Hong Hao. L’arte della scansione

In by Simone

Classe 1965, Hong Hao è nato e cresciuto a Pechino e si è diplomato al Printmaking Department dell’Accademia Centrale di Belle Arti nel 1989. Ha esposto per la Max Protech Gallery di New York nel 1988, per il Canvas International Art di Amsterdam nel 1999 e per lo Shanghai Art Museum durante la biennale del 2000, e al momento collabora principalmente con la Pace Beijing Gallery. Recentemente ha esposto al MUST di Bologna nella Biennale Foto/Industria 2015.
Sin dagli esordi, l’arte di Hong Hao è stata una critica verso la società: con Selected Scriptures, nei primi anni Novanta si è dedicato all’assemblaggio di scansioni che rappresentano un grande libro aperto, una sorta di enciclopedia fittizia che raccoglie le possibili reinterpretazioni del presente e del futuro attraverso mappe e storie alternative; poi, nel 1997 si è fotografato nei panni di uomo di successo, una satira nei confronti della ricchezza e dell’occidentalizzazione della Cina. Due anni dopo decide di concentrarsi sulla città di Pechino: ecco allora che posa in abiti tradizionali cinesi. Questo tema ricorrerà anche nel suo lavoro successivo, in cui reinterpreta dipinti originali della dinastia Song con fotografie di strada delle vecchie capitali: vedute vecchie e nuove degli stessi luoghi, per comprendere i cambiamenti che hanno attraversato la società cinese.

Con il lavoro presentato per il MAST, Le Mie Cose, Fondi, Hong Hao ritorna all’uso dello scanner per mostrarci gli oggetti che compongono la sua quotidianità. Il progetto, iniziato nel 2001 e durato dodici anni, vuole essere una sorta di diario visivo della vita di tutti i giorni a Pechino, ma non solo: è facile infatti intravedere una critica non troppo velata alla società dei consumi e alla sua estetica superficiale e asettica. Dodici anni è inoltre il periodo di trasmigrazione in cicli di destini diversi nel pensiero tradizionale cinese: ecco quindi che le tracce di vita di un individuo acquistano un significato ben più profondo, un’auto-analisi di ciò che si è stato, si è e si sarà.

Nove le opere esposte: da Le mie cose n.1 (2001 – 2002), in cui Hong Hao scansiona e fotografa un ammasso indistinto degli oggetti più disparati, a Contabilità 07 B (2008), in cui tutto assume un ordine e una geometria più rigorosi. O anche: Le mie cose n.5, del 2002, dove i frammenti si fanno sempre più minuti, ma si possono ancora riconoscere le sagome ritagliate di Bruce Lee accanto a fotografie sminuzzate di donne nude e a scatole di pillole. Che dire poi di Ri-Produzione A Rossa (2006), praticamente un compendio di tutto ciò che è stato prodotto dal Partito Comunista per l’uomo del popolo, dal Libretto Rosso di Mao ai portachiavi?

Il lavoro di Hong Hao diventa via via più elegante e formale, con le simmetrie rispettivamente rettangolari e rotonde di Le mie cose n.7 (2004) e di Riguardo al cerchio n.4 (2008), e con il bianco e nero di Fondo n.2 (2008) e Fondo n.5 (2009). L’esposizione si chiude con Capelli, del 2002: quasi un quadro di arte astratta, dove una miriade di linee nere si inseguono su una tela candida, e una via di fuga per distaccarsi dagli oggetti, quegli oggetti per cui l’individuo ha ormai sviluppato un rapporto di dipendenza e che sente come chiave di affermazione e di definizione sociale.

Il metodo della scansione, che a differenza della macchina fotografica annulla la distanza tra il soggetto e l’oggetto, è a sua volta emblematico: una rappresentazione cruda e asettica della società consumista, e soprattutto di quel capitalismo di Stato che ha ridefinito l’identità cinese negli ultimi anni. Un’identità che sembra perdersi nell’infinità di oggetti che entrano ogni giorno nella vita del popolo cinese, ma che sa anche ritrovarsi in quegli stessi oggetti – gli oggetti di Ri-Produzione A Rossa, una testimonianza fedelissima della storia cinese dal 1949 ad oggi.

*Francesca Berneri è nata a Cremona il 23/03/1990 e ha conseguito la laurea magistrale in Studi dell’Africa e dell’Asia all’Università degli Studi di Pavia il 21/07/2014 con l’esito di 110 e lode. Nel mese di agosto 2013 ha svolto attività di ricerca presso la Beijing Language and Culture University. Il 23/02/2015 ha conseguito il diploma di licenza presso lo IUSS di Pavia.