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In Cina e Asia – L’abate del monastero Shaolin indagato per reati penali

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:
  • L’abate del monastero Shaolin indagato per reati penali
  • I leader di Thailandia e Cambogia in Malaysia per discutere un cessate il fuoco 
  • Cina-Usa, riprendono i negoziati. Trump allenta sulla tecnologia
  • La Cina propone organizzazione globale sulla IA
  • Malaysia: migliaia in piazza contro il premier Anwar
  • Hong Kong: ricercati 19 attivisti residenti all’estero
  • Usa: nave cinese nella ECS degli Stati Uniti
  • Australia-Regno Unito, nuovo trattato per i sottomarini Aukus
  • Corea del Nord, Kim promette vittoria nella battaglia anti-Usa

L’abate del famoso Tempio Shaolin cinese è sotto inchiesta per reati penali, tra cui appropriazione indebita di fondi e altri beni del tempio. A riferirlo è stato ieri proprio il santuario buddista, di cui Shi Yongxin è abate dal 1999. Tra le altre accuse figura quella di aver intrattenuto relazioni improprie con diverse donne per lungo tempo e di aver avuto figli illegittimi. Secondo voci poi smentite, il monaco sarebbe stato fermato mentre cercava di fuggire negli Stati Uniti. Ulteriori dettagli verranno divulgati tempestivamente, recita l’annuncio pubblicato su WeChat. Shi, 60 anni, è sempre stato una figura controversa. Laureato in Business Administration, si è guadagnato il soprannome di “monaco CEO” per aver reso il tempio un vero e proprio business.

Nel 2006, è stato criticato per aver accettato un’auto di lusso dal governo locale in riconoscimento del suo contributo al turismo. Poi, nel marzo 2015, è finito nuovamente nell’occhio del ciclone per un progetto che includeva la costruzione di un complesso alberghiero da 297 milioni di dollari in Australia, che avrebbe incluso un tempio, un’accademia di kung fu e un campo da golf. Nel luglio di quell’anno, è stato accusato da un ex discepolo di aver avuto diversi figli fuori dal matrimonio e di appropriazione indebita di fondi, sebbene le accuse siano state ritirate nel 2017 per insufficienza di prove. Stamani l‘Associazione Buddhista ha affermato di supportare lo svolgimento dell’inchiesta e annunciato la revoca della qualifica di “monaco”.
I leader di Thailandia e Cambogia in Malaysia per discutere un cessate il fuoco

I leader di Thailandia e Cambogia sono attesi oggi in Malaysia per discutere del conflitto che negli ultimi quattro giorni ha causato almeno 35 morti e circa 220.000 sfollati nelle zone lungo il confine conteso. La Malaysia, che al momento ricopre la presidenza dell’ASEAN, si è offerta di mediare un cessate il fuoco, sebbene Bangkok abbia da subito messo in chiaro di voler risolvere la crisi su base bilaterale con Phnom Penh. Le delegazioni saranno guidate rispettivamente dal premier cambogiano Hun Manet e dall’omologo thailandese Phumtham Wechayachai. Le due parti hanno accettato di sedersi al tavolo delle trattative dopo aver parlato con Donald Trump che nella giornata di sabato ha minacciato di interrompere i negoziati commerciali nel caso non venga ripristinata la pace tra i due paesi.

La Cina propone organizzazione globale sulla IA

Sabato, in occasione della Conferenza mondiale sull’intelligenza artificiale di Shanghai, il premier cinese Li Qiang ha annunciato l’intenzione di creare una nuova organizzazione internazionale per promuovere la cooperazione globale in materia di IA. Secondo Li, la governance attuale del settore è “frammentata” e rischia di trasformare queste nuove tecnologie in un “gioco esclusivo” di pochi paesi. Pur senza menzionare esplicitamente gli Stati Uniti, le affermazioni giungono sullo sfondo della ferrea competizione tecnologica con Washington, che di recente ha presentato un piano per espandere le esportazioni di software e hardware di IA verso i paesi alleati.

Pechino propone un modello alternativo basato su “open source, condivisione e equo accesso” alle nuove tecnologie, con un focus particolare sul “Sud globale”. Il ministero degli Esteri ha anche pubblicato online un piano d’azione che invita governi, aziende, università e organizzazioni internazionali a contribuire alla creazione di una rete transnazionale di sviluppo dell’IA.

Cina-Usa, riprendono i negoziati in Svezia. Trump allenta sulla tecnologia

Intanto Donald Trump sembra aver deciso di non procedere con nuove restrizioni sull’export di tecnologia verso la Cina. Secondo il Financial Times, a maggio il dipartimento del Commercio aveva pianificato di aggiungere anche le filiali dei maggiori produttori di chip cinesi nella sua lista nera, misura di cui avrebbe già informato Pechino. Ma recentemente la ripresa dei negoziati commerciali pare abbia indotto il presidente americano ad adottare un approccio più morbido, come evidenzia la decisione di continuare a permettere la vendita dei chip H20 prodotti da Nvidia appositamente per il mercato cinese. Di semiconduttori e tecnologia più in generale parleranno oggi i team negoziali dei due paesi attesi in Svezia per un nuovo round di colloqui che potrebbe includere anche il tema della guerra in Ucraina. Secondo il South China Morning Post, le due parti sono intenzionate a prorogare la tregua tariffaria altri 90 giorni oltre la scadenza prevista per il 12 agosto.

Malaysia: migliaia in piazza contro il premier Anwar

Circa 20 mila manifestanti si sono radunati sabato nella capitale malaysiana Kuala Lumpur per chiedere le dimissioni del primo ministro Anwar Ibrahim, al centro di critiche per l’eccessivo aumento del costo della vita e le presunte interferenze nelle nomine giudiziarie. Nelle scorse settimane il re della Malaysia ha acconsentito alla promozione di due giudici nominati da Anwar, scatenando proteste di piazza che hanno visto centinaia di avvocati marciare verso le capitale amministrativa, Putrajaya, chiedendo l’indipendenza della magistratura.

La manifestazione di sabato, guidata dai partiti di opposizione, tra cui Parti Islam Se-Malaysia, è la più grande dalla nomina di Anwar nel 2022. Il premier è stato anche accusato di non aver mantenuto le promesse elettorali e di aver tentato di ottenere l’immunità in un processo civile per sodomia risalente alla fine degli anni Novanta. Anwar ha rilasciato dichiarazioni volte a minimizzare la portata delle proteste, affermando di non essere stato inviato alla manifestazioni. Le elezioni sono previste nel 2028.

Hong Kong: ricercati 19 attivisti residenti all’estero
Venerdì, la polizia di Hong Kong ha emesso un mandato di cattura per 19 persone residenti all’estero. L’accusa è di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale per il ruolo esercitato all’interno del Parlamento di Hong Kong, un’organizzazione fondata a Toronto nel 2022 e sospettata di “promuovere l’autodeterminazione” dell’ex colonia britannica nonché di tramare per rovesciare le istituzioni locali. Ricercati sono gli attivisti Elmer Yuen, Johnny Fok, Tony Choi, Victor Ho, Keung Ka-wai e altre 14 persone, di cui alcune al momento in Canada, Regno Unito e negli Stati Uniti.
La polizia ha stabilito una ricompensa fino a un milione di dollari di Hong Kong per chi fornirà informazioni utili all’arresto. Immancabile la condanna di Canberra, Washington e Londra che hanno accusato Pechino di perseguitare le voci scomode. Intanto però è polemica riguardo una recente proposta del governo britannico in materia di estradizione che, se approvata, aprirebbe nuovamente la strada ai rimpatri verso Hong Kong, sospesi dall’entrata in vigore della legge sulla sicurezza nazionale del 2020.
Usa: nave cinese nella ECS degli Stati Uniti

Venerdì 25 luglio la Guardia Costiera statunitense ha dichiarato di aver individuato la nave rompighiaccio cinese Xue Long 2 a largo delle coste dell’Alaska. Secondo il Dipartimento di Stato, la nave si trovava nella piattaforma continentale estesa (ECS) statunitense una porzione che si estende oltre le 200 miglia nautiche dalla costa riconosciute dal diritto internazionale. La Guardia Costiera Usa ha pubblicato una foto dell’imbarcazione. Già a inizio della scorsa settimana il Canada aveva riferito di stare monitorando i movimenti della Xue Long 2 nell’Artico e che la nave in quel momento non si trovava in acque territoriali canadesi. La risposta cinese non è tardata ad arrivare: il Global Times, oltre a sostenere che l’ECS è una rivendicazione territoriale unilaterale degli Stati Uniti, ha affermato che le accuse di Washington “servono solo a giustificare le azioni malvagie degli Stati Uniti nell’Artico” e che l’ECS è il prodotto di rivendicazioni territoriali unilaterale degli Stati Uniti.

Australia-Regno Unito, nuovo trattato per i sottomarini Aukus

Sabato il governo australiano ha dichiarato di aver firmato con il Regno Unito un trattato della durata di 50 anni per rafforzare la cooperazione nell’ambito del patto di sicurezza Aukus, che mira a fornire all’Australia sottomarini d’attacco a propulsione nucleare a partire dal prossimo decennio, nell’ottica di contrastare le ambizioni della Cina nella regione dell’Asia-Pacifico. Il trattato tra Londra e Canberra consentirà la cooperazione nella “progettazione, costruzione, esercizio, manutenzione e smaltimento” di una nuova classe di sottomarini a propulsione nucleare SSN. Secondo il governo britannico, l’accordo garantirà a Londra esportazioni del valore di 20 miliardi di sterline entro i prossimi 25 anni. Di recente Trump ha avviato una revisione del patto Aukus per assicurarsi che sia in linea con l’agenda “America First”.

Corea del Nord, Kim promette vittoria nella battaglia anti-Usa

La Corea del Nord uscirà vincitrice nelle battaglie “anti-imperialiste e anti-americane”. Lo ha dichiarato Kim Jong Un in occasione delle celebrazioni per l’anniversario dell’armistizio della Guerra di Corea, secondo quanto riportato domenica dai media statali. Pyongyang festeggia il 27 luglio “Giorno della Vittoria”, malgrado l’accordo firmato con Stati Uniti e Cina il 27 luglio 1953, al termine di tre anni di combattimento, abbia consolidato la divisione dellla penisola coreana e creato una zona demilitarizzata (DMZ) lungo il 38° parallelo. Citato dall’agenzia di stampa statale KCNA, Kim ha affermato che il paese porterà a compimento la “grande causa di costruire un paese prospero con un esercito forte”.

Intanto, nella giornata di oggi la sorella del leader Kim Yo Jong ha affermato ancora una volta che Pyongyang, ora può contare sulla cooperazione con la Russia, non ha intenzione di riannodare i rapporti diplomatici con la Corea del Sud. Kim ha definito “sincere iniziative” le misure introdotte dal governo di Lee Jae Myung per allentare la tensione nella penisola. Ma ha affermato che il governo democratico non sarà molto diverso dal precedente, a causa della “cieca fiducia” nell’alleanza militare con gli Stati Uniti. È il primo commento delle autorità del Nord dall’inizio dell’amministrazione Lee.