milioni di dosi di vaccini entro la fine del 2021, e il dialogo con l’OMS su questo tema sembra ancora aperto. Il piano COVAX ha già sollevato l’antica polemica tra stati ricchi di risorse e poco inclini a condividerle contro paesi in via di sviluppo incapaci di accedere ai beni necessari. Il progetto COVAX ha già raccolto 1,4 miliardi di dollari per proseguire e incentivare la ricerca del vaccino, ma sarà necessario che altre nazioni si uniscano all’accordo e vengano iniettati almeno altri 700-800 milioni di dollari nell’iniziativa. [Fonte: Reuters]

Il ritorno record delle “tartarughe di mare”

Haigui, “tartarughe di mare”: questo è il termine usato per indicare gli studenti cinesi all’estero, una categoria un tempo ricercatissima in Cina. Solo nel 2020 sono rientrati a casa oltre 800 mila neolaureati cinesi, una crescita del 70% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un numero senza precedenti, che spaventa il già intasato settore dell’occupazione nazionale. Il mondo del lavoro in Cina, già fiaccato dalla crisi economica provocata dal lockdown, dovrà quindi fare i conti con l’enorme massa di studenti laureati nelle università cinesi (8.74 milioni) e gli studenti ritornati principalmente da Stati Uniti, Regno Unito e Australia. A intensificare il trend si aggiungono le crescenti ostilità tra Cina e Stati Uniti, che sembrano ostacolare la ricerca di un lavoro all’estero per i cittadini cinesi. [Fonte: SCMP]

La nuova serie TV cinese sul coronavirus infiamma i social: è sessista

È uscita sulla televisione nazionale cinese una nuova serie TV che racconta i mesi del picco epidemico in Cina. Ma sono bastati pochi minuti per accendere le polemiche sui social cinesi. In una scena del telefilm, il capo di una compagnia di autobus chiede ai propri dipendenti di effettuare delle corse d’emergenza durante il lockdown a Wuhan e subito si forma un gruppo di volontari: tra di loro, nemmeno una donna. L’immagine ha generato immediatamente commenti molto negativi sulla serie, accusata di aver riprodotto un’immagine sessista e maschilista dell’emergenza Covid-19. I mesi del lockdown a Wuhan sono stati molto difficili per la comunità cinese e il ruolo delle donne come volontarie nei reparti ospedalieri e in altri settori lavorativi necessari è stata essenziale al contenimento e alla gestione della pandemia. Secondo le stime del Quotidiano del Popolo sarebbero almeno 40 mila le donne incluse nel personale medico giunto da tutto il paese per andare a Wuhan, e almeno il 90% degli infermieri erano donne. Molte di loro hanno lasciato la famiglia e si sono volontariamente isolate per tutta la durata del lockdown: per questo motivo la serie TV è stata percepita come un attacco al lavoro di migliaia di volontarie, riducendole a ruoli marginali. Le poemiche non sono mancate nemmeno prima del lancio della serie: già nei mesi scorsi era stato criticato l’utilizzo utilitaristico dell’immagine femminile, semplificando il ruolo delle donne come “le più belle combattenti” in un video, successivamente eliminato perché giudicato come sfruttamento volgare del corpo femminile per pura propaganda. Inoltre, nonostante la narrativa del Partito proclami l’uguaglianza di genere, sono ancora poche le donne che hanno acceso alle cariche apicali del PCC, così come mancano sufficienti tutele per il lavoro, i diritti di proprietà e la violenza domestica nei confronti delle donne. [Fonte: NYT]

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