I titoli di oggi:
- Pechino condanna raid statunitensi su siti nucleari iraniani: “Violata la Carta Onu”
- Presidente Lai: “Taiwan è uno stato sovrano!”
- Avvistati turisti nordcoreani al confine cinese, ma continuano accuse Onu per violazioni dei diritti umani
- Tokyo cancella vertice con Usa su richiesta di più spese militari
- Malaysia, cadono le accuse di riciclaggio contro Najib Razak
- Hong Kong, funzionario cinese in visita per l’anniversario della Legge per la sicurezza nazionale
- Crollano esportazioni cinesi di terre rare verso gli Usa, colpito anche il Giappone
Pechino condanna raid statunitensi su siti nucleari iraniani: “Violata la Carta Onu”
La Cina ha criticato duramente gli attacchi condotti dagli Stati Uniti contro gli impianti nucleari iraniani, definendoli una grave violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. In un comunicato diffuso domenica sera, il ministero degli Esteri cinese ha invitato tutte le parti, in particolare Israele, a cessare il fuoco, proteggere i civili e avviare il dialogo. Durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nelle scorse ore Cina, Russia e Pakistan hanno proposto una bozza di risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato, la protezione dei civili, il rispetto del diritto internazionale e l’impegno nel dialogo e nei negoziati. “L’Iran è stato danneggiato, ma anche la credibilità degli Stati Uniti è stata danneggiata, sia come paese che come partecipante a qualsiasi negoziazione internazionale”, ha dichiarato l’ambasciatore cinese Fu Cong.
L’episodio segue l’annuncio del presidente Trump che ha definito i raid un “successo militare spettacolare” e ha minacciato nuove azioni se Teheran non si ritirerà. Secondo gli analisti, gli attacchi israeliani e statunitensi contro siti nucleari iraniani rischiano di trascinare gli Usa in un conflitto su scala regionale, compromettendo la strategia dell’amministrazione Trump di concentrare le risorse sul contenimento della Cina. La portaerei Uss Nimitz ad esempio sta viaggiando dall’Asia verso le acque mediorientali.
Esperti citati dal cinese Global Times mettono in dubbio l’efficacia dell’operazione di Washington: le strutture di Fordow, Natanz e Isfahan sono sotterranee e difficili da distruggere con un solo attacco, anche con bombe penetranti. Secondo gli analisti cinesi, nuove offensive mirate sono possibili, ma entrambe le parti sembrano voler evitare un’escalation incontrollata. La crisi potrebbe minare i piani “Asia prioritizers” del Pentagono e aumenta il rischio di distrazione strategica a vantaggio della Cina. Nel frattempo, però, B-2 americani sono stati schierati nel Pacifico, a Guam, forse in previsione di uno spostamento nella base Diego Garzia nell’oceano Indiano.
Intanto, ieri il segretario di Stato americano Marco Rubio ha invitato la Cina a sollecitare l’Iran a non chiudere lo Stretto di Hormuz in risposta agli attacchi di Washington. “Incoraggio il governo cinese a contattarli in merito, perché dipende fortemente dallo Stretto di Hormuz per il loro petrolio”, ha detto Rubio, che è anche consigliere per la Sicurezza nazionale, parlando a Fox News.
Presidente Lai: “Taiwan è uno Stato sovrano!”
Il presidente di Taiwan, Lai Ching-te, domenica 22 giugno ha riaffermato l’indipendenza di fatto di Taiwan nel primo dei 10 discorsi previsti per le prossime settimane con slogan “Unite Taiwan”. Il leader, durante un intervento al Rotary Club di Taipei, ha sottolineato come per secoli Taiwan è stata separata dalla Cina e ha affermato che, avendo un proprio territorio, un proprio popolo, un proprio governo e una propria sovranità, “ovviamente Taiwan è uno Stato sovrano!”. Secondo una fonte del Democratic Progressive Party, la nuova offensiva retorica è rivolta a un pubblico prevalentemente interno in vista del voto che il prossimo mese deciderà le sorti di alcuni parlamentari del Kuomintang che l’amministrazione Lai vuole espellere dallo Yuan legislativo.
Avvistati turisti nordcoreani al confine cinese, ma continuano accuse Onu per violazioni dei diritti umani
Da aprile 2024, secondo quanto riportato da Nikkei Asian Review, alcuni cittadini nordcoreani sono stati avvistati mentre effettuavano una crociera sul fiume Yalu, al confine con la Cina. La mossa potrebbe significare una ripresa dei viaggi di piacere per i cittadini della Corea del Nord, sebbene un accordo tra i due paesi impedisca l’approdo delle imbarcazioni sulla sponda cinese. Nel frattempo, a dieci anni dallo storico rapporto Onu che denunciava crimini contro l’umanità in Corea del Nord, è arrivato un nuovo, duro comunicato dal rappresentante della Commissioni per i Diritti umani a Seul James Heenan. Il funzionario ha segnalato che abusi come esecuzioni, lavori forzati e fame stiano continuando nel paese, aggravati dalle restrizioni anti-Covid mai revocate. Secondo Heenan, il regime di Kim Jong-Un, pur mostrando una maggiore apertura verso alcune istituzioni internazionali, mantiene un forte controllo sulla popolazione.
Tokyo cancella vertice con Usa su richiesta di più spese militari
Il Giappone ha annullato un importante vertice con gli Stati Uniti previsto per luglio dopo che Washington ha chiesto a Tokyo di portare il budget della difesa al 3,5% del PIL. La richiesta, avanzata dal Pentagono ha suscitato irritazione a Tokyo, che punta a raggiungere il 2% entro il 2027. Secondo fonti del Financial Times (smentite da Tokyo), la decisione di cancellare i colloqui è legata anche alle elezioni per la Camera alta del 20 luglio, in cui il governo teme un calo di consensi. La richiesta si inserisce, inoltre, in un nuovo quadro delineato dal Pentagono: un portavoce Usa ha infatti dichiarato che gli alleati asiatici dovrebbero adeguarsi allo “standard globale” fissato al 5% del PIL, in linea con gli impegni che si preparano a prendere i membri Nato al vertice dell’Aja. “Di fronte al riarmo della Cina e alle minacce nordcoreane, è buon senso che gli alleati dell’Indo-Pacifico raggiungano i livelli di spesa europei”, ha aggiunto.
Intanto, secondo il Nikkei, Trump spera di riuscire a tenere un contro con i leader di Giappone, Australia, e Nuova Zelanda a margine del vertice NATO che comincia martedì. Il presidente sudcoreano, Lee Jae Myung, non ci sarà: secondo quanto dichiarato dalle autorità di Seul, ha annullato la visita nei Paesi Bassi a causa delle “incertezze” in Medio Oriente.
Malaysia, cadono le accuse di riciclaggio contro l’ex premier
Un tribunale malese ha archiviato per ritardi dell’accusa le imputazioni di riciclaggio contro l’ex premier Najib Razak, già condannato per appropriazione indebita nell’ambito dello scandalo che ha coinvolto il fondo sovrano 1MDB. La decisione non esclude nuovi procedimenti, sebbene li renda improbabili. Dopo la riduzione della pena a sei anni nel 2024, l’ex primo ministro ora tenta di ottenere i domiciliari, mentre alcuni criticano il “trattamento di favore” concessogli. Le opposizioni puntano il dito sull’attuale premier Anwar Ibrahim, che nega ingerenze e rivendica come priorità il recupero dei fondi rubati.
Hong Kong, alto funzionario cinese in visita per l’anniversario della Legge per la sicurezza nazionale
Xia Baolong, direttore dell’Ufficio per gli affari di Hong Kong e Macao, la scorsa settimana si è recato nella metropoli per una visita di cinque giorni. Lo scopo dichiarato era quello di valutare i progressi della città, in particolare sull’attuazione della Legge sulla sicurezza nazionale, che il 30 giugno festeggia il suo quinto anniversario. Durante un forum dedicato Xia ha sottolineato che, nonostante i risultati raggiunti, esistono ancora forze con intenzioni ostili che attuano forme di “resistenza morbida” e diffamano la normativa. Ha inoltre affermato che la sicurezza nazionale è fondamentale per garantire il “successo e la prosperità” di Hong Kong nel lungo termine. Xia ha poi parlato dell’importanza di una governance “capace”, di un mercato efficiente e di una società che supporti la stabilità e la sicurezza della città.
Crollano esportazioni cinesi di terre rare verso gli Usa, colpito anche il Giappone
Le esportazioni cinesi di terre rare verso gli Stati Uniti sono diminuite dell’80% a maggio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo gli analisti, gli ultimi dati riflettono le restrizioni imposte da Pechino ad aprile su sette tipi di terre rare in risposta ai dazi imposti dall’amministrazione Trump. Anche le forniture verso il Giappone sono calati del 54% e provocato gravi difficoltà nelle catene di approvvigionamento, come evidenziato dalla sospensione della produzione della Suzuki Swift.