I titoli di oggi:
- L’UE come Trump? Nel mirino l’acciaio cinese
- Cina, consumi deboli nella Golden Week
- Usa: “La Cina ha importato miliardi di dollari in macchinari per chip”
- Taiwan, Lai afferma che Trump meriterebbe il Nobel se fermasse la Cina
- Il Pakistan affronta la più grave insurrezione talebana degli ultimi dieci anni
- Thailandia, condannati i leader delle “Camicie Rosse” per le proteste del 2010
- India-Russia, esercitazioni militari congiunte nel Rajasthan
La Commissione Europea ha presentato ieri misure radicali per proteggere l‘industria siderurgica dell’Unione riducendo di quasi la metà le quote sulle importazioni esenti da dazi e raddoppiando le tariffe sulle spedizioni in eccesso al 50%. Il piano – che deve essere approvato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo – sostituirà un sistema di garanzie esistente in scadenza a giugno 2026 e servirà implicitamente a difendere il mercato unico dalla sovrapproduzione cinese. Funzionari coinvolti nel processo normativo hanno affermato che la Cina rappresenta di gran lunga “il problema più grande”, aggiungendo che la sovraccapacità siderurgica del paese sta peggiorando anziché migliorare.
Se approvate le nuove regole serviranno anche a verificare in quale paese avviene il procedimento di “fusione e colata'” per impedire che l’acciaio prodotto in “alcuni paesi che contribuiscono alla sovraccapacità globale” entri “indebitamente nel mercato dell’Unione “a seguito di ulteriori trasformazioni in altri paesi”. Chi sarà colpito dalle misure avrà la possibilità di negoziare tariffe più basse presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio. E non è finita qui. “Stiamo ovviamente esaminando altri settori maggiormente colpiti dalla volatilità commerciale e, se necessario, agiremo”, ha avvertito il commissario europeo per il commercio Maros Sefcovic negando comunque che il provvedimento sia ispirato alle barriere commerciali di Trump.
Nondimeno, la chiusura americana sta modificando la catena di approvvigionamento globale. Ad esempio, secondo l’associazione europea dell’industria tessile, nella prima metà del 2025 le importazioni di abbigliamento e tessuti cinesi nell’Ue sono aumentate del 20% in valore e volume. Il segmento più in crescita è quello a basso costo, che da agosto negli Stati Uniti non è più soggetto alle esenzioni previste dal regime de minimis.
Cina, consumi deboli nella Golden Week
I primi dati della Golden Week, una delle principali settimane di vacanza nazionale del paese, iniziata il primo ottobre con il Guoqingjie (la festa della nascita della Repubblica popolare cinese), mostrano una domanda interna ancora fragile. Secondo ricerche di mercato condotte dalla banca svizzera Julius Baer, dall’1 al 15 ottobre i viaggi sono aumentati del 5,4% su base annua, ma in calo rispetto al +7,9% registrato durante le festività del Labor Day a maggio. L’aumento dei prezzi dei voli, circa +10%, rifletterebbe più la stretta di Pechino sulle guerre dei prezzi che la forte domanda. Restano alte le vendite online di elettrodomestici e articoli smart per la casa. Citi Bank rileva un lieve aumento del turismo interno nella Cina orientale, mentre la tendenza al ribasso nel sud e ovest del paese è da imputare al maltempo. Il settore, secondo le ricerche, sarebbe dominato da viaggi brevi o gite giornaliere.
Taiwan, Lai afferma che Trump meriterebbe il Nobel se fermasse la Cina
Donald Trump meriterebbe il Premio Nobel per la Pace se riuscisse a convincere Xi Jinping ad abbandonare l’uso della forza contro Taiwan. È quanto dichiarato dal presidente taiwanese Lai Ching-te durante un’intervista in un talk show conservatore statunitense, in cui ha affermato di sperare nel continuo sostegno di Washington, sottolineando che le crescenti attività militari di Pechino rappresentano una sfida non solo per Taiwan ma per l’ordine internazionale. Poche ore dopo le dichiarazioni di Lai, Taipei ha segnalato una nuova incursione di 23 velivoli militari cinesi intorno all’isola. Intanto
Non solo gli Stati Uniti. La questione taiwanese rappresenta sempre più un nervo scoperto nei rapporti con l’occidente. Pechino ha espresso “estrema insoddisfazione” per le recenti dichiarazioni dell’Unione europea sulla Risoluzione 2758 delle Nazioni Unite, che nel 1971 assegnò alla Repubblica Popolare Cinese il seggio all’ONU in precedenza detenuto da Taipei. L’Ue ha precisato che la risoluzione riguardava solo il trasferimento della rappresentanza e non menzionava Taiwan, contestando così l’interpretazione cinese che la utilizza come base legale per le proprie rivendicazioni territoriali. Il ministero degli Esteri cinese ha esortato Bruxelles a non inviare “segnali sbagliati” alle forze separatiste indipendentiste di Taiwan.
Usa: “La Cina ha importato miliardi di dollari in macchinari per chip”
Le incongruenze nelle norme emanate da Stati Uniti, Giappone e Paesi Bassi hanno permesso alla Cina di continuare a importare macchinari per chip che, secondo le leggi americane, non avrebbe potuto acquistare. È quanto emerge da un rapporto reso noto ieri dal Comitato ristretto sulla Cina della Camera dei rappresentanti, stando al quale lo scorso anno le aziende cinesi hanno acquistato 38 miliardi di dollari in attrezzature da cinque dei principali fornitori di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, senza violare la legge. L’importo equivale a un aumento del 66% rispetto al 2022, anno in cui sono state introdotte molte delle restrizioni all’esportazione di utensili. L’acquisto di attrezzature ha rappresentato quasi il 39% delle vendite aggregate di Applied Materials, Lam Research, KLA, ASML e Tokyo Electron.
La dipendenza dalle forniture estere emerge anche da uno studio di TechInsights che, analizzando in diversi campioni dei chip Ascend 910C di terza generazione di Huawei, ha scoperto componenti di Taiwan Semiconductor Manufacturing Co., Samsung Electronics Co. e SK Hynix Inc.
Il Pakistan affronta la più grave insurrezione talebana degli ultimi dieci anni
Il Pakistan sta affrontando la più intensa ondata di violenza talebana degli ultimi dieci anni. Come scrive il New York Times, il Tehreek-e-Taliban Pakistan, (T.T.P.), che beneficia del sostegno finanziario del governo talebano afghano salito al potere nel 2021, ha intensificato gli attacchi contro polizia ed esercito nelle regioni montuose ad ovest del paese, lungo il confine con l’Afghanistan, provocando centinaia di vittime e lo sfollamento di migliaia di civili. L’esercito ha risposto con droni e operazioni mirate, ma sta subendo perdite significative. Secondo il Pak Institute for Peace Studies, gli attentati hanno raggiunto il livello più alto del 2015, rendendo il Pakistan il secondo paese più colpito dal terrorismo.
Il mese scorso il capo di stato maggiore dell’esercito pakistano, il generale Syed Asim Munir, ha incontrato Donald Trump nel secondo colloquio in poco più di tre mesi. Di recente Islamabad ha anche firmato un patto di difesa con l’Arabia Saudita. Intanto ieri Geng Shuang, vice rappresentante permanente della Cina all’Onu, ha chiesto sanzioni contro i militanti del Balochistan, la provincia occidentale del Pakistan che da decenni cerca di affrancarsi dall’autorità centrale di Islamabad.
Thailandia, condannati i leader delle “Camicie Rosse” per le proteste del 2010
Il 7 ottobre il tribunale penale di Bangkok ha condannato 11 leader delle “Camicie Rosse“, il movimento popolare noto per il colore delle magliette indossate dai manifestanti che presero parte a proteste culminate in una dura repressione militare con decine di vittime. Le manifestazioni, che bloccarono la città per oltre due mesi, furono guidate dallo United Front for Democracy against Dictatorship (Udd), la colazione di forze politiche contrarie al colpo di stato militare che nel 2006 depose l’allora primo ministro Thaksin Shinawatra.
Secondo Human Rights Watch, la repressione dell’esercito causò almeno 90 morti e più di 2mila feriti. Il tribunale ha condannato cinque leader, tra cui il noto attivista Jatuporn Prompan, a quattro anni e quattro mesi di carcere, mentre agli altri spetteranno quattro mesi. L’accusa è di aver violato lo stato di emergenza imposto durante le proteste contro il governo di Abhisit Vejjajiva.
India-Russia, esercitazioni militari congiunte nel Rajasthan
India e Russia hanno dato il via alle esercitazioni militari congiunte “Indra 2025” nello stato indiano del Rajasthan, mirate a rafforzare la cooperazione nelle operazioni antiterrorismo. Le manovre si svolgono presso il poligono di Mahajan e continueranno fino al 15 ottobre. Il ministero della Difesa russo ha spiegato che le attività includono addestramenti tattici e simulazioni di combattimento in scenari di guerra moderna. L’esercitazione si inserisce nel quadro della storica collaborazione militare tra Mosca e Nuova Delhi, che prosegue nonostante le pressioni occidentali legate alla guerra in Ucraina.
