Siamo ufficialmente abitanti del villaggio di Bollophur, periferia di Santiniketan, periferia di Bolpur, a tre ore da Calcutta, Bengala Occidentale. Questi sono i nostri diari.
Santiniketan e Bolpur potrebbero benissimo essere un’unica città. La divisione dei territori di Santiniketan da quelli di Bolpur, dopo quasi 8 mesi di residenza, non ci è ancora molto chiara.
Si vocifera il confine sia un incrocio di Santiniketan Road, nome altisonante per indicare l’arteria principale del diroccato sistema stradale locale, ma un modo incontrovertibile per scoprire dove finisca Bolpur e dove inizia Santiniketan dovrebbe essere azzeccare il giorno di chiusura dei negozi.
Siccome Santiniketan è la patria morale di Rabindranath Tagore, uno spirito geniale molto ingombrante, come avevamo già avuto occasione di ricordare, qui le cose devono tutte funzionare apparentemente in un modus Tagore-friendly.
Passato alla storia per il suo spirito anti-discriminatorio, per rispettare tutti al di là di caste e religioni, per non fare torti a nessuno il giorno settimanale di riposo per gli esercizi di Santiniketan è il mercoledì: scelta tattica, lontano dal weekend sacro per ebrei e cristiani, lontano dal venerdì dei musulmani.
Presumendo un intento di alternanza con l’obiettivo di non bloccare totalmente le attività commerciali della zona, a Bolpur i negozi chiudono invece al giovedì.
Iniziando a considerare la domenica come giorno lavorativo normale, in questi mesi abbiamo provato ad adattarci ai costumi locali, evitando di uscire a fare la spesa nei giorni off limits. Risultando in un continuo fallimento.
Con questa storia del labile confine tra Santiniketan e Bolpur, ci ritroviamo spesso a raggiungere dei negozi convinti di trovarli aperti, trovandoci disillusi davanti ad una saracinesca chiusa. Chiedendo spiegazioni apprendiamo ogni giorno altri costumi tipici del luogo.
Tipo che il confine di Bolpur è qualche centinaio di metri più in là, o che oggi è martedì e a Santiniketan si lavora solo mezza giornata (quando andiamo al pomeriggio riposano al pomeriggio, quando capitiamo la mattina riposano la mattina).
Oppure che oggi, che sfortuna!, è proprio il terzo giorno dalla luna piena di Roshtro (un mese inventato a caso), quando secondo la leggenda Vishnu ha rubato la marmellata delle Gopi o ha bevuto il veleno del mondo o ha mescolato l’oceano di latte dal quale è emerso il monte Meru. Quindi è festa.
Oppure "che non vedi che fa troppo caldo?" o "che non vedi che tra poco piove?" o "che non lo sai che domani è la festa del raccolto e si sta tutti a casa a preparare i dolci per il pranzo di domani?". Tutto chiuso.
Ieri ad esempio usciamo verso le cinque e lungo Santiniketan Road troviamo tutto sbarrato. Chiediamo spiegazioni ad un rikshawalla di nostra conoscenza e lui ci illustra la situazione con occhi santiniketani. Non solo è mercoledì, e quindi qui è tutto chiuso (essendo Santiniketan), ma stanno anche facendo i lavori delle tubature a fianco la strada, con tutta quella polvere che vuoi aprire? Inoltre, come se non bastasse, stamattina hanno trovato un morto sulle rotaie, dicono l’abbia ammazzato di botte la polizia, quindi tutti i commercianti hanno fatto una chiusa per protestare.
In definitiva, sia Santiniketan o Bolpur, i negozi aprono un po’ quando gli pare a loro. La cosa non viene presa assolutamente come un disservizio, nessuno pensa che stare chiusi possa risultare in una perdita economica. Il riposo è dogmatico e, soprattutto, in linea coi dettami del Maestro.
Quando troviamo aperto facciamo scorta di patate e riso, ché del doman non v’è certezza.