Teoricamente la rivoluzione nel mondo dell’informatica cinese avrebbe dovuto essere pronta per oggi, con l’installazione obbligatoria del discusso software Green Dam, ma per rivenditori e clienti e’ un giorno come un altro.
“Non lo so, non ho mai sentito parlare di una cosa del genere” spiega la signora Xie, che questa mattina a Landao, uno dei centri tecnologici della capitale, era intenta a scegliere il nuovo computer di casa. “Ovviamente se c’e’ un ritrovato del genere ben venga, non puo’ che far del bene alle famiglie che hanno un figlio come me. Siamo piu’sicuri e non credo che influenzera’ il nostro uso del computer” dice. “Negli ultimi giorni e’ stata la domanda piu’ frequente dei nostri clienti – dice Chai Baolin, addetto alle vendite HP a Landao – vogliono sapere cos’e’ e come funziona, e alla fine molti, soprattutto le persone di eta’ piu’ avanzata e con figli, chiedono di averlo installato sul computer”.
Per i rivenditori i mesi estivi sono la stagione piu’ produttiva dell’anno, quando le compagnie aggiornano gli uffici prima del rientro di settembre e le famiglie si preparano per la riapertura delle scuole ad agosto. Nel 2008 in Cina sono stati venduti 32 mln di personal computer, con un indice di crescita del 9,6% rispetto all’anno precedente, ma per quest’anno gli addetti ai lavori non prevedono grossi cambiamenti. “Non credo che Green Dam influenzera’ in modo rilevante il mercato. Per gli utenti non rappresenta nessuna minaccia, possono usare il computer come al solito. E se proprio vogliono possiamo toglierlo, ma non abbiamo avuto molte richieste in questo senso”.
In realta’ utenti e rivenditori non hanno granche’ da chiedere: l’entrata in vigore del regolamento era prevista per oggi, poi ieri in tarda serata rinviata a data da destinarsi, ma nei 4 piani di cui e’ composto il centro tecnologico Landao, non e’ possibile trovare neppure un computer sul quale sia gia’ stato installato Green Dam. “Ne abbiamo sentiro parlare ma non abbiamo ricevuto nessun comunicato dalla comagnia, non sapevamo neppure che fosse previsto per oggi” diece incredula la rappresentante Dell presso Landao, Gao Lijun. Il produttore statunitense, il terzo per quota di mercato in Cina, ha taciuto fino ad ora la strategia che avrebbe adottato in risposta alle richieste del governo, come hanno fatto molti altri fabbricanti. Solo la taiwanese Acer ha fatto sapere che si adeguera’ all’installazione di Green Dam, mentre la confusione regna nel mercato.
Dopo l’annuncio di ieri sera del Ministero dell’Industria e dell’Informatica di un rinvio dell’entrata in vigore del regolamento, perche’ ‘alcuni produttori hanno detto che una tale massiccia installazione richiede piu’ tempo’, i fabbricanti di pc, e non solo, hanno esultato.
La Business Software Alliance, un’associazione dei produttori di software e hardware di tutto il mondo, ha detto che il ripensamento e’ un segno di incoraggiamento da parte del governo che, si augura, possa rivedere in modo piu’ completo l’intero regolamento.
Il settore dell’alta tecnologia informatica non e’ stato l’unico ad accogliere con favore il dietrofront di Pechino. Gli utenti internet, blogger e dissidenti di tutto il paese hanno festeggiato la vittoria dell’opinione pubblica sulla vecchia macchina decisionale del Partito unico. “Siamo molto soddisfatti, e’ una decisione importante e va festeggiata ma non basta- ha detto ad Apcom l’artista Ai Weiwei, che nel suo studio di Caochangdi, alla periferia della capitale, ha organizzato una giornata intera di festeggiamenti – Dobbiamo continuara a lavorare per la liberta’ di informazione e di espressione”.
Ai Weiwei, che con la censura cinese ha un rapporto molto stretto, poiche’ il suo blog e’ stato chiuso gia’ 3 volte, ha chiamato nei giorni scorsi allo sciopero della rete per protestare contro Green Dam. “Hanno cercato in tutti i modi di ridurre l’influenza di internet, la possibilita’ per le persone di ottenere informazioni, comunicare e esprimere le proprie opinioni su internet. Hanno offeso le gente chiudendo siti, gruppi di chat etc su internet, in violazione dei diritti umani e della costituzione. Ma obbligare tutti i computer ad avere un Green Dam e’ stata una decisione che ci ha fatto sentire frustrati e arrabbiati” speiga Ai, per il quale il governo non dovrebbe mai imporre ai cittadini come agire nella sfera privata. “E in ogni modo, non sono moralmente in una buona posizione, come pretendono di educare gli altri?” conclude.
Il suo sciopero va avanti. Ai Weiwei ha ricevuto migliaia di adesioni da sostenitori online, che oggi hanno promesso di astenersi dall’uso di internet per un giorno intero. Nel suo studio di Pechino nel primo pomeriggio si erano gia’ radunate 500 persone, artisti, blogger ed internauti, venuti a passare una giornata di festa, tra musica e cibo, in barba al governo. “E’ legittimo fare sentire la nostra voce, e’ un segno di cambiamento nel paese” commenta un giovane internauta.
External links:
– Lo speciale Un tranquillo atto di rivolta (Italian)
[Pubblicato da Apcom]