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In Cina e Asia – Dazi, Cina e Usa concordano meccanismo di consultazione

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Dazi, Cina e Usa concordano meccanismo di consultazione
  • Lula a Pechino, accordi di cooperazione e vertice CELAC
  • Accordo Usa-Regno Unito. Un modello per la Cina?
  • Regge il cessate il fuoco tra India e Pakistan
  • Elezioni Corea del Sud, dopo scontri interni Kim si conferma candidato conservatore
  • Bangladesh, messa al bando la Lega Awami di Hasina

Stati Uniti e Cina hanno raggiunto un accordo preliminare a Ginevra per ridurre le tensioni nella guerra commerciale in corso, dopo due giorni di intensi negoziati tra le delegazioni guidate dal segretario al Tesoro USA Scott Bessent e dal vicepremier cinese He Lifeng. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, i colloqui sono stati “costruttivi” e hanno portato a un’intesa che “potrà contribuire a risolvere lo stato di emergenza nazionale legato al deficit commerciale”, pari a 1.200 miliardi di dollari secondo Washington. I dettagli sono stati divulgati stamattina e prevedono una tregua di 90 giorni, periodo durante il quale le aliquote del 34% emesse da entrambe le parti saranno parzialmente sospese: il 24% è stato rinviato, mentre il 10% continuerà a essere applicato. Tutti i dazi aggiuntivi imposti dopo il 34% sono stati annullati. Restano invece in vigore i primi dazi del 20% annunciati da Trump per spingere Pechino ha combattere con più decisione il contrabbando di fentanyl. La Cina ha inoltre accettato di “sospendere o cancellare le misure non tariffarie”, alludendo forse alle restrizioni sull’export di film e materiali critici verso gli Stati Uniti.

Il rappresentante USA Jamieson Greer ha sottolineato come “le divergenze si siano rivelate meno profonde del previsto”. La parte cinese ha confermato l’esito positivo, aggiungendo che è stato concordata la creazione di un “meccanismo di consultazione economica e commerciale”. La Cina, in una nota ufficiale, ha ribadito che non accetterà compromessi sui “principi fondamentali”. Trump, atteso da martedì in Medio Oriente per una missione diplomatica, ha definito l’incontro “un totale reset nelle relazioni commerciali”, aprendo alla possibilità di ridurre i dazi se la Cina accetterà condizioni più favorevoli agli scambi.

Lula a Pechino per il vertice CELAC

Nella tarda serata di sabato il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è arrivato in Cina per una visita ufficiale di cinque giorni, con l’obiettivo dichiarato di “stabilire nuove partnership e firmare accordi di cooperazione in diversi settori”. Durante il viaggio è prevista anche la sua partecipazione alla quarta riunione ministeriale del Forum Cina-Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi (CELAC), che si terrà a Pechino martedì 13 maggio. Si tratta della quarta visita di Stato di Lula in Cina, paese che si conferma principale partner commerciale del Brasile dal 2009. Gli accordi attesi riguarderanno settori come agricoltura, commercio, investimenti e tecnologia. Pechino ha colto l’occasione per esprimersi contro le “sanzioni unilaterali e il bullismo egemonico” nei confronti dell’America Latina, posizioni già ribadite durante la recente visita di Xi Jinping in Russia, durante la quale ha incontrato anche il presidente cubano Miguel Díaz-Canel e il presidente venezuelano Nicolas Maduro.

Accordo Usa-Regno Unito sui dazi. Un modello per la Cina?

Giovedì 8 maggio, la Casa Bianca ha annunciato un nuovo accordo commerciale tra Stati Uniti e Regno Unito, il primo dall’introduzione dei cosiddetti “dazi reciproci” imposti da Washington. L’accordo mantiene le tariffe del 10% precedentemente varate da Trump, ma elimina i dazi su acciaio e alluminio e introduce una soglia sulle importazioni di automobili britanniche: i primi cento mila veicoli importati negli Usa saranno soggetti al dazio del 10%, che salirà poi al 25% per le quantità successive. L’intesa prevede anche “standard elevati” per la proprietà intellettuale. In un commento sul suo social media Truth, Trump ha affermato che l’accordo è “ottimo per gli agricoltori e gli allevatori” statunitensi ma è anche vantaggioso per il Regno Unito. Una posizione condivisa anche dal primo ministro britannico, Keir Starmer, che ha espresso soddisfazione per la creazione di nuovi posti di lavoro e l’apertura di nuove opportunità. Il presidente Usa ha presentato l’intesa come un modello da applicare anche nei negoziati con la Cina, unico paese verso cui le tariffe sono di fatto già attive, raggiungendo il 145%. Nelle ore precedenti all’inizio dei colloqui tra Pechino e Washington a Ginevra, Trump ha affermato di essere propenso a ridurre all’80% i dazi verso la Repubblica popolare e essere aperto alla possibilità di un colloquio diretto con Xi Jinping.

Regge il cessate il fuoco tra India e Pakistan

I vertici militari di India e Pakistan si incontreranno oggi 12 maggio per discutere i prossimi passi nella de-escalation delle tensioni, dopo il cessate il fuoco annunciato sabato. L’esercito indiano ha riferito che quella appena trascorsa è stata la prima notte senza esplosioni né colpi d’arma da fuoco, sebbene alcune scuole nelle aree di confine siano rimaste chiuse per precauzione. Sabato 10 maggio India e Pakistan hanno confermato un accordo per il cessate il fuoco dopo quattro giorni di intensi combattimenti nella regione del Jammu e Kashmir. Una decisione giunta dopo l’escalation preoccupante del 9 maggio, con l’invio dal Pakistan di 300-400 droni in territorio indiano e con l’attacco alla base aerea di Noor Khan, vicino a Islamabad e all’area che ospita l’arsenale nucleare del paese.

L’intervento statunitense è stato decisivo, malgrado all’inizio Washington si fosse mostrata riluttante. Secondo le ricostruzioni del New York Times, l’8 maggio il vicepresidente J.D. Vance ha dichiarato a Fox News che il conflitto non era affare degli Stati Uniti. Ma di fronte all’eventualità di un’escalation nucleare, J.D. Vance ha detto di aver fatto pressioni sul premier indiano Narendra Modi per la cessione delle ostilità, mentre Marco Rubio, segretario di Stato Usa, ha fatto sapere di essere stato impegnato in colloqui con il generale Asim Munir, capo di Stato maggiore dell’esercito pakistano, e anche di aver avuto confronti con i ministri degli Esteri delle due parti. Ad annunciare per primo il cessate il fuoco è stato Trump, su Truth. Pressioni anche da Pechino: nella giornata di sabato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha dichiarato di aver avuto colloqui telefonici con alti funzionari di Pakistan e India, sostenendo la soluzione del cessate il fuoco e riaffermando il sostegno cinese al Pakistan nella difesa della sua sovranità e nella lotta al terrorismo. Nella giornata di ieri, tuttavia, l’India ha accusato il Pakistan di aver violato l’accordo. Islamabad ha respinto le accuse.

Elezioni Corea del Sud, dopo scontri interni Kim si conferma candidato conservatore

L’11 maggio Han Duck-soo, ex presidente ad interim, si è ritirato dalla sua breve esperienza elettorale, ponendo fine a una settimana di tensioni interne nel Partito del Potere Popolare (PPP). Han, già presidente a interim dopo la sospensione dei poteri dell’ex presidente Yoon Suk-yeol, a inizio maggio aveva lasciato l’incarico per candidarsi alle presidenziali del prossimo 3 giugno, inizialmente da indipendente e poi avvicinandosi al PPP. La dirigenza del partito ha tentato una rischiosa fusione con la candidatura dell’ex ministro del Lavoro Kim Moon-soo, vincitore delle primarie del PPP del 3 maggio scorso, che ha risposto accusando il partito di volerlo estromettere, minacciando azioni legali. Gli scontri interni sono terminati sabato 10 maggio, quando i membri del partito hanno respinto l’ultimo tentativo di nominare Han come candidato al posto di Kim. Nella giornata di ieri Han ha annunciato il suo ritiro, mentre Kim si è registrato ufficialmente come candidato alle elezioni, in cui affronterà il leader del Partito Democratico Lee Jae-myung, dato dai sondaggi per favorito.

Bangladesh, messa al bando la Lega Awami di Hasina

Il governo ad interim del Bangladesh, guidato da Muhammad Yunus, ha messo al bando la Lega Awami della premier in esilio Sheikh Hasina, applicando una controversa legge antiterrorismo. La decisione, che concede ora Tribunale internazionale dei crimini (ICT) di processare qualsiasi partito politico e gli organismi affiliati fino alle fine del processo in corso, è stata annunciata come misura per garantire la sicurezza nazionale, oltre che per proteggere i manifestanti che hanno preso parte alle rivolte del luglio 2024 che hanno portato alla caduta del governo Hasina. L’annuncio giunge in particolare dopo le mobilitazioni del National Citizen Party (NCP), formato dagli studenti che hanno partecipato alle proteste dello scorso anno, che nelle scorse ore si sono accampati davanti alla residenza ufficiale di Yunus e hanno organizzato manifestazioni nella piazza principale di Dhaka e in altre parti del paese.