I titoli di oggi:
- Cina, 9 miliardi di dollari all’America Latina
- Lula in Cina: crescono gli affari cinesi in Brasile
- La Colombia entra nella Via della Seta cinese
- Taiwan, gli Han sono ora classificati come “altra popolazione”
- Myanmar: raid aereo della giunta su scuola, morti e feriti
- Filippine: la rivalsa del clan Duterte alle elezioni di mid-term
- Bangladesh, ex PM Hasina accusata di crimini contro l’umanità
- Taiwan testa sistema missilistico americano HIMARS
Nel suo primo discorso pubblico dopo l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, Xi Jinping ha invitato leader dell’America Latina e dei Caraibi a opporsi al “bullismo e l’egemonismo“, che “portano solo all’autoisolamento”. L’intervento del presidente cinese ha aperto i lavori della quarta riunione ministeriale del Forum Cina-Celac (la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici), cominciato stamani a Pechino. Allo scopo di “sostenere lo sviluppo dei Paesi di America Latina e Caraibi, la Cina metterà a disposizione linee di credito per 66 miliardi di yuan (circa 9,2 miliardi di dollari)” per finanziare progetti di vario tipo, dalle infrastrutture alla crescita sostenibile, ha dichiarato Xi.
Lula in Cina: crescono gli affari cinesi in Brasile
Cresce la partnership tra Cina e Brasile. Durante la visita del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva in Cina, il Brasile ha annunciato un investimento di 1 miliardo di dollari da parte della cinese Envision Energy per la produzione di carburante sostenibile per l’aviazione dalla canna da zucchero. Affari in vista anche in altri settori, con incontri tra la delegazione brasiliana e rappresentanti della casa automobilistica cinese GAC e l’azienda di difesa Norinco. Il ministro delle Miniere e dell’Energia, Alexandre Silveira, ha inoltre ribadito l’apertura del Brasile ad investimenti cinesi nell’ambito dei centri dati, tra cui un potenziale investimento di 8,82 miliardi di dollari da parte della compagnia madre di TikTok, ByteDance, nel porto di Pecem. Annunciata anche la collaborazione della società statale cinese Windey Energy Technology con l’università brasiliana Senai Cimatec per sviluppare soluzioni per l’energia rinnovabile, tra cui nuove tecnologie di stoccaggio.
La Colombia annuncia entrata nella Via della Seta cinese
In crescita anche il rapporto tra Cina e Colombia. Il presidente colombiano Gustavo Petro, in visita di Stato in Cina, ha annunciato l’intenzione di aderire alla Belt and Road Initiative (BRI), la Nuova Via della Seta cinese. “Abbiamo deciso di fare un grosso passo avanti tra Cina e America Latina”, ha annunciato Petro parlando dalla Grande Muraglia. Tra gli obiettivi del viaggio anche la partecipazione del presidente al forum tra Cina e Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi (CELAC), attualmente presieduta da Petro. A differenza di molti Paesi latinoamericani che fanno già parte della BRI, in Colombia la Cina non ha ancora soppiantato gli Stati Uniti come primo partner commerciale. Tuttavia, le recenti tensioni con l’amministrazione Trump stanno cambiando le carte in tavola, spingendo la Colombia a diversificare le sue partnership globali. Nonostante la decisione richieda l’approvazione del Congresso colombiano, dunque, l’adesione della Colombia alla BRI pare assai probabile.
Taiwan, gli Han sono ora classificati come “altra popolazione”
Il governo taiwanese è stato criticato per aver modificato la pagina informativa ufficiale sulla composizione demografica di Taiwan, rimuovendo la categoria “Han”. Sul sito dello Yuan Esecutivo (il braccio esecutivo del governo della Repubblica di Cina), i cinesi Han (precedentemente il 96,4% e “maggior gruppo etnico”) sono ora inclusi nel 96,2% definito “altra popolazione”, accanto a indigeni (2,6%) e stranieri (1,2%). La portavoce Michelle Lee ha dichiarato che la modifica, attuata a marzo, è un adeguamento ai “fatti oggettivi” senza “considerazioni politiche”, poiché classificare tutti i non-indigeni/stranieri come Han non era preciso. Tuttavia, il Kuomintang (KMT), principale partito d’opposizione, ha definito la mossa una “negazione della storia” e “de-sinicizzazione”, attribuendola all’ideologia del governo guidato dal Partito Progressista Democratico (DPP). La vicenda si inserisce negli sforzi del DPP per promuovere un’identità taiwanese distinta e ridurre i legami con la Cina continentale, in un contesto di crescenti tensioni nello Stretto. Non sono ancora giunti commenti da Pechino in merito.
Myanmar: raid aereo della giunta su scuola, morti e feriti
Lunedì 12 maggio un raid aereo attribuito alla giunta militare del Myanmar ha colpito una scuola nella città di Depayin, nella regione centrale di Sagaing, causando la morte di almeno 17 studenti e il ferimento di altri 20. Lo ha riferito il Governo di Unità Nazionale (NUG), specificando che la scuola si trovava in un’area sotto il controllo dell’opposizione e gestita da gruppi legati alle forze anti-giunta. Il portavoce del NUG, Nay Phone Latt, ha aggiunto che il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi. L’attacco è avvenuto nonostante un cessate il fuoco in vigore nell’area dopo il terremoto.
Filippine: la rivalsa del clan Duterte alle elezioni di mid-term
Lunedì 12 maggio milioni di filippini si sono presentati alle urne per le elezioni di metà mandato, considerate cruciali per definire il corso dello scontro dinastico tra le famiglie del presidente Ferdinand Marcos Jr. e della vicepresidente Sara Duterte. Secondo i dati parziali, gli elettori hanno inferto un duro colpo a Marcos, il cui schieramento ha ottenuto risultati inferiori alle attese nel rinnovo parziale del Senato. L’Alleanza per le nuove Filippine di Marcos avrebbe infatti conquistato solo 6 dei 12 seggi in palio nella Camera alta, contro i nove previsti dai sondaggi. I candidati sostenuti da Duterte avrebbero invece conquistato 5 seggi.
Il risultato rischia di complicare ulteriormente l’iniziativa del presidente per la messa in stato d’accusa di Duterte: l’impeachment della vice, votato dalla camera bassa a febbraio, dovrà essere confermato o annullato dal senato nei prossimi mesi. Tra i senatori eletti figura Bong Go, storico collaboratore dell’ex presidente e padre di Sara, Rodrigo Duterte, che risulta il più votato in assoluto con 25,6 milioni di preferenze. Il dato più sorprendente, tuttavia, riguarda l’affermazione di candidati indipendenti critici verso entrambe le fazioni. L’ex senatore Bam Aquino risulta secondo nella corsa al Senato con 20 milioni di voti, seguito da Kiko Pangilinan (14,7 milioni), anch’egli ex senatore ed ex candidato vicepresidente. Affinché “l’impeachment” di Sara Duterte sia confermato dal Senato, servono almeno 16 voti a favore su 24.
Intanto Rodrigo Duterte, detenuto all’Aja per crimini contro l’umanità, ha riconquistato la roccaforte di Davao, diventandone nuovamente sindaco. Non è chiaro se e come potrà prestare giuramento, né tantomeno come potrà governare. Al suo posto verrà probabilmente nominato un delegato, che potrebbe essere suo figlio Sebastian Duterte, sindaco di Davao nel corso dell’ultima legislatura.
Bangladesh, ex PM Hasina accusata di crimini contro l’umanità
Sheikh Hasina, ex Prima Ministra del Bangladesh, è stata formalmente accusata di aver orchestrato la sanguinosa repressione delle proteste di massa di luglio 2024, al seguito delle quale si era dimessa ed era fuggita dal paese. Hasina, al momento in esilio autoimposto in India, è accusata di aver causato circa 1.400 morti, commettendo reati come favoreggiamento, cospirazione e mancata prevenzione di un omicidio di massa. Le accuse sono state mosse dal Tribunale internazionale per i crimini (ICT), organo istituito nel 2009 da Hasina stessa per giudicare i crimini commessi dall’esercito pakistano durante la guerra del 1971. Secondo i PM, Hasina avrebbe ordinato alle forze armate di uccidere, mutilare e persino bruciare vive le vittime. Sotto accusa anche l’ex ministro degli Interni e il capo della polizia di Hasina, Asaduzzaman Khan Kamal e Abdullah Al Mamun. Il Bangladesh ha fatto richiesta di estradizione all’India, che non ha ancora risposto. Intanto, il governo provvisorio del Bangladesh ha bandito il partito di Hasina, la Lega Awami, citando problemi di sicurezza nazionale.
Taiwan testa sistema missilistico americano HIMARS
Lunedì Taiwan ha testato per la prima volta il sistema missilistico HIMARS, di fabbricazione dell’americana Lockheed Martin. L’High Mobility Artillery Rocket System, ampiamente utilizzato dall’Ucraina contro la Russia, ha una gittata di circa 300 km e potrebbe colpire la provincia costiera cinese del Fujian in caso di conflitto nello Stretto di Taiwan. Taiwan ha ordinato agli Stati Uniti 29 lanciatori HIMARS, di cui 11 già consegnati ed i restanti attesi per l’anno prossimo. Il test si è svolto presso la base di Jiupeng, nel Sud-est di Taiwan, con l’assistenza di personale della Lockheed Martin. “Questo lancio di razzi mostra al nostro popolo la determinazione dei militari a proteggere la sicurezza del Paese e a salvaguardare la nostra bella patria”, ha dichiarato l’ufficiale Ho Hsiang-yih, aggiungendo che il test dimostra “la solida cooperazione tra Stati Uniti e Taiwan”.
Il test segue di un giorno l’ultima “pattuglia congiunta di preparazione al combattimento” da parte delle forze armate cinesi intorno a Taiwan, riporta Agenzia Nova. Secondo il Ministro della Difesa taiwanese, in 24 ore la Cina ha inviato nello Stretto 10 navi e 36 aerei militari, 17 dei quali hanno superato la linea mediana dello Stretto, sconfinando nella Zona d’identificazione della difesa aerea (Adiz) taiwanese. Con questa operazione, il conteggio delle incursioni cinesi di questo mese sale a 118 aerei e 101 navi.
Secondo il ricercatore Tristan Tang del Research Project on China’s Defense Affairs (RCDA), alcuni dettagli delle ultime incursioni lascerebbero presagire un’imminente esercitazione cinese su scala più ampia. Un segnale è dato dal fatto che la Cina abbia condotto il primo pattugliamento congiunto del mese solo l’11 maggio, in rallentamento rispetto ai ritmi dei primi mesi del 2025. Un altro è la percentuale di aerei entrati nell’ADIZ, che con l’ultima operazione è calata a meno del 50%. I due segnali sono rinforzati anche dai dati degli ultimi due anni, che confermano una diminuzione dell’attività degli aerei del PLA rispetto a periodi analoghi del 2023 e 2024.