I titoli della rassegna di oggi
– Chemioterapia contro medicina tradizionale
– La Cina riaccende i terminali di Bloomberg
– Duterte sotto accusa
– Stretta di Seul sui regali costosi
– Interrogatori trasparenti in Giappone Chemioterapia contro medicina tradizionale
La morte per cancro di una giovane attrice ha acceso il dibattito sul ricorso alla medicina tradizionale. La 26enne Xu Ting aveva infatti inizialmente rifiutato la chemioterapia scegliendo di curarsi con le tecniche della tradizione. In Cina c’è un detto che spiega il ricorso ad entrambi i tipi di cura: la medicina tradizionale è per le malattie croniche, quella occidentale per il resto. Xu, che lo scorso 30 giugno ha rivelato in pubblico di essere malata, ha in un primo momento rifiutato la chemio per i costi e perché spaventata dagli effetti che questa aveva avuto su una sua amica. Per alcuni mesi aveva anche documento su Weibo l’andamento della terapia, prima di affidarsi, troppo tardi, alla chemioterapia.
La Cina riaccende i terminali di Bloomberg
Come gesto di distensione verso gli investitori stranieri la Cina sta per far decadere il divieto per le imprese di Stato di accedere ai terminali di Bloomberg. Quello dei dati finanziari è il business principale per la società statunitense, editrice dell’omonima agenzia d’informazione che in Cina ha avuto problemi per alcune inchieste giornalistiche sui patrimoni del presidente Xi Jiping e dei suoi familiari. Il disgelo, frutto di una intensa attività di lobby, è stato lento e di fatto annunciato da un editoriale sul Quotidiano del Popolo, firmato dal vicepremier Zhang Gaoli, nel quale si dava conto di un accordo firmato con l’ex sindaco di New York e tyconn, Michael Bloomberg.
Duterte sotto accusa
La testimonianza di un appartenente agli squadroni della morte della città di Davao, solleva accuse contro il presidente filippino Rodrigo Duterte e il suo ruolo negli omicidi extragiudiziari contro spacciatori e criminali. In audizione al Senato, Edgar Matobato, ha confessato che alcuni degli omicidi e delle azioni delle bande, come un’esplosione in una moschea, furono condotti sotto ordine preciso dell’attuale capo di Stato. Secondo la testimonianza, lo stesso Duterte avrebbe ucciso di persona un uomo.
La testimonianza di Motobato starebbe comunque perdendo credibilità, alcune delle sue affermazioni sono state smentite da altre persone coinvolte. Eletto presidente a maggio, Duterte ha riproposto in chiave nazionale il pugno duro mostrato da sindaco di Davao. Dalla sua entrata in carica sono stati uccisi almeno 2.000 spacciatori e consumatori di droga, sollevando la riprovazione di associazioni per la tutela dei diritti umani e della comunità internazionale.
Stretta di Seul sui regali costosi
La Corea del Sud ha lanciato una campagna anti-corruzione che ricorda quella in corso da tempo in Cina. Funzionari pubblici, giornalisti e insegnanti non potranno più ricevere, nell’ambito del proprio lavoro, regali più costosi dell’equivalente in won di 44 dollari. La misura, che non riguarda i parlamentari, ha ovviamente sollevato perplessità per la disparità di trattamento e per l’inclusione di categorie come quella dei giornalisti e degli insegnanti (tra i più critici dell’attuale amministrazione Park). La legge, approvata a marzo dopo quattro anni di dibattito, gode però dell’apprezzamento di oltre il 70% dei coreani e ha già spinto molte imprese ad adeguare le proprie norme anti-corruzione.
Interrogatori trasparenti in Giappone
Dal prossimo primo ottobre, tutti gli interrogatori condotti dalla polizia giapponese saranno registrati. Si completa così un percorso iniziato nel 2008. Ci saranno soltanto alcune eccezioni, valutate caso per caso nel caso la trasparenza sia d’ostacolo alle indagini, scrive il Japan Times. Il progetto richiederà anche uno sforzo d’adattamento. Su 10mila stanze per interrogatori nelle stazioni di polizia appena un quinto ha l’equipaggiamento necessario.