In Cina e Asia — Pechino risponde a Trump

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La nostra rassegna quotidiana


Pechino risponde a Trump

Carne di maiale, vino, prodotti in acciaio. Valgono circa 3 miliardi di dollari le tariffe che la Cina è pronta a imporre su prodotti statunitensi in risposta ai dazi fino a 60 miliardi varati ieri da Donald Trump per frenare quello che ritiene il trasferimento di tecnologia da imprese a stelle e strisce ad aziende cinesi e la violazione delle proprietà intellettuale. Il ministro del Commercio di Pechino ha ribadito che la Repubblica popolare prenderà tutte le misure necessarie per tutelare i propri interessi. In diversi interventi ha contestato a Washington di agire unilateralmente, mettendo a rischio il commercio globale. Obiettivo di Trump e ridurre di almeno 100 miliardi il surplus commerciale cinese verso gli Usa.

Bolton spaventa l’Asia

La nomina di John Bolton a consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Trump spaventa l’Asia. Bolton è infatti uno dei fautori di un attacco preventivo nei confronti della Corea del Nord. Contesta inoltre la politica dell’unica Cina, promuovendo la causa della formale indipendenA di Taiwan, cui propone ei vendere più armamenti. Tema oggi caldo, con l’invio di funzionari commerciali statunitensi a Taipei in base a una nuova legge che regola i rapporti tra Washington e l’isola.

Corea del Sud, l’ex presidente Lee in carcere

Una vecchia copertina di Newsweek paragonava l’ex presidente sudcoreano Lee Myung-bak a Nicolas Sarkozy. Correva il 2007 ed entrambi erano all’apice del successo. Oggi li accomunano i guai giudiziari. Lee è stato arrestato con l’accusa di corruzione, appropriazione indebita ed evasione fiscale. Un nuovo terremoto politico nel Paese che già vede in cella l’ex presidentessa Park Geun-hye.