I titoli della rassegna di oggi:
– Pechino pronta ad affrontare qualsiasi crack bancario
– La Cina fornirà il 10 per cento del budget per il peacekeeping dell’Onu
– Hongkonghesi e cinesi «uniti dal sangue», dice il capo del governo di Hong Kong ricordando Tian’anmen
– Nuovo test balistico per la Corea del Nord, fallito
– Autorità e destre indiane contro comico che ha osato prendersi gioco di star del cricket e del cantoPechino pronta ad affrontare qualsiasi crack bancario
È l’opinione di Frank e Dan Newman, rispettivamente ex vice segretario del dipartimento del tesoro statunitense e ricercatore universitario. In un lungo commento pubblicato sul South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, i due spiegano che chi paventa un crollo imminente del sistema bancario cinese sottovaluta gli strumenti a disposizione del governo centrale di Pechino, che già in passato è riuscito a contenere i danni e a far ripartire l’economia del paese.
Senza escludere l’arrivo imminente di «problemi» per la finanza cinese, conseguenza delle riforme che stanno spostando la Cina da paese a trazione «industriale» verso un’«economia dei servizi», i Newman ritengono che l’aumento di non profitable loans potrà essere assorbito dalle casse dello stato, che potrebbero acquistarli dalle banche in cambio di bond di stato a dieci anni, attutendo il colpo al posto dei privati e diluendolo nel tempo, come già fatto tra il 1999 e il 2000.
La Cina fornirà il 10 per cento del budget per il peacekeeping dell’Onu
Lo afferma l’agenzia di stampa governativa Xinhua, prevedendo l’incremento tra il 2016 e il 2018. Al momento il contributo monetario della Cina alle missioni internazionali di peacekeeping dell’Onu la vede in sesta posizione (6,64 per cento), dietro a Stati Uniti (28,38 per cento), Giappone (10,83 per cento), Francia (7,22 per cento). L’aumento dei fondi destinati farebbe quindi della Cina il secondo paese finanziatore delle missioni, dietro gli Usa.
Al momento la Cina è il primo paese, tra i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, per truppe impiegate in operazioni di peacekeeping, con più di 30mila soldati.
Hongkonghesi e cinesi «uniti dal sangue», dice il capo del governo di Hong Kong ricordando Tian’anmen
La dichiarazione di CY Leung è arrivata a margine delle tradizionali manifestazioni di piazza che, ogni anno, si tengono ad Hong Kong per ricordare il «massacro» di piazza Tian’anmen del 1989. Quest’anno sono state boicottate da alcune organizzazioni studentesche, in polemica con una delle richieste degli organizzatori, «costruire una Cina democratica».
Leung ha dichiarato che «Hong Kong è parte del paese [la Cina] e gli hongkonghesi sono legati ai cinesi continentali da legami di sangue. I cittadini di Hong Kong dovrebbero interessarsi ai principali incidenti che avvennero nella Cina continentale».
Nuovo test balistico per la Corea del Nord, fallito
Nella mattinata di martedì 31 maggio la Corea del Nord ha testato, di nuovo, il lancio di un missile a medio raggio, capace teoricamente di colpire la Corea del Sud o il Giappone, fallendo. Nonostante i numerosi tentativi, Pyongyang non è mai riuscita a testare con successo un missile con tali caratteristiche.
Il test si è tenuto poche ora prima dell’arrivo di Ri Su-yong a Pechino. Ri, ministro degli esteri nordcoreano prima di entrare direttamente nel Politburo, dovrebbe essere l’«uomo fidato» di Kim Jong-un al quale sono affidati i rapporti col vicino cinese. Rapporti si presume sempre più complicati, vista la frustrazione di Pechino nel vedere puntualmente i propri moniti contro i test balistici disattesi dallo zelo propagandistico nordcoreano.
Autorità e destra indiana contro comico che ha osato prendersi gioco di star del cricket e del canto indiano
Tanmay Bhat, comico membro del collettivo All India Bakchod, qualche giorno fa ha postato attraverso il proprio account Snapchat un breve video in cui prende in giro due mostri sacri del pantheon pop indiano: Sachin Tendulkar, campione di cricket ritiratosi nel 2013, e Lata Mangeshkar, celeberrima cantante indiana.
Il breve video, nemmeno troppo divertente, ha scatenato l’ira delle destre hindu: le sigle ultrahindu Shiv Sena e Maharashtra Navnirman Sena, entrambe radicate a Mumbai, hanno denunciato Bhat alle forze dell’ordine, che stanno valutando eventuali provvedimenti.
L’attacco a due idoli dell’immaginario identitario indiano è valso a Bhat una marea di insulti in Rete, mentre il presidente del Censor Board indiano Pahlaj Nihalani, a capo dell’organo che valuta i contenuti che si possono o non possono trasmettere al cinema e in tv, ha auspicato direttamente l’arresto del comico.
La polemica mostra l’incredibile permalosità dell’opinione pubblica indiana rispetto al trattamento riservato ai propri «eroi», specie nel cricket.