Futurismo a Pechino

In by Simone

Una bestia di fuoco e velocità, cinque quintali di pura bellezza, Un angelo giallo come un lampo e improvviso come una faina, cantava De Gregori celebrando la figura dell’aviatore della prima guerra mondiale Francesco Baracca, in un testo dall’epica futurista, in cui la guerra è solo l’occasione, e i nemici quasi complici di questa volontà, complici e gregari della nostra temerarietà.

Velocità, spirito un po’ guerriero e guerrafondaio affogate nel periodo storico che ne ha fatto da incubatore, il futurismo riflette per primo sul cambio di secolo, buttandosi a capofitto nel Novecento, diventandone propulsore artistico e intellettuale, finendo per allargarsi al design, architettuta e tecniche pubblicitarie. Un’arte, un’architettura, una pittura nuova, a celebrare la nuova umanità novecentesca con i suoi miti, apprensioni, volontà.

Da Alessandria arriva in Cina una mostra sul futurismo, tentando di cogliere un legame tra inizio secolo italiano ed europeo e magnificenza cinese in cui la velocità e la tracotante bellezza del progresso più mastodontico, trovano fili in comune, al di là del paradosso.

 

La città infatti "che ha eletto il grigio come proprio colore", Alessandria, si collega a Pechino, città grigia per molti giorni dell’anno, unendo questa comunanza nella Città Grigia di Nicolaj Djulgheroff (foto gentilmente fornita a CF dal Namoc), presente  nella mostra, che invece rivela la gamma dei colori che si nasconde sotto etichette stantie, in salti quantici storici: ottocentesche, secondo i futuristi, vecchiumi, secondo i cinesi.

Inaugurata la scorsa settimana la mostra  A+B+C/F=FUTURISMO promossa anche dall’Istituto di Cultura italiana a Pechino, sarà a disposizione dei visitatori fino al 28 ottobre, presso il National Art Museum di Pechino. “Un’ampia ed eccezionale selezione di opere che illustra nella sua essenza la storia del Futurismo, di questa prima avanguardia globale sorta all’inizio del secolo scorso e le cui idee ebbero un impatto indelebile su arte, letteratura, fotografia, cinema, musica, teatro, cucina, grafica pubblicitaria, arti applicate, moda e design”, spiegano gli organizzatori. Una collaborazione destinata a durare: “questo evento segna la prima parte di un accordo siglato tra il Namoc e la città di Alessandria che prevede per il 2011, nell’ambito dell’Anno della Cina in Italia, l’arrivo ad Alessandria della mostra "Play in Shadows", promossa dal governo cinese e dal Namoc sulla collezione di ombre cinesi”.

Dopo Pechino, la mostra si sposterà a Canton, al Guandong Art Museum, dove rimarrà fino alla fine di febbraio 2011.