qin gang ministro esterii cinese accusa usa

In Cina e Asia – Qin accusa gli Usa di “concorrenza sleale”

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

I titoli di oggi:

  • Due sessioni, Qin Gang accusa gli Usa di “concorrenza sleale”
  • Due sessioni, Xi Jinping mette al centro l’autosufficienza tecnologica e alimentare
  • Due sessioni, il carbone torna protagonista del mix energetico
  • Economia, Pechino accusa Washington per il rallentamento degli ultimi mesi
  • Thailandia, grandi progressi per la democrazia
  • Sri Lanka: la Cina pronta a rinegoziare il debito
  • La Corea del Sud annuncia un fondo per compensare le vittime del lavoro forzato durante l’occupazione
Due sessioni, Qin Gang accusa gli Usa di “concorrenza sleale”

Gli Stati Uniti si stanno comportando come un atleta che cerca di far inciampare l’avversario anziché competere equamente. É questa la metafora utilizzata dal nuovo ministro degli Esteri cinese Qin Gang a margine delle Due sessioni. Domenica 5 marzo hanno avuto inizio i lavori dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), l’incontro annuale che quest’anno ha anche il compito di convalidare le cariche statali coerentemente con il passaggio di consegne all’interno del Partito comunista cinese durante il XX Congresso dello scorso ottobre. Martedì 7 marzo, durante la sua prima conferenza stampa nei panni di ministro degli Esteri, Qin ha evidenziato come la relazione con gli Usa sia destinata a deteriorarsi se Washington continuerà sulla “strada sbagliata”. Esempi di questa condotta sarebbero l’avvicinamento della Casa Bianca a Taiwan e le manovre commerciali contro le aziende cinesi. Nel suo intervento Qin ha anche parlato di sviluppo economico, sottolineando come la Repubblica popolare starebbe dimostrando che “modernizzazione” non è sinonimo di “occidentalizzazione”.

Il ministro ha poi affrontato il tema dei rapporti con la Russia, ribadendo che non sono finalizzati ad attaccare terze parti. “Più il mondo diventa instabile, più diventa imperativo per Cina e Russia portare avanti costantemente le loro relazioni”, ha spiegato Qin. L’intervento del diplomatico è in linea con quanto affermato ieri da Xi Jinping durante un incontro con un gruppo di imprenditori. Utilizzando toni più espliciti del solito, il presidente ha accusato “l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti”, di aver “implementato il contenimento, l’accerchiamento e la repressione della Cina a tutto tondo, che ha portato gravi sfide senza precedenti allo sviluppo del nostro paese”.

Due sessioni, Xi Jinping mette al centro l’autosufficienza tecnologica e alimentare

Il presidente cinese invita a mettere al centro della strategia di governo le “due garanzie” (两个必保 liangge bibiao, anche tradotto come “i due must-have”). Ma cosa significa esattamente? Nel corso della prima giornata di incontri del Parlamento cinese Xi Jinping ha enfatizzato con queste parole quelli che ha definito “due problemi” che non possono essere ignorati “in un paese di 1,4 miliardi di persone”. Lo slogan, riportato il giorno seguente dai media cinesi, si focalizza sull’autosufficienza alimentare e la necessità di rafforzare la produzione interna, il tutto in quello che appare come un avvertimento sulla vulnerabilità dell’economia cinese rispetto all’andamento dei mercati internazionali oggi. Il britannico Guardian sottolinea come le preoccupazioni della leadership cinese possano essere il risultato delle restrizioni imposte dalla Casa Bianca nei confronti del comparto high-tech cinese. La pandemia e la guerra in Ucraina avrebbero poi contribuito a rafforzare l’insicurezza alimentare della Repubblica popolare, ma non solo. Lo sviluppo a cui allude il Segretario Pcc, riporta la stampa cinese, deve essere soprattutto qualitativo e trovare nuove strade rispetto al passato. Citando l’esempio del Jiangsu (focus della sessione che ha ospitato l’intervento), Xi ha ammesso che “il Pil è aumentato, ma sono state gettate le radici per gli eventi catastrofici che sarebbero avvenuti anni dopo”. Il leader ha inoltre rassicurato il settore privato invitando le aziende ad ‘essere ricche e amorevoli’.

Due sessioni, il carbone torna protagonista del mix energetico

Sicurezza nella produzione domestica significa anche sicurezza energetica. Sarebbe quest’ultima, come evidenzia il South China Morning Post, a emergere chiaramente dal rapporto di lavoro presentato dal premier uscente Li Keqiang. E sicurezza energetica per Pechino è sinonimo di carbone. Mentre nei cieli della Cina settentrionale ritorna lo spettro dell’inquinamento atmosferico, la leadership cinese sta rivalutando con maggiore cautela il processo di transizione verso forme di energia a basso impatto ambientale. Ciononostante, il documento non manca di menzionare la necessità di “migliorare le politiche per sostenere lo sviluppo verde, sviluppare un’economia circolare, promuovere lo stoccaggio e l’utilizzo efficiente delle risorse, promuovere il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di anidride carbonica nelle aree chiave”. Il giorno successivo la testata economica Caixin ha riportato il dato sul potenziale fotovoltaico dei tetti di abitazioni ed edifici nella Repubblica popolare, teoricamente capace di sostenere il fabbisogno energetico dell’intero paese.

Economia, Pechino accusa gli Usa  per il rallentamento degli ultimi mesi

Inflazione e moneta debole: queste sono le conseguenze portate dalle manovre economiche Usa all’economia globale – e più precisamente a quella cinese. Lunedì 6 marzo, a margine delle Due sessioni, il vicepresidente della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (Ndrc) Zhao Chenxin ha spiegato così la performance economica della Repubblica popolare nel corso del 2022. “Il tasso di cambio dello yuan è stato in qualche modo influenzato dagli aumenti dei tassi statunitensi e di conseguenza ha ridotto le dimensioni nominali [in dollari, ndr.] del Pil cinese”. Come riporta la testata hongkonghina South China Morning Post, il divario tra i Pil delle due nazioni si è pressoché dimezzato negli ultimi quattordici anni, ma la competizione rimane. Secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale la crescita cinese potrebbe toccare il +5,2% (all’incirca quanto previsto dalla leadership cinese), mentre il Pil americano del 2023 potrebbe aumentare dell’1,4%.

Thailandia, grandi progressi per la democrazia

La Thailandia fa passi avanti nella democrazia. O almeno è quello che riporta l’ultimo Democracy Index pubblicato dall’Economist Intelligence Unit. In un anno Bangkok è passata dal 72° al 55° posto della classifica dei paesi più democratici al mondo, conquistando così il primato di paese più promettente dal punto di vista della partecipazione politica. Tra gli elementi a favore di questa scalata rientrano, come precisa lo stesso Economist, un maggiore pluralismo durante le elezioni locali e la promessa di nuove elezioni il prossimo maggio. Lo stesso generale Prayuth Chan-ocha, primo ministro dal golpe del 2014, è finito nel mirino della Corte costituzionale che ha decretato come “scaduto” il suo mandato. Non mancano gli avvertimenti degli osservatori, che evidenziano la stretta contro gli attivisti e l’uso indiscriminato della dura legge contro la lesa maestà.

Sri Lanka: la Cina pronta a rinegoziare il debito

La Cina ha accettato di ristrutturare i prestiti allo Sri Lanka, eliminando l’ultimo ostacolo al salvataggio del Fondo monetario internazionale (Fmi). Ad affermarlo è stato stamattina il presidente Ranil Wickremesinghe durante una riunione del parlamento.  Secondo Wickremesinghe, la banca statale cinese Exim Bank “ha inviato una lettera al Fmi” lunedì sera esprimendo la volontà di Pechino di rinegoziare i prestiti concessi. La prima tranche di aiuti da 2,9 miliardi di dollari totali potrebbe essere rilasciata già entro fine mese.

La Corea del Sud annuncia un fondo per compensare le vittime del lavoro forzato durante l’occupazione
Tokyo e Seul sembrano aver fatto un altro passo in avanti nella risoluzione delle dispute storiche legate ai fatti avvenuti durante il periodo di occupazione giapponese della penisola coreana. Lunedì 6 marzo il governo sudcoreano ha annunciato la creazione di un fondo per compensare le vittime del lavoro forzato giapponese durante quegli anni. La compensazione dovrà arrivare dalle compagnie coreane, ha sentenziato la Corte, anche se ciò non esclude che anche le aziende giapponesi possano partecipare, ha detto il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi. Il New York Times riporta la notizia come “l’azione più importante intrapresa dai due governi per chiudere una questione storica irrisolta” e un vantaggio per gli Usa nella sua ricerca di un equilibrio tra gli alleati della regione.
A cura di Sabrina Moles; ha collaborato Alessandra Colarizi