Le notizie di oggi:
- Pechino annuncia piano d’azione sui consumi
- Cina, Baidu lancia due nuovi modelli di IA
- Pechino, nuove misure per etichettare contenuti AI
- La Cina condanna il G7: sparito riferimento a “una sola Cina”
- Dagli Usa sanzioni contro Thailandia per deportazione uiguri
- I Parlamento Ue vieta l’accesso ai lobbisti di Huawei
- Corea del Sud, ancora proteste pro e contro Yoon
- Giappone, brusco calo dell’approvazione nei confronti di Ishiba
Il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato un “piano d’azione speciale” per stimolare i consumi interni. Secondo il documento in 30 punti, divulgato ieri dai media statali, le misure interesseranno otto iniziative che spaziano dall’aumento dei salari per ridurre le differenze reddituali tra città e campagna ai sussidi per l’istruzione dei figli, dalla promozione del turismo alla stabilizzazione dei mercati finanziario e immobiliare. Il governo cinese continuerà a sostenere la permuta di auto ed elettrodomestici, nonché la cosiddetta “economia della bassa quota” con il lancio di più servizi per mezzo di veicoli senza pilota. Nulla di nuovo: sono tutti provvedimenti anticipati alla fine dello scorso anno e ribaditi negli scorsi giorni durante le “due sessioni”. Ora il piano li mette nero su bianco.
I dati pubblicati lunedì dall’Ufficio nazionale di statistica mostrano un aumento delle vendite al dettaglio del 4% a gennaio e febbraio rispetto all’anno precedente, più del 3,7% registrato a dicembre. Nonostante le misure introdotte negli ultimi mesi, i prezzi delle case sono scesi a un ritmo più rapido a febbraio, segnando il primo peggioramento in sei mesi. E la disoccupazione è salita al 5,3%, il livello più alto dal febbraio 2023.
Cina, Baidu lancia due nuovi modelli di IA
Cresce la concorrenza nel settore dell’intelligenza artificiale (a cui abbiamo dedicato il nuovo ebook di China Files. Scopri qui come ottenerlo). Domenica 16 marzo il colosso cinese Baidu ha comunicato di aver lanciato due modelli di AI, Ernie 4.5 e X1. Il primo, modello multimodale, offrirebbe “prestazioni alla pari di DeepSeek R1 alla metà del prezzo”, mentre il secondo garantirebbe migliori capacità di comprensione, pianificazione e riflessione. Baidu, tra i primi a lanciare chatbot in stile ChatGPT (Ernie, nel 2023), ha sperimentato forti difficoltà nel diffonderne l’utilizzo per la feroce concorrenza nel settore, malgrado le sue prestazioni siano state descritte come paragonabili a GPT-4 di OpenAI.
Pechino introduce nuove misure per etichettare contenuti AI
Basta frodi e fake news. Venerdì 14 marzo il principale organo di controllo di Internet in Cina, la Cyberspace Administration of China (CAC), ha emanato nuove norme per i contenuti generati dall’intelligenza artificiale che puntano a frenare la disinformazione e ad aumentare la trasparenza online. Le misure, che entreranno in vigore il 1° settembre, impongono per testi, immagini, audio e video generati dall’IA l’utilizzo di marcature chiaramente visibili per gli utenti, al contempo obbligando anche a incorporare nei metadati identificatori impliciti, come le filigrane digitali. I fornitori di servizi online devono anche garantire la conformità con le norme di sicurezza informatica. Come fa notare la società di consulenza Trivium, è raro assistere in Cina alla pubblicazione simultanea di norme e standard, il che sembra implicare un coordinamento sempre più stretto tra decisori politici e tecnici.
La Cina condanna il G7: sparito riferimento a “una sola Cina”
Pechino ha accusato il G7 di “arroganza, pregiudizio e intenzioni malevole” dopo quanto emerso dalla riunione dei ministri degli Esteri del G7, che si è svolta in Canada e si è conclusa venerdì 15 marzo. L’ambasciata cinese in Canada ha accusato il gruppo di aver “diffamato sfacciatamente” la Cina e di aver interferito nei suoi affari interni, ripetendo il consueto invito cinese ad “abbandonare la mentalità da guerra fredda”. A generare lo sdegno è stata la dichiarazione congiunta, che contiene una parte dedicata alla “Prosperità e sicurezza marittima”: i paesi membri hanno condiviso la crescente preoccupazione per i recenti sforzi di limitare la libertà di navigazione e l’uso della forza e altre forme di coercizione, “anche attraverso lo stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale”. La dichiarazione rispecchia un comunicato congiunto di Giappone e Stati Uniti dello scorso febbraio, che condanna la “coercizione” nei confronti di Taiwan. Rispetto alla dichiarazione della ministeriale G7 di novembre 2024, le nuove affermazioni omettono riferimenti al desiderio di rafforzare “relazioni costruttive e stabili con la Cina”, oltre ad abbandonare le rassicurazioni passate sul rispetto della “politica di una sola Cina”.
Dagli Usa sanzioni contro Thailandia per deportazione uiguri
Il 14 marzo il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha annunciato sanzioni contro i funzionari della Thailandia, accusati di aver svolto un ruolo nella deportazione di un gruppo di detenuti di etnia uigura in Cina. A inizio marzo le autorità thailandesi hanno predisposto il trasferimento aereo nella Repubblica popolare di 40 uomini trattenuti in Thailandia per immigrazione illegale da oltre un decennio. La notizia è stata denunciata tramite appello pubblico, a cui Stati Uniti e Nazioni Unite hanno risposto con una ferma condanna, sostenendo che i rimpatriati avrebbero rischiato tortura e maltrattamenti da parte di Pechino. Si tratta del primo caso di sanzioni Usa nel paese del Sud-est asiatico che colpiscono direttamente funzionari governativi anziché prendere di mira individui e aziende. Secondo gli osservatori, la Thailandia, paese vicino a Washington, potrebbe scegliere di mantenere un basso profilo ed evitare ulteriori reazioni, con il rischio che nelle prossime settimane anche Bangkok sia colpita dalle tariffe Usa.
Intanto questa settimana una delegazione di funzionari thailandesi visiterà il Xinjiang per verificare che i deportati siano trattati secondo il rispetto dei diritti umani, come promesso dalle autorità cinesi.
I Parlamento Ue vieta l’accesso ai lobbisti di Huawei
Il 14 marzo il Parlamento europeo ha dichiarato che vieterà ai rappresentanti del colosso tecnologico cinese Huawei l’accesso alle sedi Ue. Secondo quanto comunicato dai portavoce di Bruxelles, si tratta di una “misura precauzionale” a seguito dei recenti arresti in Belgio e Portogallo di diversi dipendenti del colosso tech cinese, che dal 2021 ad oggi avrebbero preso parte ad attività di corruzione, organizzazione criminale, falsificazione e riciclaggio di denaro. Secondo il registro per la trasparenza dell’Ue, Huawei conta nove rappresentanti accreditati presso i locali del Parlamento a Bruxelles e Strasburgo.
Corea del Sud, ancora proteste pro e contro Yoon
Ancora proteste in Corea del Sud, dove nel weekend i membri del principale partito di opposizione, il Partito democratico, sono scesi in strada e hanno marciato con i manifestanti per circa nove chilometri dall’Assemblea nazionale a Yeouido fino a Gwanghwamun, la piazza principale di Seul, per chiedere la destituzione formale di Yoon Suk-yeol. Stime prudenti pongono il numero dei dimostranti a 42.500, mentre gli organizzatori parlano di circa un milione di persone. Già questa settimana la Corte costituzionale potrebbe esprimersi sul caso Yoon, sostenendo o bloccando la mozione di impeachment votata in Parlamento a dicembre. Il presidente sospeso gode tuttavia ancora del supporto di molti sostenitori, che a loro volta nella giornata di ieri si sono radunati nella capitale sudcoreana per contestare la messa in stato d’accusa. Per il team legale del presidente, il movimento di protesta starebbe agendo sotto l’influenza dei sindacati e di forze straniere ostili.
A creare tensione tra le varie forze politiche, si è aggiunta la recente notizia che la Corea del Sud è stata inserita nella lista americana dei “paesi sensibili” dopo che Yoon lo scorso anno non ha escluso di dotare il paese di armi nucleari proprie in risposta alla minaccia nordcoreana.
Giappone, brusco calo dell’approvazione nei confronti di Ishiba
Il tasso di approvazione goduto dal governo del primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha registrato un brusco calo, attestandosi sui valori più bassi dall’insediamento. Lo dimostrano i sondaggi pubblicati da diversi quotidiani giorni dopo un nuovo scandalo che vede protagonista lo stesso Ishiba e il il Partito liberaldemocratico (Pld) per la distribuzione di costosi buoni regalo ai parlamentari neoeletti del Partito. Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano Asahi Shimbun, solo il 26% degli elettori giapponesi sostiene il governo di Ishiba, un netto calo rispetto al 40% registrato nello stesso sondaggio di febbraio. Un sondaggio simile pubblicato dal quotidiano Yomiuri Shimbun attribuisce al governo Ishiba un tasso di approvazione del 31%, in forte calo rispetto al 39% di febbraio. Si tratta in entrambi i casi dei risultati peggiori da quando Ishiba è entrato in carica lo scorso ottobre.