Da Tiresia a Chen Guangcheng, storia di profeti ciechi che hanno scosso gli immaginari e messo in discussione le strutture morali delle società. La storia di Chen Guangcheng, raccontata dal Financial Times.
L’idea di un veggente cieco non è nuova. Nell’antica Grecia, Tiresia, il profeta cieco di Tebe, ha avvertito Edipo che avrebbe finito per uccidere il padre e che sarebbe andato a letto con sua madre. La sua totale cecità ha reso la verità della sua profezia più significativa.
Così è nel caso di Chen Guangcheng, avvocato autodidatta non vedente che ha lasciato mercoledì l’ambasciata degli Stati uniti per riprendere la sua vita come, si può solo sperare, uomo relativamente libero in Cina.
La cecità di Chen è risuonata a più livelli. Ciò è stato evidente nella campagna online in Cina, in cui i sostenitori hanno pubblicato fotografie di se stessi con i suoi occhiali scuri, che ne rappresentano un marchio di riconoscimento simbolico.
La cecità dell’avvocato attivista ha reso la sua battaglia tanto più straordinaria ed il fatto che lo Stato lo abbia imprigionato e picchiato ancora più criminoso. Ha reso la sua fuga improbabile dagli arresti domiciliari, su un muro e aggirando i controlli delle guardie, ancora più eroica.
E ha evidenziato la vulnerabilità dell’apparato di sicurezza di uno Stato che a volte può apparire insuperabile da parte della società nel suo insieme, per non parlare di un uomo solo cieco.
Come Tiresia, che ha intuito la verità nel buio, la posizione centrale di Chen – che le donne non dovrebbero essere costrette ad aborti – ha esposto in un lampo la bancarotta morale delle politiche pubbliche della Cina.
Gli aborti forzati, oltre ad essere moralmente ripugnanti, sono irrimediabilmente superati, anche dal punto di vista più freddo della politica.
Più di 30 anni di politica del figlio unico hanno lasciato la Cina sull’orlo di un rapido invecchiamento, sollevando la prospettiva – profetizzata dagli economisti – che la Cina potrebbe diventare vecchia prima di diventare ricca.
È ironico che Christian Bale, l’attore di Hollywood che ha interpretato Batman, sia stato picchiato quando ha tentato di visitare l’attivista lo scorso dicembre. In Cina, come in America, un uomo cieco che supera la povertà e l’analfabetismo appare più coraggioso di qualsiasi supereroe in calzamaglia.
Questo è ciò che rende il Chen una forza difficile da affrontare per le autorità cinesi. A differenza di Liu Xiaobo, vincitore del premio Nobel per la Pace, la cui richiesta di democrazia ha sfidato direttamente il potere statale, Chen è più difficile da ritrarre come una minaccia per l’autorità.
Come i manifestanti di Wukan, che hanno chiesto l’espulsione dei funzionari corrotti del villaggio, il Chen ha diretto la sua ira non esplicitamente contro Pechino, ma contro i funzionari della provincia dello Shandong.
Nel video caricato su YouTube dopo la sua fuga notturna la scorsa settimana, ha fatto appello direttamente a Wen Jiabao, il premier, per punire i quadri locali. Incolpandoli per aver deturpato l’immagine del Partito, ha sfidato il Wen a rispondere se i funzionari locali abbiano agito da soli o in conformità con le istruzioni di Pechino.
Wen era l’uomo giusto a cui chiedere. Si è presentato come difensore della gente comune. Il suo discorso contro Bo Xilai, l’ex segretario del Partito di Chongqing caduto in disgrazia, è stato redatto precisamente in termini di funzionari ribelli che avevano infranto i ranghi del Partito.
La distinzione ha fornito a Pechino una via d’uscita. Si è raggiunto l’accordo, dicono i funzionari degli Stati Uniti, di trasferire il signor Chen in un "ambiente sicuro" e di permettergli di studiare all’università. Pechino si è anche impegnata, sempre secondo gli Stati Uniti, a indagare le presunte false accuse contro Chen.
Naturalmente, nessuno sa se Pechino onorerà le sue promesse. Ci sono state alcune indicazioni ieri sera che Chen potrebbe aver deciso di restare in Cina a causa di timori per la sicurezza della sua famiglia.
Egli vivrà in territorio sovrano cinese al di là della portata di qualsiasi cosa, fatta eccezione per la persuasione morale di Washington.
Pechino deve, per ora, accontentarsi di rimproverare gli Stati Uniti per aver interferito nei suoi affari interni e strappare la promessa che ciò non ci verificherà più.
Si tratta di un compromesso fragile degno di questi tempi straordinari in Cina. Il Partito comunista si sta ancora riprendendo dalla caduta improvvisa di Bo Xilai, le cui ripercussioni non sono chiare per la successione della leadership di quest’anno.
Le rivelazioni su Bo, anche se il Partito può pretendere di aver risolto il caso, potrbbero aver fatto poco per promuovere la reputazione del governo tra il popolo cinese in merito a legalità o decenza.
Lo strano caso di Chen non fa che aumentare il senso di instabilità. In pochi sono disposti a scommettere che il Partito porterà avanti la sua successione politica, senza ulteriori intoppi.
La profezia rivelata a Edipo ha portato alla tragedia. Alla fine della tragedia di Sofocle, il giovane re greco, realizzando quello che aveva fatto, si è strappato gli occhi in modo da non dover più guardare un mondo che ha così insozzato.
Nessuno si aspetta che il Partito comunista faccia una cosa del genere. Ma Chen rimane un simbolo potente. Non sfuggirà all’attenzione di alcune persone in Cina che, per migliaia di anni, la personificazione della giustizia in Occidente è stata cieca.
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