In Cina e Asia – La strana conferenza cinese su Internet

In by Gabriele Battaglia

A Wuzhen si apre la seconda conferenza mondiale su Internet in terra cinese, con tutto il bagaglio di assurdità che l’evento si porta dietro. A Zhengzhou i membri della Organizzazione di Shanghai per la cooperazione – Cina e Russia, tra gli altri – si sono riuniti a parlare di minaccia Isis. L’Onu critica Israele per aver esportato 400mila dollari in oro verso la Corea del Nord, in barba a tutte le sanzioni internazionali. E in India volando parole grosse tra il «sindaco» di New Delhi e il premier Narendra Modi, col parlamento – e le riforme economiche – bloccato da polemiche sull’anti corruzione usata come minaccia contro le opposizioni. Ecco la nostra rassegna mattutina.Il paradosso della Conferenza mondiale su internet in Cina

Si è aperta la seconda conferenza mondiale su Internet a Wuzhen, una cittadina della Cina sudorientale nota per essere la Venezia d’Oriente. I 668 milioni di utenti cinesi fanno gola proprio a tutti. L’anno scorso è stata un successo, presenti i dirigenti di tutte le grandi industrie tecnologiche, cinesi e non. Facebook, Twitter e i social normalmente bloccati in Cina hanno funzionato nel perimetro ristretto della conferenza.

Quest’anno l’evento aspira ad essere ancora più grande. Mentre i media cinesi danno grande risalto al fatto che l’intera Wuzhen sarà coperta dal wi-fi e che l’evento vuole essere veicolo di un nuovo «mondo interconnesso condiviso e governato da tutti», il New York Times denuncia di essere stato escluso per il secondo anno di fila.

Lu Wei, responsabile a livello nazionale del cyberspazio, ha dichiarato che l’evento è volto alla costruzione di un sistema di governace internet «multilaterale, democratico e trasparente». Peccato che in separata sede abbia affermato che in Cina internet «non è censurato, ma organizzato» e che la Cina «accoglie solo gli amici».

Una lista dei capi di stato che interverranno fa ulteriormente riflettere. Oltre al presidente della nazione più popolosa del mondo Xi Jinping, saranno presenti i primi ministri della Russia, del Pakistan, e quelli delle repubbliche centroasiatiche. Nel frattempo la cittadina è chiusa al turismo da venerdì scorso.

La Via della Seta e la lotta all’Isis

Si sono riuniti a Zhengzhou, nella Cina centrale, i cinque membri dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (Sco). Cina, Russia e repubbliche centroasiatiche hanno parlato soprattutto di sicurezza della regione interessata ai piani di sviluppo economico che la nuova strategia della via della seta porta con sé.

Il premier cinese Li Keqiang ha chiesto che venga firmato un trattato «contro le minacce dell’estremismo» lasciando intendere di essere spaventato dalla minaccia dello Stato islamico e altresì insoddisfatto dell’azione delle Nazioni Unite che ancora non hanno trovato un accordo.

Il governo cinese continua ad accusare l’Occidente di usare un «doppio standard» e di non considerare terrorismo le rivolte separatiste che ha in casa, specie nella regione musulmana dello Xinjiang. Intanto l’Isis in un video ha implicitamente riconosciuto Taiwan e ha giustiziato un ostaggio cinese.

In Cina giro di vite sui sindacati

Dal 3 al 5 di dicembre, le ong che si occupano di lavoro e lavoratori con sede nella ricca regione del Guangdong sono state prese di mira dalle forze dell’ordine cinesi. Ci sono stati 25 arresti in 4 differenti ong, sette dei quali sono tutt’oggi irragiungibili. Il caso di Zeng Feiyang, direttore del Panyu Workers’ Center è esemplare. Impossibilitato a vedere il suo avvocato, dovrà difendersi da solo dalle accuse di «manifestazione che attenta all’ordine pubblico», un modo abbastanza comune di far finire gli attivisti cinesi dietro le sbarre.

Ma il problema è più ampio. Anche se la crisi del modello economico del made in China e il rallentamento economico significa meno occupazione, i lavoratori sono sempre più coscienti dei loro diritti. E il numero di scioperi cresce di anno in anno.

«Crimini contro lo stato» e sanzioni in Corea del Nord

Così la corte suprema nordcoreana a condannato all’ergastolo un pastore canadese di origini sudcoreane che era arrivato nel paese a gennaio scorso. La notizia su Ap e Xinhua, tra le poche agenzie ad avere un ufficio a Pyongyang, ma non su i media nordcoreani. Nel frattempo l’Onu ha severamente criticato Israele perché avrebbe esportato 400mila dollari in oro nel paese in barba a tutte le sanzioni internazionali.

In India parlamento in stallo e parole grosse tra il «sindaco» di New Delhi e il premier Narendra Modi

«Modi è un codardo e uno psicopatico» ha twittato il chief minister di New Delhi Arvind Kejriwal riferendosi al primo ministro indiano Narendra Modi. L’accusa è quella di aver organizzato un raid dell’anti corruzione nel suo ufficio come intimidazione politica.

Per la seconda volta in una settimana i leader dell’opposizione, in particolare la famiglia Gandhi, hanno protestato in parlamento perché umiliati da accuse di corruzione. Le possibilità che le tanto attese riforme economiche e fiscali passino durante questa sessione parlamentale si fanno sempre più distanti.

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