In Cina e Asia – Hong Kong: piovono sanzioni sui funzionari cinesi. Ma non dall’Ue

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

Si allunga la lista degli individui sanzionati dall’ufficio degli affari internazionali USA perché coinvolti nei fatti di Hong Kong. Attualmente sono 14 le persone designate e appartengono tutte al Congresso Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare Cinese, l’organo legislativo di Pechino. Secondo la dichiarazione del Dipartimento del Tesoro americano, tra i politici sanzionati figurano anche personalità importanti come Dafeng Cai, Jianming Cao, Zhu Chen, Padma Choling e Weihua Wu. Secondo Bloomberg c’è stata grande apprensione in attesa che tra gli imputati comparisse anche un nome noto come Li Zhanshu, membro del Comitato permanente del Politburo, ma questo non è avvenuto nella dichiarazione di ieri. Come avvenuto nelle precedenti settimane, anche i nomi di questa lista non avranno diritto di entrare negli Stati Uniti e gli eventuali asset immobiliari e finanziari nel paese saranno congelati. Non è la prima volta che Washington sanziona dei funzionari cinesi  per la repressione del dissenso a Hong Kong, e appare agli occhi di molti come uno degli ultimi sforzi da parte dell’amministrazione Trump di fare pressione su Xi Jinping e il Partito Comunista Cinese prima di lasciare il posto al neoeletto presidente Joe Biden. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha affermato che Pechino prenderà serie contromisure se gli USA continueranno a proseguire “sulla strada sbagliata”. Nel frattempo, Gran Bretagna e Unione Europea hanno detto che non sanzioneranno i funzionari cinesi coinvolti nelle questioni di Hong Kong e Xinjiang. L’UE ha appena introdotto un nuovo “regime globale di sanzioni per i diritti umani” lunedì, ma il capo della politica estera Joseph Borrell ha ripetutamente evitato di menzionare Pechino. Londra afferma invece che “stanno raccogliendo prove”, mentre i legislatori spingono per misure più severe nei confronti delle istituzioni coinvolte nelle misure prese da Pechino contro alcuni attivisti pro-democrazia. [Fonti: OFAC, SCMP, SCMP]

Jeffrey Prescott potrebbe essere il nuovo uomo per la Cina di Biden

Secondo quanto riferito dal Financial Times, Jeffrey Prescott potrebbe assumersi la responsabilità di gestire i rapporti degli USA con l’area asiatica, in particolare Pechino. L’uomo, veterano del consiglio di sicurezza nazionale per l’amministrazione Obama, sembra il più indicato in quanto molto esperto, ben radicato in politica e noto per le sue competenze in materia di diritti umani e calma nel gestire le crisi. In un momento di forti tensioni tra Stati Uniti e Cina, la scelta di Prescott sarebbe in linea con la politica di Biden che favorisce la conoscenza e l’esperienza anziché un atteggiamento più diretto e aggressivo – ma spesso lacunoso – degli uomini del presidente Trump. Il potenziale nuovo “zar” per la Cina avrebbe oggi una visione più assertiva della situazione rispetto agli anni di Obama, ma sarebbe in grado di utilizzare politiche più efficaci e coerenti come l’adesione ad alleanze multilateraliste e la leva economica in grado di toccare i punti deboli di Pechino. Prescott aveva già più volte criticato le politiche di Trump giudicandole incoerenti e controproducenti, schierandosi a favore di una politica di difesa degli interessi nel Mar Cinese Meridionale e della supremazia tecnologica cinese.[Fonte: SCMP]

Pechino celebra le tre scienziate dietro alla missione spaziale Chang’e-5

I media statali cinesi stanno dando un inusuale attenzione alle donne che hanno lavorato alla missione di esplorazione lunare lanciata dalla Cina lo scorso 23 novembre. Zhou Chengyu, Cui Yihan e Sun Zhenlian hanno ricoperto un posto d’onore in un recente speciale televisivo, fattore che non ha lasciato sfuggire come sia ancora difficile per le donne emergere in sistema patriarcale rigido come quello cinese. Quello che colpisce è anche la giovane età delle scienziate coinvolte nella missione spaziale, con Zhou Chengyu che ha compito solo 24 anni ed è presto diventata un argomento di tenenza sui social cinesi. La crescente rappresentanza femminile nel campo delle scienze dure è il risultato dell’aumento delle iscrizioni di donne alle facoltà universitarie, stimate almeno al +10% negli ultimi dieci anni. Ora la speranza è che la componente femminile nel mondo del lavoro e della ricerca scientifica non faccia più notizia, perché il vero limite non è tanto nello studio, quanto nell’accesso a una professione occupata in larga parte da figure maschili: “Se le donne che studiano scienze non possono ottenere lo stesso livello di offerte di lavoro degli uomini, stiamo davvero assistendo a un cambiamento sociale fondamentale?”. [Fonte: Inkstone]

Cina e Pakistan firmano un patto sulla difesa

La Cina ha firmato un patto per la difesa militare con il Pakistan, suo alleato storico, in risposta al nuovo patto di cooperazione per l’intelligence tra Stati Uniti e India. Il ministro della difesa cinese Wei Fenghe si è recato a Islamabad la scorsa settimana per la ratifica del memorandum d’intesa tra i due paesi, ma ancora non si conoscono i dettagli dell’accordo. Secondo gli analisti potrebbe trattarsi di una contromisura simile a quelle adottate da Washington e New Delhi per contrastare la Cina, che prevede la cooperazione geospaziale e la condivisione di una grande quantità di dati registrati dai satelliti. Oggi è anche stato annunciato che i due eserciti alleati condurranno una grande esercitazione congiunta chiamata Shaheen IX entro la fine dell’anno, probabilmente la più imponente dall’inizio delle relazioni diplomatiche. Durante la visita a Islamabad, Wei avrebbe anche espresso soddisfazione per la sicurezza fornita dal Pakistan ai progetti infrastrutturali cinesi nel quadro del corridoio economico Cina-Pakistan, dimostrando come dietro all’alleanza vi siano anche forti interessi economici, stimati a oltre 50 miliardi di dollari. [Fonte: Nikkei]

Singapore – e non Davos – sarà la sede del Forum Economico Mondiale 2021

Dal 13 al 16 maggio 2021 Singapore ospiterà la riunione annuale del Forum Economico Mondiale, occasione che vede riuniti i principali leader politici, economici e accademici per discutere le questioni globali più urgenti. Il comitato organizzativo ha deciso di spostare l’evento dalla Svizzera all’Asia alla luce dell’attuale situazione epidemica. Questa è la seconda volta che la storica sede del Forum Economico Mondiale viene spostata dalla data della sua fondazione nel 1971. La scelta evidenzia anche la fiducia nei confronti della gestione della pandemia da parte della autorità sanitarie di Singapore, oltre a dimostrare la “fiducia della comunità nazionale” per la quale il Ministero del Commercio e dell’Industria si impegna nella dichiarazione di lunedì a implementare severe misure di salute e sicurezza pullica”. [Fonte: Straits Times]

Le auto volanti asiatiche in corsa per superare le restrizioni dei regolamenti globali

Si scalda la concorrenza nel settore delle auto volanti in Asia. Nonostante una pandemia mondiale che ha abbattuto i viaggi in aereo e colpito tutte le economie, ecco che le startup asiatiche di auto elettriche puntano a sviluppare nuovi modelli di trasporto individuale come le auto volanti, un settore che secondo le stime raggiungerà i 1,5 trilioni di dollari entro il 20140. Avevamo già accennato all’azienda giapponese SkyDrive e la riuscita del suo primo esperimento di automobile in grado di sollevarsi da terra. Ora nel panorama regionale iniziano a emergere altri concorrenti, elencati in un pezzo di approfnondimento uscito su Nikkei Asia. Tra questi figurano la cinese la EHang, già nota per i droni autonomi per le consegne, antincendio e turismo in Cina. A novembre l’azienda ha dichiarato di aver concluso con successo la prova di un taxi biposto che sarebbe riuscito a compiere un volo di dieci minuti nei cieli di Seoul. C’è anche una nuova startup cinese, la Xpeng Motors: finanziata da Alibaba, sta sviluppando un prototipo di auto volante che promette di portare in prova nella seconda metà del 2021. L’australiana AMSL Aero ha invece lanciato poche settimane fa un’aeroambulanza elettrica. Non ultima emerge la startup giapponese teTra Aviation, vincitrice del concorso di mobilità aerea sponsorizzato da Boeing e che punta a rivoluzionare il mondo del car-sharing e del noleggio. La sfida più grande rimane quella degli standard globali. Alcuni osservatori sono pessimisti: “”ci si aspetta che gli Stati Uniti e l’Europa assumano un ruolo guida nel settore delle auto volanti, poiché sono stati loro a stabilire le normative globali sugli aeromobili”, ha affermato Shuhei Iwahana, direttore della società di consulenze PwC. Nakai di teTra si è invece detto ottimista, dopo che la startup ha ottenuto il permesso di volo della Federal Aviation Administration. Importante sarà anche la sfida di mercato, con le aziende locali in competizione per non perdere la propria posizione a causa di questi ostacoli normativi. [Fonte: Nikkei]

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