I titoli della rassegna di oggi:
– Alluvioni nella Cina del sud, 130 morti
– Cina e Hong Kong raggiungo un accordo sulla notifica degli arresti, nuovi dettagli sul libraio Lam
– «Nuove classi sociali» e revisione del conteggio del Pil cinese
– Il manuale del buon funzionario cinese
– Hangzhou si prepara al G20
– EAHRNK: «La Corea del Nord manda lavoratori-schiavi in Europa»
– A Delhi è caccia alla scimmiaAlluvioni nella Cina del sud, 130 morti
Dallo scorso 19 giugno, piogge torrenziali stanno inondando la Cina del sud. 11 le province coinvolte, 130 i morti la scorsa settimana, 42 i dispersi e 1,9 milioni di ettari di coltivazioni distrutti. La più colpita è al regione dello Anhui, dove ad essere stato colpito è anche il bestiame, con 7100 maiali annegati. Come nel 1998, la violenza delle inondazioni è da attribuirsi al fenomeno climatico noto come El Niño.
Nella giornata di martedì il premier Li Keqiang è volato nell’area colpita per seguire le operazioni dei soccorritori. Intanto, la foto di un contadino in lacrime davanti ai suoi maiali in procinto di annegare è rimbalzata sul web commovendo non solo il popolo della rete ma anche il governo municipale che ha organizzato un team di salvataggio per portare gli animali all’asciutto. La scorsa estate le forti alluvioni erano costate la vita a 160mila maiali con ingenti perdite agli allevatori.
Cina e Hong Kong raggiungo un accordo sulla notifica degli arresti, nuovi dettagli sul libraio Lam
Durante un incontro avvenuto martedì, le autorità cinesi hanno mostrato alla delegazione venuta da Hong Kong un video che mostra il periodo di detenzione del libraio Lam Wing-Kee, l’unico che abbia avuto il coraggio di parlare apertamente del caso Causeway Bay Books. Secondo il video, a settembre le autorità di Ningbo hanno effettivamente istituito, come affermato da Lam, «un’unità di investigazione speciale» per indagare sul business dei libri scandalistici rivenduti illegalmente sulla mainland, dove sono proibiti.
Il video riporta una confessione dell’uomo con dettagli sul sistema di reclutamento degli acquirenti via QQ, un programma di messaggistica. Rifiutandosi di tornare sulla terra ferma, Lam ha violato le condizioni sulla cauzione, che prevedevano un soggiorno a Hong Kong limitato al tempo necessario per raccogliere le informazioni sui clienti da consegnare alle autorità cinesi. Nella peggiore delle ipotesi ora Lam potrebbe rischiare il carcere.
La delegazione hongkonghese si trovava in Cina proprio per discutere con Pechino un sistema di notifica degli arresti. Secondo l’accordo raggiunto, in futuro le due parti saranno tenute a notificare reciprocamente lo stato di fermo entro 14 giorni. La nuova misura è stata annunciata oggi in conferenza stampa dal Chief Executive Leung Chun-ying, il quale interrogato sul caso di Lam Wing-kee si è limitato a rispondere che quando si trovano nella mainland gli hongkonghesi sono tenuti a rispettare le leggi locali. Stando tuttavia al capo della Sicurezza di Hong Kong, al momento non esiste alcuna disposizione giuridica che permetta il trasferimento alle autorità cinesi di un cittadino hongkonghese una volta lasciata la Cina.
«Nuove classi sociali» e revisione del conteggio del Pil cinese
Il Dipartimento del Fronte unito, incaricato di gestire i rapporti con le forze esterne al Pcc, si è dotato di un ottavo ufficio dedicato alle «nuove classi sociali». Il termine «new social class», utilizzato per la prima volta nel 2001 dall’ex leader Jiang Zemin, sta a indicare quattro gruppi: lo staff delle imprese private e straniere; i dipendenti delle agenzie dei servizi e delle organizzazioni no-profit; i freelance e gli impiegati nei new media. L’ufficio – nato il 4 giugno in risposta alla richiesta di Xi Jinping di «unire tutte le forze e i fattori positivi» – punta a consultare i rappresentanti della «nuova classe sociale» e a valutare il loro pensiero per creare nuove politiche e «guidare il lavoro dei vari gruppi sociali» sotto l’egida del Pcc.
Immancabilmente il maggior dinamismo a livello sociale si riverbera anche sull’economia. Lo dimostra la decisione dell’agenzia nazionale di statistica di variare i parametri per il conteggio del Pil nazionale, andando ad includere la spesa per la ricerca e lo sviluppo. Il ritocco implica – rispetto ai dati precedentemente rilasciati – un aumento dello 0,4 per cento nella crescita del 2015. Il che renderebbe l’economia dello scorso anno 130 miliardi di dollari più ampia di quanto già stimato.
Il manuale del buon funzionario cinese
Si chiama Reminding Handbook of Negative Remarks and Acts ed è il nuovo manuale del buon funzionario, pubblicato dal partito della città di Ningbo. Contiene 44 parole e frasi tabù più 24 esempi di comportamenti da non mantenere. Secondo il Qingjiang Evening News che riporta la notizia, chi trasgredirà le regole «verrà convocato dalla leadership».
Tra le cose da non dire viene portata ad esempio l’affermazione «La politica spetta ai leader. Noi soldati semplici basta che facciamo il nostro lavoro e pensiamo alla famiglia». Il libro si inserisce nella campagna di revisione dei membri del partito. Lo scorso ottobre Xi Jinping aveva chiesto ai funzionari di astenersi dal fare commenti contrari alla linea ufficiale. Tra le altre cose il manuale consiglia ai quadri di non fare pubblicamente menzione alla campagna anticorruzione lanciata tre anni fa da Pechino.
Hangzhou si prepara al G20
La città di Hangzhou si prepara al G20, istruendo i cittadini su come trattare con gli stranieri in arrivo il prossimo settembre. Ecco che comincia a circolare il manuale Un caloroso benvenuto al G20. Come essere un bravo ospite – per memorizzare rapidamente 100 frasi in inglese, il bignami dell’inglese realizzato tenendo conto della trasposizione in pinyin di parole inglese sulla base dell’assonanza anziché sul significato. Un esempio: «Wai-kan-mu tu Hangzhou», ovvero «Welcome to Hangzhou», e «Hangzhou, a pai-ai-na-da-si an e-si» che starebbe per «Hangzhou, a paradise on earth».
Si tratta di un sistema un tempo in voga soprattutto per l’insegnamento ai bambini nelle aree meno sviluppate, ma che applicato in un contesto ufficiale come quello del G20 non ha mancato di suscitare l’ilarità del web, ma anche l’insofferenza di quanti avvertono una pressione eccessiva, trovandosi costretti a saltare la pausa pranzo per prendere parte alle lezioni organizzate sul posto di lavoro.
EAHRNK: «La Corea del Nord manda lavoratori-schiavi in Europa»
Al fine di attutire il colpo delle sanzioni, il governo della Corea del Nord sta inviando in Europa «lavoratori-schiavi» da cui si farebbe consegnare il 90 per cento di quanto guadagnato. A dirlo è l’European Alliance for Human Rights in North Korea (EAHRNK), che cita tra le mete più diffuse la Polonia (per il lavoro nei cantieri navali ed edili e nelle aziende agricole) e Malta (per l’industria dell’abbigliamento). L’ambasciata nordcoreana ha smentito le accuse, affermando che «nessuno porta loro via gli stipendi».
Secondo un rapporto Onu dello scorso anno, 50mila nordcoreani lavorano all’estero guadagnando ogni anno tra gli 1,2 e i 2,3 miliardi di dollari. Russia, Cina, Africa e Medio Oriente sono le destinazioni più favorevoli (dati i rapporti amichevoli con Pyongyang), ma l’Europa rappresenta un’opzione più ghiotta dal punto di vista dei salari.
A Delhi è caccia alla scimmia
Delhi è invasa dalle scimmie e il problema non potrà che peggiorare. Così la South Delhi Municipal Corporation si è appellata alla Corte suprema affinché la responsabilità per la cattura e il trasferimento delle scimmie, che infestano la città, passi al dipartimento per la conservazione della fauna selvatica. Una mossa che, in caso di risultato favorevole, potrebbe spingere le corporazioni municipali di Delhi Est e Nord a fare lo stesso. Ogni giorno a Delhi si registrano cinque morsi di scimmia che possono trasmettere la rabbia e risultare fatali.
Nel 2007, il vicesindaco SS Bajwa è morto cadendo dal suo terrazzo dopo essere stato attaccato da un gruppo di scimmie. Lo stesso anno, la Corte suprema ha affidato la responsabilità per la cattura degli animali agli organi civili perché i comuni avevano già un sistema per la cattura e la sterilizzazione dei cani. Ma la scarsità di «cacciatori» di scimmie ha reso il lavoro difficoltoso, nonostante il compenso per la cattura di ogni animale sia stato portato da 800 a 1200 rupie. E poi ci sono le critiche degli animalisti che si oppongono alla «caccia» delle scimmie, protette ai sensi della Wildlife (Protection) Act, 1972: i morsi – dicono – sono il risultato dell’invasione nel loro habitat naturale.