Almeno 18 morti in Xinjiang dopo un attacco di un gruppo di uiguri a un checkpoint stradale nei pressi di Kashgar. L’aria cinese è peggiore di quella indiana, dice la Banca mondiale. Anche il Kuomintang alla parata militare del 3 settembre a Tian’anmen. La Bank of China collabora con la magistratura italiana. Il Giappone alle prese con carenze di burro. La Cina blocca nuove sanzioni contro il Pakistan, l’India chiede spiegazioni. CINA – Almeno 18 morti in Xinjiang in attacco a checkpoint
Almeno 18 persone sono morte in un attacco compiuto da un gruppo di uiguri con coltelli e bombe rudimentali, contro un posto di blocco della polizia stradale in Xinjiang. Lo riporta Radio Free Asia. Una fonte racconta che l’incidente, avvenuto lunedì nel quartiere Tahtakoruk di Kashgar, avrebbe provocato addirittura 28 morti, molti dei quali semplici passanti.
Durante il mese del Ramadan, le autorità cinesi hanno imposto diverse restrizioni, vietando il digiuno rituale a membri del Partito, funzionari pubblici, insegnanti e studenti.
CINA – Banca Mondiale: aria cinese peggio di quella indiana
Delhi, capitale dell’India, potrebbe avere la peggiore qualità dell’aria nel mondo, ma un nuovo rapporto della Banca Mondiale mostra che la Cina resta il Paese più inquinato del pianeta.
L’aria cinese è oltre due volte più inquinata di quella indiana. L’esposizione alle PM 2,5 – le microparticelle che si depositano nei polmoni – ha provocato nel 2010 più di 3,2 milioni di morti premature a livello globale, secondo lo studio.
Usando la PM 2,5 come parametro, emerge che l’aria indiana è tutt’altro che pulita. La quantità media di microparticelle è di 32 microgrammi per metro cubo, il triplo rispetto ai 10 o meno microgrammi raccomandati dalla World Bank, anche se in linea con la media globale. Ma soprattutto, è ben al di sotto della media cinese di 73 microgrammi per metro cubo.
CINA – Anche il Kuomingtang alla parata militare
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Alcuni veterani dell’esercito nazionalista cinese prenderanno parte alla parata militare di piazza Tian’anmen prevista per il 3 settembre, in occasione del 70° anniversario della vittoria nella seconda guerra mondiale. “Le truppe del Kuomintang hanno svolto un ruolo importante nella guerra popolare di resistenza contro l’aggressione giapponese”, dice il maggiore generale Qu Rui, uno degli organizzatori della parata. È la prima volta che la Cina organizza una parata per commemorare gli eventi di 70 anni fa. Il Giappone firmò la resa formale il 2 settembre 1945, e la Cina celebra la vittoria il giorno seguente. Dopo la guerra, le forze del Kuomintang guidate da Chiang Kai-shek furono sconfitte nella guerra civile con il Partito Comunista Cinese e fuggirono a Taiwan nel 1949.
CINA – Bank of China collabora con la magistratura italiana
Bank of China è pronta a collaborare con la magistratura italiana nell’inchiesta che ha visto la richiesta di rinvio a giudizio per la filiale milanese dell’istituto e per 297 persone con l’accusa di riciclaggio ed evasione fiscale. Il colosso del credito cinese ha depositato una nota alla borsa di Hong Kong nel qualle rassicura gli investitori sull’indagine della procura di Firenze che la vede coinvolta per presunte operazioni di trasferimento di fondi illeciti per un ammontare di oltre 4 miliardi di euro.Precisazioni che al momento sembrano convincere chi investe. Tanto che negli ultimi giorni il titolo della Boc è sempre stato in territorio positivo.
INDIA – La Cina blocca richiesta nuove sanzioni contro Pakistan
Recentemente la delegazione indiana alle Nazioni Unite ha chiesto allo UN Sanctions Committee di valutare la possibilità di ulteriori sanzioni contro il Pakistan per la liberazione di Zakiur Rehman Lakhvi, disposta lo scorso aprile da un tribunale pakistano. Lakhvi è il principale sospettato per l’ideazione e l’organizzazione logistica dell’attentato a Mumbai del 2008.
La Cina, in qualità di membro permanente del consiglio di sicurezza dell’Onu con diritto di veto, ha bloccato la richiesta considerando "insufficienti" le prove contenute nella documentazione indiana.
Narendra Modi, primo ministro indiano, secondo la stampa indiana ha già portato la questione sul piano diplomatico bilaterale, chiedendo spiegazioni "ai più alti livelli" dell’amministrazione cinese.
GIAPPONE – la crisi del burro
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Anche gli alberghi si sono dovuti adeguare. Alcune catene invece del solito mignon di burro, hanno adottato la margarina. È un segno che le provviste di burro del Sol Levante stanno esaurendosi facendo toccare ai lingotti di oro bianco prezzi mai visti negli ultimi 30 anni. La produzione interna – alla base dell’industria dolciaria locale – cala per la chiusura di alcuni stabilimenti e per la priorità data al latte, di cui, a quanto scrive il Nikkei Shimbun, in questi giorni di calura aumenta la domanda. Decine di tonnellate di burro sono in arrivo da Europa e Nuova Zelanda, ma qualcuno ha già iniziato a fare incetta per l’inverno, riducendo la quota disponibile sul mercato. Potrebbe essere questa la nuova crisi energetica giapponese.
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