In Cina e Asia – Greenpeace: è allarme sullo scioglimento dei ghiacciai in Cina

In Notizie Brevi by Alessandro Zadro

L’allarme di Greenpeace sullo scioglimento dei ghiacciai in Cina

Secondo un recente studio effettuato da Greenpeace East Asia, negli ultimi decenni i ghiacciai nella regione occidentale della Cina si sono sciolti ad una velocità esponenziale. “I ghiacciai in Cina forniscono acqua a 1.8 miliardi di persone e si stanno sciogliendo troppo velocemente. In pochi mesi, intere comunità sono state costrette ad abbandonare le proprie case minacciate dal pericolo di allagamenti. È fondamentale velocizzare la transizione da combustibili fossili ad altre fonti di energia rinnovabile al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1.5 gradi”. Solo negli ultimi quattro mesi, il ritiro dei ghiacciai nelle province del Qinghai, Gansu e Xinjiang ha causato una serie di frane e allagamenti con forti ripercussioni su migliaia di persone. La regione occidentale della Cina è considerata il “Terzo Polo” per aver la più larga concentrazione di ghiacciai e nevi al di fuori delle regioni polari. Quasi un quinto dell’area glaciale cinese è scomparsa da tempo e il volume dell’acqua sciolta è aumentato del 53.5%. Senza misure efficaci per limitare l’impatto del cambiamento climatico, i due terzi dei ghiacciai nell’area sono destinati a scomparire entro la fine del secolo.

Beidou, il GPS cinese, non è più solo un sogno

Pechino è sempre più prossima alla realizzazione di un sistema di navigazione satellitare in grado di sfidare il predominio dell’americano Global Positioning System, più noto come GPS. I 19 satelliti Beidou-3 presenti in orbita sono in grado di garantire servizi di navigazione di base ai paesi confinanti con la Cina. Entro il 2020, il sistema conterà un totale di 35 satelliti, un numero sufficiente ad espandere la copertura satellitare all’intero globo, permettendo così a Beidou di rivaleggiare il dominio del GPS. Yang Changfeng, a capo della progettazione di Beidou, ha confermato che un sistema di network satellitare sarà operativo entro la fine dell’anno e in grado di servire per primi i paesi che hanno preso parte alla Belt and Road Initiative. “Beidou passerà da semplice sperimento ad un sistema di navigazione regionale prima e globale poi”, ha commentato Yang. La progettazione di Beidou è cominciata nei primi anni 2000 al fine di rilanciare il programma spaziale cinese e di liberare l’Esercito Popolare di Liberazione dalla dipendenza dal GPS.

Oltre un miliardo di abbonamenti 4G in Cina

Secondo gli ultimi dati rilasciati dal Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT), in Cina vi sono 1.1 miliardi di utenti 4G, pari al 74.6% delle connessioni da dispositivi mobili. Il China Internet Network Information Centre (CNNIC) ha rivelato tuttavia che oltre Muraglia ‘solo’ 800 milioni di utenti hanno accesso ad internet. È importante notare che i numeri dati dal MIIT non indicano l’effettiva diffusione dell’accesso al web sul territorio. Questa discrepanza deriverebbe dal fatto che i dati su cui si basa il MIIT includano soprattutto il numero di abbonamenti da dispositivi mobili più che i singoli utenti. I dati ministeriali sono notoriamente più alti rispetto a quelli di altri istituti nazionali: nel 2013, secondo il MIIT, il numero di utenti con accesso ad internet da dispositivo mobile era pari a 800 milioni, cifra raggiunta secondo il CNNIC solo ad agosto 2018

La Cina cambia strategia nel Mar cinese meridionale?

Il tour diplomatico di Xi Jinping nella regione del Pacifico si conclude nelle Filippine, dove il presidente cinese ha incontrato Rodrigo Duterte. La visita ufficiale, la prima negli ultimi 13 anni da parte di un capo di stato cinese, sancisce un dedinitivo disgelo tra i due paesi, in passato segnate da tensioni legate a dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale. In particolare, come riporta il South China Morning Post, i colloqui tra i due leader segnano un importante precedente per le relazioni tra Pechino e i suoi vicini rivieraschi grazie alla sigla di un MoU per l’esplorazione congiunta di giacimenti di petrolio e gas nelle acque del Mar Cinese Meridionale. Solo pochi giorni fa Xi aveva presieduto la firma di un accordo analogo con il Brunei, altro paese coinvolto nelle dispute marittime. Non è escluso che davanti alle pressioni americane nella regione la Cina abbia deciso di edulcorare la propria strategia. D’altronde, secondo i patti, le operazioni congiunte non avranno ripercussioni sulle rispettive rivendicazioni territoriali.