Doraemon, il gattone robot creatura di Fujiko F. Fujio, nascerà il 3 settembre 2112, tra poco meno di 100 anni. Per la ricorrenza i fan di tutta l’Asia hanno festeggiato il non-centenario tra musei, cittadinanze onorarie e gadget esclusivi.
Il 3 settembre di quest’anno per Doraemon, gattone robot proveniente dal futuro nato dalla matita di Fujiko F. Fujio (al secolo Hiroshi Fujimoto), è stato un giorno significativo: il centesimo anniversario prima della sua nascita, che avverrà il 3 settembre 2112.
Doraemon, famoso anche in Italia, non è solo un manga o un anime, è il prodotto della fantasia di un maestro della narrazione che come pochi ha saputo raccontare la fanciullezza nella sua quotidianità attraverso il filtro di matita, inchiostro e retini.
Doraemon non è solo un fumetto. Doraemon è un romanzo di formazione. Doraemon è l’età dell’innocenza. Doraemon è la dolcezza del ricordo. Doraemon è la scatola di biscotti che rubavamo alla nonna. Doraemon è l’idea di poter volare prendendo in mano dei palloncini. Doraemon ci ricorda i pomeriggi d’estate passati a giocare e a progettare i pomeriggi dei giorni seguenti con gli amichetti al parco. Doraemon è giocare a nascondino. Doraemon è pensare che la dokodemo door esista davvero. Doraemon è il primo amore a sette anni. Doraemon è quello che non siamo più e che è bene ricordare che siamo stati. Doraemon è tutto questo e molto di più.
Al papà di Doraemon, autore di molti altri titoli, alcuni dei quali – come Superkid eroe bambino – conosciuti anche in Italia, è stato dedicato un museo. Ha aperto i battenti lo scorso anno e proprio il 3 settembre, in coincidenza col non-compleanno di Doraemon, ha festeggiato il primo anniversario.
Non è un parco giochi per bambini o per otaku troppo cresciuti, ma un vero e proprio museo all’interno del quale sono esposte tavole originali, fotografie dell’autore, modellini e brevi documentari che spiegano la vita, la filosofia e le opere di Fujio.
Tra le altre cose, c’è anche una ricostruzione dello studiolo dove il mangaka partoriva le sue storie, tra le centinaia di libri e modellini presenti sugli scaffali ce ne sono anche di E.T., quello della teleselezione (si chiama ancora così?), e di Star Wars.
Per un appassionato, collegare Doraemon e la sua dokodemo door (porta che va dovunque) all’alieno più cuccioloso di tutti i tempi e a Darth Vader è qualcosa che non ha prezzo. Qualcosa che non si può comprare nemmeno con la nota carta di credito.
Al museo lo hanno festeggiato con alcuni gadget ad hoc e con una postazione, con relativa fila, dove ci si può far fotografare insieme a Doraemon e alla sua torta di compleanno. Il museo, oltre ad essere molto bello da un punto di vista architettonico, offre delle audioguide gratuite, puntuali e ricche di informazioni. Al termine del percorso si può assistere anche ad un film originale, che ritrae tutti i personaggi che fanno parte dell’immaginario di Fujiko F. Fujio.
In Giappone, sempre in questi giorni, si trova in libreria una bella rivista dedicata al Maestro Fujio e al suo personaggio più importante, una pubblicazione che raccoglie tutti i retroscena del mondo del gatto robot.
Sfogliandola la prima cosa che salta all’occhio è una geniale pubblicità di Google, che ha associato più volte il suo nome a Doraemon festeggiandone le ricorrenze con i suoi doodle, nella quale semplicemente si vede il gattone blu cercare qualcosa nella sua magica tasca quadrimensionale. Quale migliore immagine per il motore di ricerca più importante del mondo.
Google ha anche lanciato un sito, solo in giapponese, dedicato al gatto robot e ai suoi gadget speciali (www.miraisearch.jp, mirai significa ‘futuro’). Tra le altre iniziative legate all’anniversario c’è stato il lancio di una linea di orologi in tiratura limitata prodotti dalla Runatown che ritraggono Doraemon, hanno preso il nome di Doratch (sic!).
La città di Kawasaki, luogo dove viveva Fujiko F. Fujio e dove si trova il museo, ha conferito a Doraemon la cittadinanza onoraria. Documento trasformato poi in un attestato da distribuire ai fan in visita al museo. Il sindaco, Takao Abe, ha dichiarato che Kawasaki è la città di nascita di Doraemon ed è lì che deve avere residenza.
I festeggiamenti si sono sparsi a macchia d’olio per tutta l’Asia, dove il successo del manga e dell’anime non conosce rivali. Ad Hong Kong hanno esposto per un mese, presso Harbour City, la bellezza di cento statue di Doraemon, ognuna alle prese con uno dei suoi incredibili gadget estratti dalla tasca magica, quelli che in Italia sono conosciuti come ciusky.
Bandai, nota azienda produttrice di giocattoli, ha tirato fuori dal cappello un’edizione limitata di action figure di Doraemon (prezzo 42 euro circa) che lo ritraggono nella sua forma originale, ossia prima di perdere le orecchie e l’originale colorazione giallo-oro.
Giusto per la cronaca, le orecchie gliele ha mangiate un topo-robot, causa della sua fobia per i topi, e la colorazione è stata lavata via dalle lacrime, tante, che ha versato per aver perso le orecchie.
E’ il caso di dire cento di questi giorni Doraemon! Anche perché tra centouno inizieranno i compleanni veri e propri.
[Foto credit: showwallpaper.com]
*Disma Dylan Pestalozza è giornalista professionista e speaker a Radio Popolare di Milano; cofondatore della webradio c04st2c04st.net e orgoglioso tenutario del blog disma.biz. Dal 2012 vive a Tokyo e prova ad esercitare la professione più antica del mondo.