In Cina è calato lo smog nei primi mesi dell’anno: lo certifica Greenpeace. Tre nuove zone di libero scambio in Cina: Tianjin, Fujian e Guangdong. Arrivano le riforme per le elezioni del 2017 a Hong Kong. In Giappone ancora nulla di fatto per l’accordo sul Trans Pacific Partnership. In Indonesia si apre il vertice asiatico-africano nel 60esimo anniversario di Bandung. CINA – Si respira meglio
Il livello di smog nelle più inquinate città cinesi è calato di un terzo nei primi tre mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Lo certifica Greenpeace, che basa la propria ricerca sulle serie storiche diffuse dal governo cinese. A Pechino, le PM 2.5 sono calate del 13 per cento e nella circostante provincia dell’Hebei – responsabile in gran parte dell’inquinamento nella capitale – addirittura del 31 per cento. Alla radice, le misure delle autorità, che nell’ultimo hanno hanno chiuso diverse centrali a carbone e industrie inquinanti. Nonostante i progressi, il 90 per cento delle 360 città prese in esame continuano a superare i limiti stabiliti dallo stesso governo cinese, mentre parte dell’inquinamento, al passo con le industrie, si sposta verso l’ovest e le regioni interne della Cina.
CINA – Tre nuove Ftz
La Cina ha inaugurato ieri tre nuove Free Trade Zone, Zone di Libero Scambio, sulla falsariga di quella aperta un anno e mezzo fa a Shanghai. Sono quelle del Guangdong, di Tianjin e del Fujian. Non è del tutto chiaro che cosa significhino (la stessa FTZ di Shanghai resta per molti versi un’incognita), ma sono aree dove si sperimentano riforme economiche che, se funzionano, vengono poi allargate al resto del Paese; come era già avvenuto per le Zone di Sviluppo Speciale all’inizio delle “riforme e aperture” di Deng Xiaoping. Mentre la nuova FTZ del Guangdong dovrà attirare l’investimento transfrontaliero da Hong Kong, quella del Fujian guarda a Taiwan e quella di Tianjing gravita su Pechino e la provincia dell’Hebei. Come quella di Shanghai, le nuove aree si basano su una “lista negativa” che mette in chiaro quali sono i settori economici esclusi dai benefici del libero scambio. Per alcuni è un limite, per altri invece un’innovazione, perché per la prima volta si mettono regole nero su bianco, limitando l’arbitrio delle stesse autorità cinesi.
CINA – Riforme a Hong Kong
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Oggi il governo di Hong Kong rivela al consiglio legislativo le riforme previste per le elezioni del 2017, con l’introduzione del suffragio universale. Era stata proprio l’ultima bozza, resa nota l’estate scorsa, a scatenare ad autunno il movimento Occupy HK, che chiedeva non solo il suffragio universale ma anche la libera nomina dei candidati alla carica di Chief Executive (il locale governatore). Hong Kong è una zona amministrativa speciale della Cina e nessuna riforma politica può avvenire senza il beneplacito di Pechino. Le indiscrezioni dicono che non ci saranno sostanziali novità e lo schieramento pan-democratico potrebbe quindi esercitare il proprio diritto di veto, facendo mancare la quota di due terzi necessaria a introdurre la riforma.
GIAPPONE – Tpp, le battute finali?
Giornata intensa di contrattazione ieri tra il rappresentante del commercio Usa con il ministro dell’economia giapponese Akira Amari. Il vertice a due organizzato per limare i dettagli dell’accordo commerciale che l’amministrazione Obama vorrebbe chiuso entro l’anno si è concluso in un’atmosfera di ottimismo, ma senza nessun patto. "Siamo vicini all’accordo" ha detto Shinzo Abe al Wall Street Journal l’altro giorno, e oggi anche l’ambasciatore nipponico a Washington Sasae comunica il suo ottimismo via Bloomberg. Abe e Obama potrebbero essere in grado di annunciare l’avvenuto accordo la settimana prossima durante il viaggio diplomatico del premier giapponese. Ma il distacco su temi come l’accesso delle aziende Usa al mercato alimentare e automobilistico giapponese lasciano molti dubbi sul succcesso di quest’ultimo sforzo diplomatico.
INDONESIA – Lo spirito di Bandung
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Al summit asiatico-africano che si sta svolgendo in questi giorni in Indonesia, si celebra il 60esimo anniversario della conferenza di Bandung, quella che lanciò il movimento dei non allineati. Oggi arriva Xi Jinping e chiarirà come la Cina intenda rilanciare lo spirito dell’organizzazione, che vide tra i suoi fondatori l’allora premier Zhou Enlai, che prendeva le distanze dai due blocchi guidati da Urss e Usa e che introdusse il concetto di “terzo mondo”. Secondo i media cinesi, Xi dovrà rassicurare gli altri convenuti sul fatto che la Cina continui a operare per il bene comune del sud del mondo. Per farlo, rilancerà la cooperazione sud-sud e spiegherà come tutti possano beneficiare della nuova Via della Seta e della Banca Asiatica delle Infrastrutture e Investimenti.
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