In Cina e Asia – Pechino lancia la difesa attiva sui mari

In by Gabriele Battaglia

Nuovo libro bianco della difesa, diffuso ieri, lancia la dottrina della difesa attiva, ovvero una maggiore capacità di intervento sui mari aperti. Il bilancio del viaggio sudamericano del premier Li Keqiang. Aung San Suu Kyi esclusa dal meeting di Oslo sui rohingya. Arrestati oltre 170 tombaroli in Liaoning. Song Jian’guo, ex direttore dell’amministrazione del traffico di Pechino a processo. CINA – Difesa attiva
Il nuovo libro bianco della Difesa, diffuso dal governo cinese martedì, lancia la dottrina della “difesa attiva”, che comporta anche una maggiore capacità di intervento sui mari aperti. La mente corre alle dispute nel Mar Cinese Orientale e in quello Merdiionale, dove Pechino ha per altro appena inaugurato due nuovi fari su isole contese, ma secondo l’analista svedese Niklas L.P. Swanström non vanno considerati anche i successi cinesi nel pattugliamento del golfo di Aden, le operazioni di peacekeeping e aiuto umanitario, e anche il lavoro di lobbying che diversi gruppi di interesse all’interno della Cina, tra cui la Marina, attuano per intercettare finanziamenti. Il paper è comunque espressione di una Cina più assertiva sullo scacchiere internazionale, dove intende assumere un ruolo da superpotenza.

CINA – Li Keqiang: bilancio sudamericano
Il premier cinese è tornato dal suo viaggio i quattro Paesi dell’America Latina dopo l’ultimo pacchetto di accordi siglati in Cile con la presidente Michelle Bachelet. Tuttavia diversi esperti sudamericani sottolineano come il bilancio complessivo del viaggio di nove giorni penda dalla parte di Pechino, dato che i Paesi sudamericani continuano a esportare in Cina soprattutto materie prime, il cui prezzo è calato negli ultimi messi, e questo avvantaggia il compratore (la Cina) rispetto al venditore (il Sud America). I latinos chiedono al governo cinese di aprirsi a esportazioni di prodotti finiti, in modo da avvantaggiare tutto il comparto manifatturiero del continente

MYANMAR – Aung San Suu Kyi esclusa dal meeting sui rohingya

Foto credit: hdnux.com


Sono stati tre i premi Nobel per la pace intervenuti nel corso della conferenza internazionale di Oslo per discutere su come porre fine alle persecuzioni subite dai rohingya. Ma tra loro non c’è la leader democratica birmana Aung San Suu Kyi. La Lady non è stata invitata a differenza dei colleghi Nobel Desmond Tutu, José Ramos-Horta e Mairead Maguire. Le ragioni sono forse da cercare nel silenzio di Suu Kyi sulle persecuzioni di cui sono vittime i rohingya in Myanmar considerati immigrati irregolari dal vicino Bangladesh, sebbene vivano nel Paese da secoli, discriminati perchP musulmani e bersaglio degli attacch fomentati dalle frange del fondamentalismo buddhista.

CINA – Caccia ai tombaroli
La polizia ha arrestato 175 cacciatori di tombe in Liaoning, provincia del nord della Cina. 1168 reperti archeologici sono stati sequestrati ai trafficanti. Quest è stata la più grande operazione nel settore del traffico di reperti dalla fondazione della Repubblica Popolare nel ’49 a oggi. I trafficanti appartenevano a 10 bande, che organizzavano l’intero processo, dagli scavi alla vendita. Nel solo 2011 sono stati venduti a mezzo aste beni archelogici e opere d’arte per il valore di 9,8 miliardi di euro.

CINA – Fregato per una targa

Dopo due anni e mezzo dall’arresto arriva a processo il caso di Song Jian’guo, ex direttore dell’amministrazione del traffico di Pechino. L’accusa è di corruzione, avrebbe preso tangenti in cambio del rilascio dell’ambita targa "A". A Pechino la targa A offre una serie di vantaggi nella circolazione stradale, tra i quali la precedenza ed è usata di solito dai membri del governo o dalla polizia. In questo caso erano uomini d’affari che la volevano per le proprie automobili. In totale l’accusa sostiene che Song abbia percepito quasi 4 milioni di euro di mazzette. 

[Foto credit: news.xinhua.net]