In Cina e Asia —Pechino allunga un ramo d’ulivo a Washington

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La nostra rassegna quotidiana


Pechino porge un ramo d’ulivo agli Stati Uniti nella guerra commerciale che oppone le prime due economie al mondo. Mentre a Washington continuano i colloqui della delegazione cinese con i rappresentanti statunitensi (ieri il vicepremier Liu He ha incontrato Donald Trump), la Cina ha annunciato di aver ritirato l’indagine anti-dumping sul sorgo, utilizzato per l’allevamento di animali, che aveva di fatto sospeso le importazioni, colpendo una delle basi elettorali del presidente statunitense. La sospensione dell’indagine si accompagna alle notizie sulle concessioni che i cinesi sarebbero pronti a offrire agli Stati Uniti, compreso l’aumento delle importazioni di prodotti made in Us. Non è però ancora chiaro il valore di queste offerte, anche se si parla di circa 200 miliardi. Proprio ieri lo stesso Trump ha comunque messo le mani avanti, dicendo di non attendersi molto da questo round di negoziazioni. Anche all’interno della dirigenza cinese c’è comunque tensione. Lo dimostrano le frizioni, smentite, tra la parte più dialogante dell’amministrazione Usa e Peter Navarro, consigliere commerciale della Casa Bianca e falco anti-cinese di lunga data, pare escluso dai colloqui del primo giorno.

La Lega con Taiwan

Non è nel contratto di governo negoziato con i Cinque Stelle, la Lega comunque si schiera con Taiwan per la partecipazione dell’isola all’assemblea dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ipotesi contro la quale Pechino si è sempre opposta. Con un atto ispettivo presentato al Senato, i leghisti chiedono “ di sapere quali iniziative il Governo intenda intraprendere, sia direttamente, sia di concerto con gli altri partner dell’Unione europea, affinché nell’ambito dell’AMS e dell’OMS, nel rispetto e nell’applicazione dei propri principi, vincoli e finalità statutarie, si cessi l’ostracismo nei confronti di Taiwan e se ne accolga la partecipazione, garantendo così ai suoi 23,5 milioni di cittadini diritti sanitari uguali a quelli di tutto il resto della popolazione del pianeta.” Se ciò, una volta al governo, dovesse portare ad atti concreti, indispettirebbe senza dubbio la Repubblica popolare. In base al principio dell’unica Cina, il governo di Pechino ritiene l’isola parte integrante del proprio Paese e di essere l’unico governo incaricato di rappresentare il Paese.

In carcere per aver criticato la medicina tradizionale

Tan Qindong, medico del Guangdong, ha trascorso tre mesi in carcere per aver criticato un prodotto di medicina tradizionale, costretto alle scuse una volta libero. Il medico aveva definito veleno un tonico della Hongmao Pharmaceutical. Sui social network aveva contestato le proprietà curative del tonico, prodotto con 60 tra erbe e derivati animali, e venduto come un toccasana per gli anziani contro disfunzioni renali, problemi di reumatismi e altre patologie. Il caso ha suscitato scalpore tra la comunità medica e in particolare nella provincia, considerato lo stretto legame tra gli imprenditori locali e la polizia. L’accusa contro Tan è di aver diffuso notizie in grado di mettere in cattiva luce la reputazione dell’azienda.