Ferisce più la penna…

In by Simone

Prosegue la repressione di fine anno in Cina: dopo le condanne a due dissidenti, avvenute il 23 e il 26 dicembre scorso, IL 18 gennaio le autorità cinesi hanno accusato Zhu Yufu – ancora una volta una persona considerata tra i veterani dell’attivismo locale – di “sovversione di stato”. Per aver scritto una poesia.
Si tratta dell’ultimo di una serie di accuse o processi contro attivisti locali che hanno portato pene detentive particolarmente dure. L’ultimo caso è quello di Zhu Yufu, 58 anni, scrittore e attivista pro democrazia, accusato di sovversione ad Hangzhou perché avrebbe scritto una poesia – intitolata “E’ il momento” – che invitava i cittadini a manifestare per difendere la propria libertà.

Li Dunyong, l’avvocato dell’attivista, ha detto ieri alla stampa che il processo contro Zhu non è ancora stato istituito e che il suo cliente sarebbe in buone condizioni di salute.

Le autorità cinesi hanno incriminato il dissidente Zhu Yufu con l’accusa di sovversione per aver scritto una poesia in cui esortava la gente a difendere la propria libertà.

Nonostante la repressione in atto, il governo cinese ha negato una recrudescenza nei confronti degli attivisti, specie dopo le parole dell’ambasciatore Usa in Cina, Gary Locke, secondo il quale la situazione si starebbe “deteriorando”.

Queste dichiarazioni non sono vere”, ha prontamente risposto il portavoce del ministero degli Esteri Liu Weimin: “la Cina attribuisce grande importanza alla promozione e alla tutela dei diritti fondamentali e gli interessi delle persone di tutte le etnie, compresa la libertà di espressione e di religione”.

Per quanto riguarda alcune persone che hanno problemi con la legge, ha specificato il portavoce del governo cinese, “non siamo di fronte ad un’oppressione della libertà di espressione o di religione, bensì siamo di fronte ad una violazione delle leggi e dei regolamenti cinesi e tutto questo non ha niente a che fare con il più generale discorso dei diritti umani”.

 Nonostante queste premesse, le autorità hanno incriminato il dissidente Zhu Yufu – considerato uno tra i veterani degli attivisti cinesi – con l’accusa di sovversione di aver scritto una poesia che esortava la gente a esporsi, a manifestare per la propria libertà.

Zhu, 58 anni, proveniente da Hangzhou, a sud della Cina, era stato arrestato in aprile per “incitamento alla sovversione del potere dello Stato”, un’accusa spesso utilizzata contro i critici del Partito comunista. Non è ancora stata fissata la data del processo, secondo quanto dichiarato ai media dal suo avvocato.

La ragione principale da cui dipende l’imputazione è una poesia che Zhu aveva scritto chiedendo alle persone di manifestare. Aveva scritto la poesia nel momento in cui si stavano sviluppando le rivolte in Medio Oriente”, ha specificato il suo avvocato. “Lui crede nella libertà di espressione”, ha chiosato il legale.

Le autorità hanno comunicato la decisione di perseguire Zhu quasi un anno dopo la scrittura della poesia dal titolo “E’ il momento”. Il South China Morning Post, il 18 gennaio, ha riportato alcuni versi del componimento di Zhu: “E’ tempo cinesi / La piazza è di tutti / E’ il momento di muoversi e scendere in piazza per fare una scelta!”. La poesia era stata pubblicata su Internet.

I gelsomini e la loro paventata rivoluzione in Cina colpiscono ancora: il punto in comune tra tutti i recenti arresti è proprio in quel momento dello scorso anno cinese. L’adesione, più o meno formale, ad una rivolta che non è mai avvenuta.