La Cina continua a voler accomunare il separatismo in Xinjiang alla minaccia internazionale di Isis. Tutto pronto per la riforma dell’Esercito di liberazione popolare, con tagli di almeno 300mila unità nel personale. Dagli Usa arrivano nuove sanzioni contro Pyongyang, legate al suo programma missilistico, mentre tra i giapponesi prende piede la moda del minimalismo: vivere rinunciando quanto più possibile ai beni materiali.La Cina e lo Stato islamico
La Bbc pubblica le opinioni (e le avventure) di un cinese che combatte volontariamente in Siria contro lo Stato islamico; il Wall Street Journal traduce una canzone che chiama i cinesi musulmani alle armi. Il governo cinese continua ad accusare l’Occidente di usare un «doppio standard» e di non considerare terrorismo le rivolte separatiste che ha in casa, specie nella regione musulmana dello Xinjiang. Intanto l’Isis in un video ha implicitamente riconosciuto Taiwan e ha giustiziato un ostaggio cinese. Come Pechino sta districando il proprio «dilemma Isis».
La riforma dell’esercito cinese entro il primo gennaio
Tagli sul personale di 300mila unità, ma non solo. Entro il primo gennaio l’Esercito di liberazione popolare dovrà essere completamente ristrutturato secondo logiche moderne in cui la marina, l’areonautica e l’artiglieria vengano equamente rappresentate. I comandi passeranno da sette a cinque e ancora non si conoscono i nomi dei generali che li guideranno. Una riforma che rivoluzionerà gli equilibri di potere interni all’esercito. Gli organi di stampa hanno già chiesto ai militari di non lamentarsi e di tenere la bocca chiusa.
Nuove sanzioni Usa per la Corea del Nord
Gli Stati Uniti hanno deciso di allargare le sanzioni economiche contro il regime di Pyongyang alle attività della Strategic Rocket Force (Srf) nordcoreana, la sezione dell’esercito che recentemente ha portato avanti nuovi test missilistici.
Le sanzioni proibiscono alle compagnie statunitensi di avere rapporti commerciali con la Srf, con due compagnie di trasporto cargo – accusate di commercio illegale di armamenti – e tre istituti bancari utilizzati da Pyongyang per le transazioni economiche, estendendo il divieto di rapporti commerciali anche con i loro rappresentanti all’estero.
La moda del minimalismo in Giappone
«Minimalista» quest’anno è stata selezionata tra le finaliste per la Parola dell’Anno in Giappone, rispecchiando una tendenza che si sta diffondendo tra i giovani giapponesi. La moda di vivere riducendo al minimo il possesso di oggetti materiali sta prendendo piede tra i trentenni, che condividono le proprie esperienze di rinuncia dei beni materiali, visti come ostacoli ad una vita libera.
Attraverso le piattaforme di blogging, i minimalisti stanno formando una comunità che si scambia consigli su come sbarazzarsi del superfluo: affittare oggetti che si usano poche volte al posto di comprarli, togliere decorazioni dalle case per facilitare le pulizie, uccidendo sul nascere il desiderio del consumo.
[Foto credit: vice.com]