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In Cina e Asia – Spionaggio cinese, Londra si dice non colpevole

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi: 

  • Governo britannico accusato di aver bloccato l’indagine sul caso di spionaggio cinese
  • Premier cinese in Corea del Nord per gli 80anni del partito del Lavoratori
  • Australia e Papua Nuova Guinea siglano trattato di difesa: Pechino critica l’accordo
  • Installati 295.000 nuovi robot nel 2024 in Cina
  • Pechino compra petrolio da Teheran aggirando le sanzioni internazionali
  • La Cina è osservatore nella Comunità Andina, il blocco commerciale sudamericano

Il governo di Londra avrebbe bloccato l’indagine sui presunti tentativi di spionaggio cinese contro politici britannici a Westminster per tutelare le relazioni commerciali e diplomatiche con Pechino, secondo il Financial Times. Il caso è stato archiviato lo scorso mese dopo un acceso scontro interno: da un lato i consulenti per la sicurezza internazionale del governo e il Foreign Commonwealth and Development Office (FCDO), preoccupati di non irritare la Cina; dall’altro l’Home Office, favorevole a proseguire l’indagine.

La prosecuzione del processo è stata ostacolata dal rifiuto degli ufficiali di sicurezza di definire la Cina un “nemico”, elemento chiave per procedere sotto l’Official Secrets Act, la legge con cui i due sospetti (Christopher Cash e Christopher Berry) erano stati incriminati. Il Guardian rivela inoltre che Pechino avrebbe minacciato ritorsioni sulle relazioni bilaterali se Londra avesse preso di mira parti del suo apparato di sicurezza secondo le norme sull’influenza straniera.

Il governo britannico ha risposto alle indiscrezioni affermando che la decisione è stata presa dai autonomamente dai procuratori sulla base della postura definita dal governo precedente alla nomina di Keir Starmer a premier. Al tempo la Cina aera stata definita una “sfida epocale”, non un “nemico”.

Premier cinese in Corea del Nord per gli 80anni del partito del Lavoratori

Sarà il premier Li Qiang a rappresentare la Cina alle celebrazioni per l’80esimo anniversario del partito del Lavoratori della Corea del Nord, fondato dal presidente eterno Kim Il-sung nel 1945 e che da allora detiene il potere nel paese. Il leader cinese arriverà a Pyongyang giovedì, dove si tratterrà per tre giorni. Annunciando la visita, l’agenzia di stampa cinese Xinhua ha riportato che “la Cina considera questa visita un’opportunità per collaborare con [la Corea del Nord], guidata dall’importante consenso raggiunto dai massimi leader dei due partiti e Paesi. Rafforzeremo la comunicazione strategica, potenzieremo gli scambi e la cooperazione e promuoveremo il continuo sviluppo delle tradizionali relazioni amichevoli e cooperative”.

Non è chiaro chi accompagnerà Li, il funzionario di livello più alto a presenziare a una parata militare nordcoreana in due decenni. Ma potrebbe non essere casuale il recente ricambio alla guida del Dipartimento internazionale del partito comunista cinese, ufficio incaricato di curare i rapporti con le forze politiche degli altri paesi. L’annuncio della missione del primo ministro smentisce tuttavia le voci circa una possibile partecipazione di Xi Jinping alle celebrazioni. Segno forse che, nonostante il recente disgelo con Kim Jong-un, ricevuto a Pechino per la parata del 3 settembre, i tempi non sono ancora maturi per un esposizione ufficiale del presidente cinese. O forse semplicemente si tratta di una questione di diplomazia e tempistiche, considerato che Xi sarà in Corea del Sud a fine mese per l’Apec.

Installati 295.000 nuovi robot nel 2024 in Cina

Le fabbriche cinesi hanno installato lo scorso anno 295.000 nuovi robot industriali. Secondo gli analisti, il boom della robotica in una società in rapido invecchiamento contribuisce a compensare le sfide legate alla forza lavoro in calo e a rafforzare il vantaggio della Cina nel settore manifatturiero. Oggi la Repubblica popolare conta 2,027 milioni di robot industriali attivi, posizionandosi nettamente al primo posto a livello mondiale, secondo il World Robotics Report 2025 della Federazione Internazionale di Robotica (IFR). La Cina produce e installa robot a un ritmo molto più veloce di qualsiasi altro Paese: lo scorso anno gli Stati Uniti ne hanno introdotti 34.000, contro quasi 300.000 in Cina.

Pechino compra petrolio da Teheran aggirando le sanzioni internazionali

Greggio in cambio di infrastrutture. È questo il meccanismo che, secondo il Wall Street Journal, consente al petrolio iraniano di arrivare in Cina, mentre le aziende cinesi, sostenute dallo Stato, realizzano opere infrastrutturali in Iran, aggirando le sanzioni internazionali contro Teheran.

Al centro del sistema ci sono la compagnia assicurativa statale cinese Sinosure e un meccanismo di finanziamento talmente segreto da risultare “invisibile” negli elenchi pubblici di banche o istituti finanziari, noto come Chuxin. Il sistema prevede che una società iraniana registri la vendita di petrolio a un acquirente cinese controllato dalla statale Zhuhai Zhenrong. In cambio, l’acquirente cinese deposita centinaia di milioni di dollari ogni mese tramite Chuxin, che poi smista i fondi alle imprese cinesi impegnate nei lavori, con la copertura assicurativa di Sinosure. Secondo la U.S. Energy Information Administration, lo scorso anno Teheran ha esportato greggio per 43 miliardi di dollari, di cui circa il 90% arrivato in Cina.

La Cina è osservatore nella Comunità Andina, il blocco commerciale sudamericano

La Cina ha ufficialmente ottenuto lo status di osservatore nella Comunità Andina, il blocco commerciale sudamericano formato da Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù nel 1999. Il riconoscimento formale come osservatore è arrivato lo scorso martedì durante un incontro a livello di ministri degli Esteri in Colombia. Per molti analisti il ruolo della Cina rientra nei suoi sforzi per rafforzare la propria presenza nella regione e sostenere settori chiave come intelligenza artificiale e veicoli elettrici.

Intanto, Pechino ha reagito alle accuse dell’ambasciatore statunitense a Panama, Kevin Marino Cabrera, che in un’intervista al quotidiano locale Contrapeso aveva definito la presenza cinese nella regione “maligna”, citando – tra le altre cose – il caso della vendita del conglomerato di Hong Kong CK Hutchison delle operazioni portuali alle due estremità del Canale di Panama. La Cina ha risposto tramite il portavoce della sua ambasciata a Panama, accusando l’inviato statunitense di diffondere “falsità”.

Australia e Papua Nuova Guinea siglano trattato di difesa: Pechino critica l’accordo

I leader di Australia e Papua Nuova Guinea hanno firmato lunedì un trattato bilaterale di difesa, che consentirà una stretta integrazione delle loro forze armate e del personale militare. Si tratta del primo trattato di alleanza a livello di difesa per Papua Nuova Guinea e dell’unico accordo di questo tipo per l’Australia oltre al Trattato ANZUS, firmato nel 1951 con Stati Uniti e Nuova Zelanda. L’accordo entrerà in vigore dopo la ratifica dei parlamenti dei due Paesi. L’intesa ha suscitato una dura reazione dell’ambasciata cinese a Papua Nuova Guinea, che lo ha definito una mossa volta a contenere l’influenza di Pechino nella regione.

Negli ultimi anni, Stati Uniti e Australia hanno rafforzato i legami militari con la Papua Nuova Guinea, ma Port Moresby mantiene un equilibrio cercando anche rapporti economici più stretti con Pechino.