Il cinese da strada

In Cina, Cultura by Redazione

Fine 2015, il blog ABCina.it sta per raggiungere il suo primo anno di vita, e Jappo sta ripensando a quando è atterrato in Cina nel 2009, dopo quasi tre anni di Lingue Orientali a Ca’ Foscari. Conosceva parole come 投资 tóuzī “investimenti”, 哲学 zhéxué “filosofia” o 国际贸易 guójì màoyì “commercio internazionale”, ma al ristorante non sapeva ordinare da mangiare o anche solamente chiedere il conto! Così, insieme ad Antonio avevano avviato una fitta discussione sul fatto che molte delle parole che utilizzavano quotidianamente le avevano dovute acquisire sul campo. I libri di testo si erano rivelati spesso troppo accademici e gli esempi proposti per le conversazioni erano risultati pressoché inutili per la vita di tutti i giorni. Ci sarebbe voluta una risorsa online con una lista di espressioni usate abitualmente…

Era solo l’inizio dell’avventura di ABCina. Pensavamo che raccogliere delle espressioni colloquiali in una rubrica settimanale sul blog avrebbe non solo interessato i nostri lettori, ma anche aiutato noi a tenere a mente tutte le nuove espressioni che incontravamo nella quotidianità di Beijing. Dovevamo solamente trovare un nome adatto a questa nuova rubrica. Dopo qualche giorno passato a spremerci le meningi, ecco che Antonio trova quello che è poi diventato un marchio di fabbrica: Cinese Da Strada, poi abbreviato in CDS. Insulti, parolacce, gergo, espressioni del dialetto locale erano i nostri principali obiettivi, ma lo erano anche quei termini d’uso comune coniati di punto in bianco, magari in relazione a qualche problema sociale o a qualche notizia dell’ultima ora. È stato proprio questo il caso del primo CDS pubblicato: 爆表 bàobiǎo.

Anche chi guarda alla Cina solamente attraverso i filtri dei telegiornali o della sezione esteri di qualche testata giornalistica è informato sul problema dell’inquinamento a Beijing. Ne eravamo a conoscenza anche noi quando studiavamo cinese all’università, ma solo dopo esserci trasferiti e aver preso dimestichezza con la lingua locale in maniera più approfondita, ci siamo imbattuti in questo termine. Come vedremo più avanti nella spiegazione dettagliata, 爆表 bàobiǎo è un’espressione abbastanza banale relativa all’inquinamento che ricorre spesso nella vita di chi vive a Beijing, pechinese o straniero che sia. Malgrado ciò, non appare mai nei manuali di lingua cinese, così come altre migliaia di parole nuove che vengono coniate ogni anno.

La velocità della vita cinese si riflette anche nell’evoluzione della lingua ufficiale e locale, tanto che annualmente vengono addirittura stilate classifiche per le nuove parole o espressioni più usate durante l’anno precedente. Lo studente non al passo coi tempi rischia
quindi facilmente di doversi confrontare con modi di dire poco comprensibili se interpretati alla lettera. La maggior parte dei neologismi nasce online: i cinesi infatti passano moltissimo tempo chini sui propri cellulari, o davanti al computer e, non a caso, internet è uno dei maggiori catalizzatori di questo fenomeno. Prima dell’avvento degli smartphone erano le piattaforme online come Baidu Zhidao, QQ, RenRen ad essere spesso i luoghi dove si discuteva delle notizie del giorno, delle mode, dei film e di tanto altro. Ora, grazie alla continua evoluzione del settore tecnologico ed informatico, il ritmo della vita nelle grandi città è aumentato esponenzialmente, parallelamente il mondo di internet è profondamente cambiato, e nuove piattaforme, nuovi social, nuove App nascono ad una velocità altissima.

Con la stessa velocità è mutata e si è evoluta anche la lingua cinese, dato che come si è detto gli utenti di internet sono i primi innovatori in questo senso: dalle loro discussioni, dai video in circolazione, dalle notizie più divertenti o hot (火 huǒ o 热门 rèmén, in gergo) vengono estrapolate espressioni che poi entrano con estrema facilità nella quotidianità di tutto il Paese attraverso gli efficientissimi strumenti di condivisione online. La percezione che molti occidentali hanno del funzionamento di internet in Cina è quantomeno distorta. Molti sanno che è limitato, che non è possibile accedere a diversi siti e portali stranieri, mentre è proprio questo che dà la misura del lavoro stupefacente realizzato negli ultimi anni.

Vivendo in Cina non si avverte molto il problema della censura e del Great Firewall, semplicemente perché esistono alternative, spesso migliori, agli strumenti occidentali. Se la censura ha stimolato la creatività dei developer di portali online e App cinesi, ha dato impulso anche a importanti fenomeni linguistici: la “lingua dei marziani” o 火星文 huǒxīng wén è una lingua nata proprio su internet per aggirare la censura. È una gara a chi è più furbo, così come l’eterna lotta tra la lancia e lo scudo. Il governo impedisce la discussione di alcuni argomenti, gli utenti trovano il modo di scriverne senza metterlo in allerta. Si possono usare omofoni, numeri, dividere i caratteri in più parti o usare lettere latine per indicare solo le iniziali delle parole (esempio molto comune è l’insulto TMD, come spiegato nella sezione “Insulti”). Ma non è solo una questione di censura, a volte la “lingua marziana” viene utilizzata anche dai ragazzini per scambiarsi messaggi indecifrabili dai propri genitori o dai professori di scuola. Internet in Cina nasconde quindi molti segreti e solo i più aggiornati ed attenti possono scoprire come orientarsi in questa nuova realtà.

Per quanto possa essere stigmatizzato come un mondo chiuso e noioso, è invece il luogo dove cercare se si volgliono capire aspetti della cultura cinese contemporanea altrimenti incomprensibili. Merita una menzione anche la recente contaminazione della lingua cinese da parte delle lingue occidentali, in primis l’inglese. Se prima molte parole venivano comunque traslitterate dall’alfabeto latino utilizzando dei caratteri di simile pronuncia, ora si iniziano a incontrare spesso adattamenti che non utilizzano caratteri cinesi, ma solo il pinyin o l’inglese stesso. Le grandi città come Beijing, Shanghai e Guangzhou sono diventate melting pot: persone di tutto il mondo affollano le università e gli uffici delle grandi aziende influendo costantemente sul modo di parlare e sulle abitudini. Oltre alla mobilità internazionale, le distanze si sono molto accorciate all’interno della stessa Cina, permettendo a espressioni dialettali, prima relegate in una singola regione, di diffondersi per tutto il Paese. Insomma la lingua cinese è in continua evoluzione, è incredibilmente viva.

Può sembrare che stiamo divagando un po’, ma questo preambolo era necessario per arrivare al punto della questione: a chi serve
il Cinese Da Strada? Serve a chi sta cominciando ad avvicinarsi ora alla lingua cinese, a chi l’ha già studiata e a chi la usa quotidianamente per motivi professionali, per imparare nuove espressioni o per scoprire l’origine e il significato di parole già sentite ma mai approfondite. Di questi nuovi modi di dire non c’è traccia nei manuali adottati nelle università; s’imparano solo vivendo o lavorando in Cina, bazzicando i social cinesi e uscendo con amici locali. Questo libro sui CDS è lo strumento che darà a molti la possibilità di apprezzare l’estrema vitalità della lingua cinese che grazie alla sua particolare struttura continua a creare neologismi ed espressioni nuove in modo del tutto originale.

Il Cinese Da Strada serve quindi anche a non rimanere indietro, incollati al cinese accademico, e fornisce al lettore quelle chiavi interpretative che lo aiuteranno a tenere sempre le orecchie e gli occhi aperti, per restare in costante aggiornamento sulle nuove tendenze, espressioni, battute, e sui modi di parlare e scrivere. Quando abbiamo pubblicato online il primo CDS, nel lontano gennaio 2016, non sapevamo se saremmo riusciti a raccogliere poco più di qualche espressione, del resto da stranieri in Cina non sempre si ha la possibilità di addentrarsi così a fondo nella cultura locale. Abbiamo iniziato questa avventura con un grande punto interrogativo che ha aleggiato sulle nostre teste per più di un anno, esplicitandosi in domande che oscillavano da: «Cosa scriviamo questa settimana?», «Hai un CDS pronto per domani?»; a quelle legate ai momenti di disperazione: «Sono più di dieci giorni che non sentiamo un termine nuovo… non riusciremo mai a continuare con la rubrica dei CDS».

Dopo tre anni e più di 100 termini raccolti, dobbiamo dire invece che il Cinese Da Strada è diventata la parte più apprezzata di ABCina e, più apprezzata di ABCina e, stranamente, non solo dai sinologi, ma anche dai semplici appassionati di Cina o da chi vi si reca per lavoro senza conoscerne la lingua. Insomma, le migliaia di utenti che leggono la rubrica ogni settimana, spesso senza perdersi nemmeno un articolo, ci hanno convinto che sarebbe stato utile riunire tutto il materiale raccolto fino ad oggi in un libro. Per la pubblicazione che qui presentiamo, tutte le espressioni selezionate sono state riviste ed aggiornate; inoltre sono stati inseriti neologismi, nati o diffusi negli ultimi mesi, che non pubblicheremo online ma saranno esclusivamente all’interno di questo lavoro. Il libro è suddiviso in cinque sezioni – quotidiano, insulti, millennials, sesso e affari –, ognuna delle quali è preceduta da una nota introduttiva e suddivisa in capitoli corredati da esempi che rendono più chiaro l’utilizzo e il significato di ciascun termine o espressione presentati. Alcuni capitoli riportano, accanto al titolo, dei codici QR che rimandano al nostro portale www.abcina.it. Quando il link si riferisce ad uno specifico argomento – e non genericamente al termine che dà il titolo al capitolo – lo troverete indicato dal simbolo. Abbiamo parlato fin troppo, è arrivato il momento di attaccare con la prima sezione del libro, quella dedicata ai termini più comuni e di utilizzo quotidiano, ma che non troverai in nessun altro libro, se non in questo.

给力 Gěilì – Dare forza (Fico!)

Se sei in Cina e ti capita di sentire qualcuno esclamare Gelivable! o
Ungelivable!, non è il tuo inglese il problema, ti trovi semplicemente di fronte al cosiddetto chinglish.
L’origine di queste due espressioni arriva direttamente da 给力
gěilì:
• 给 gěi: dare
• 力 lì: forza
给力 gěilì nella sua traduzione letterale può significare “dare
forza”, “dare supporto” ma viene spesso utilizzata anche in altre
maniere:
• come aggettivo per dire: fantastico, bellissimo, fico;
• come verbo per incoraggiare – simile a 加油 jiāyóu, o anche come il giapponese gambatte!

Malgrado l’inglese offra diverse soluzioni alla traduzione di questo termine, i cinesi hanno preferito riadattarlo in chinglish inventando
così gelivable e ungelivable. Gelivable mantiene quindi lo stesso significato di 给力 gěilì, e ungelivable ne costituisce la forma negativa, anche se potrebbe trarre in inganno per la somiglianza con unbelievable. Infatti, mentre quest’ultima viene spesso usata anche in accezione positiva, per esprimere l’emozione data da una bella sorpresa, ungelievable è puramente negativa, e corrisponde esclusivamente a 不给力 bù gěilì, ovvero noioso, spento (che non dà forza).

 

北京比基尼 – 赤膊 Běijīng bǐjīní – Chìbó – Beijing Bikini e torso nudo

Quando in Cina arriva l’estate, il caldo afoso con l’aggiunta dell’inquinamento atmosferico risulta insopportabile. Al chiuso si resiste
solamente con l’impianto condizionatore al massimo, ma per strada non ci sono scelte: non rimane che starsene a torso nudo quanto
più possibile, oppure adottare la tecnica del Beijing bikini. Il Beijing bikini, abbreviato anche con BB, è un modo particolare di indossare una normale maglietta. Un fenomeno di massa che si manifesta con la puntualità di un orologio svizzero quando il caldo torrido, unito allo smog e all’umidità, colpisce la capitale cinese e rende insopportabile perfino camminare per strada. Il Beijing bikini risolve i problemi di molti e in realtà è una pratica diffusa in tutta la Cina.

Ci sono vari stili di BB: Il Beijing Bikini classico: per prima cosa bisogna indossare una maglietta; dopodiché si prendono i lembi inferiori, si piegano una volta e si tirano su fino a che non arrivano sotto le ascelle; a questo punto basta tenere le braccia aderenti al corpo per evitare che cada e il gioco è fatto. Il Beijing Bikini doppio: come il BB classico ma dopo la prima piegatura ne segue una seconda. I vantaggi sono molteplici: garantisce l’esposizione di una superficie di pancia più estesa e al contempo una tenuta più sicura.
Il Beijing Bikini Roll: a differenza dei precedenti metodi che si basano sulla tecnica della piegatura, il BB roll fonda la sua esistenza sull’arrotolamento. Basta arrotolare la maglietta dal basso verso l’alto. La dimensione del rotolo varia a seconda dei gusti e della
tecnica usata.

Per chi invece proprio non sopporta né maglietta né camicia addosso e vuole rimanere a torso nudo questo è il termine perfetto:
赤膊 chìbó. Anche se letteralmente rimanda a qualcosa come un “braccio rosso”, vuol dire in realtà essere nudi fino ai fianchi, quindi rimanere a torso nudo, mentre 打赤膊 dǎchìbó indica l’atto di spogliarsi fino alla cinta. Attenzione però, andare in giro a pancia all’aria o a torso nudo sta diventando una pratica sconsigliata. Proprio durante il 2019 il governo cinese, soprattutto a livello locale, ha cercato di scoraggiare i cittadini dal mostrare le proprie nudità nei modi sopra descritti. La città di Jinan (Shandong) ha rilasciato un avviso ai residenti, invitandoli a tenere a bada le proprie pance, definendo il Beijing Bikini un comportamento “incivile”. A Tianjin sono state fissate multe di qualche centinaio di yuan per chi si esibisse in questo atteggiamento indecoroso. A questo proposito anche noi di ABCina abbiamo voluto interpellare i lettori e abbiamo lanciato un sondaggio su Facebook: Beijing Bikini sì o no?, e checché ne dicano le autorità cinesi, i votanti, perlopiù di nazionalità italiana con esperienza di vita in Cina, hanno espresso il loro verdetto unanime a favore del Beijing Bikini.