Mentre in Italia ci si appresta al rito annuale del toto-cinepanettone, ovvero indovinare se a sbancare i botteghini di sale e multisale della penisola durante il periodo natalizio sarà una “commedia” demente/demenziale con i soliti volti noti del mondo degli spot della telefonia mobile, o l’ennesimo fantasy da vedere rigorosamente con occhiali 3D, anche in Cina è iniziata la sfida al botteghino (ovvero il piaofang) più significativa dell’anno.
È infatti arrivata la stagione degli hesuipian, letteralmente “Film del Capodanno”, cioè quelle pellicole commerciali che allieteranno la Festa di primavera di milioni di spettatori di tutta la nazione e che sono già in uscita a partire dal mese di dicembre.
Quello hesuipian è un fenomeno cinematografico – e commerciale – piuttosto recente, essendo nato alla fine degli anni ’90, costituendo uno sforzo della cinematografia nazionale cinese di competere con lo strapotere di Hollywood, offrendo pellicole capaci di attirare un grande pubblico con trame avvincenti e ricche di intrattenimento e con il richiamo di star e registi famosi, che in questo periodo sono impegnati in diversi tour promozionali in tutta la Cina.
Grazie agli hesuipian la festa nazionale più importante dell’anno è ulteriormente arricchita da prodotti culturali dalle forti caratteristiche cinesi. Quest’anno sono quattro i film principali che si contenderanno il primato del maggiore incasso, una categoria di valutazione ormai preponderante anche nella cultura popolare della Cina contemporanea.
Il primo di questi film a uscire nelle sale è stato Sacrifice (Zhaoshi Gu’er) diretto da Chen Kaige, che insieme a Zhang Yimou è l’autore più rappresentativo di quella Quinta generazione di registi cinesi che a partire dagli anni ’80 si è imposta all’attenzione del panorama cinematografico internazionale, e ha dato vita a un nuovo corso della storia della cinematografia cinese.
In Sacrifice Chen Kaige riprende e riscrive una celebre opera teatrale di dinastia Yuan, che a sua volta è ispirata a fatti risalenti alla Cina antica pre-imperiale e raccontati nello Shiji. Già tradotta in Europa a partire dal Settecento, fu alla base della tragedia di Voltaire L’orphelin de la Chine (1755).
Quella di Chen Kaige, che firma anche la sceneggiatura, è un’operazione di recupero storico-culturale -e commerciale allo stesso tempo- che cerca di adattare per il pubblico contemporaneo un’opera tradizionale cinese, tra le prime a essere conosciuta in Europa e diventata “globale”. Con Chen Kaige la vicenda dell’orfano Zhao, allevato dal dottore Cheng Ying (interpretato da Ge You), diventa una riflessione sul significato della paternità e sul senso della vendetta come fine, ma che forse manca di una vera presa sulla realtà contemporanea.
Ecco il trailer di Sacrifice
Decisamente sui toni della commedia popolare è invece Just Call Me Nobody (Daxiao Jianghu) di Zhu Yanping, che promette risate e ilarità grazie alla presenza di Zhao Benshan. Nel film questo mostro sacro del xiaopin (una forma di teatro comico, in qualche modo vicino al nostro cabaret) è affiancato da quel Xiao Shenyang che proprio con Zhao fece impazzire tutto il popolo cinese con un pezzo comico realizzato durante la trasmissione di Capodanno di due anni fa, e divenuto un tormentone nazionale per lungo tempo.
Già dal primo weekend Just Call Me Nobody, simile per certi versi ai cinepanettoni di Parenti-De Sica, ha superato per incasso Sacrifice segno che anche in Cina, come in Italia, la commedia facile e grossolana è capace di attirare un maggiore pubblico rispetto a film più impegnativi, seppur pieni di star famose.
Ecco il trailer di Just Call Me Nobody
Se possibile più vicino al film “d’autore” è forse Let the Bullets Fly (Rang Zidan Fei) di quel Jiang Wen, che prima si è fatto conoscere come attore -esordendo in Sorgo Rosso (Hong Gaoliang, 1987), opera prima di Zhang Yimou- per poi dedicarsi anche alla regia a partire dagli anni novanta (questo è il quarto film che dirige), realizzando in maniera indipendente opere importanti e personali, e che in passato hanno avuto problemi di censura, come il prorompente Devils On the Doorsteps (Guizi Laile, 2000).
Let the Bullets Fly con Chow Yunfat e (di nuovo) con Ge You è una storia di gangster e intrighi di una Cina tra tradizione e modernità, raccontata con quello stile visionario tipico di Jiang Wen.
Ecco il trailer di Let the Bullets Fly
In questa affollata corsa all’ultimo biglietto strappato non poteva mancare Feng Xiaogang, che è sinonimo di hesuipian essendone stato in qualche modo l’ideatore e primo promotore, dirigendo film che ogni anno sono stati visti da centinaia di milioni di cinesi. Quest’anno Feng, si presenta con If You Are the One 2 (Feicheng Wurao 2), sequel di quel grande successo di due anni fa, interpretato dal sempre presente Ge You e dall’avvenente attrice taiwanese Shu Qi.
Commedia sofisticata, esteticamente ricercata, emotivamente ricca, Feicheng Wurao promette nel suo sequel di ripetere il successo grazie anche alla sua capacità di ammiccare alla classe media urbana con un certo romanticismo nostalgico e immagini da cartolina.
Ecco il trailer di If you are the One 2
Il 2010 è stato sicuramente un anno impegnativo per Feng Xiaogang che nello stesso anno ha già realizzato Aftershock (Tangshan Dadizhen), omaggio al popolo cinese riunito come una sola famiglia sotto un unico cielo davanti alle tragedie e difficoltà. Ma un anno intenso lo è stato soprattutto per l’attore Ge You –conosciuto in occidente soprattutto per lo straodinario Vivere! di Zhang Yimou (Huozhe, 1994)- protagonista di tre dei film qui presentati, che con la sua testa tonda e pelata è la vera immagine della corsa al botteghino di questi hesuipian, e forse il suo unico vincitore.
Edoardo Gagliardi – Dottorando presso la Facoltà diStudi Orientali, Sapienza – Università di Roma, si occupa di cinema cinese contemporaneo. Ha in passato collaborato a riviste e siti internet come Rockerilla, Film, Caltanet, ecc. Attualmente vive a Pechino.