Dialoghi – Se hai paura del futuro, chiedi all’indovino o a DeepSeek

In Dialoghi: Confucio e China Files, Economia, Politica e Società by Francesco Mattogno

L’ansia riguardo il proprio futuro sta spingendo moltissimi giovani cinesi ad affidarsi a pratiche spirituali e divinatorie per trovare delle risposte, e magari conforto. Da anni il “mercato della spiritualità” è in ascesa, tra negozi specializzati, templi commercializzati e l’utilizzo sempre più diffuso dell’intelligenza artificiale come “indovino” personale. “Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica in collaborazione tra China Files e l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. Clicca qui per tutte le puntate

Secondo un sondaggio della società tecnologica NetEase, risalente al 2021, circa l’80% dei cinesi sotto i 30 anni si sarebbe fatto leggere il futuro almeno una volta nella vita. Quattro anni dopo, l’ondata di popolarità di cartomanzia, divinazione e spiritualismo tra i giovani in Cina è tutt’altro che scemata. 

Negli ultimi mesi vari media cinesi e internazionali hanno dato spazio al tema, in diversi casi raccontando di un fenomeno abbastanza evidente a Pechino così come in altre grandi metropoli quali Shanghai, Shenzhen o Chengdu: la proliferazione di pub e negozi che offrono servizi di cartomanzia e vendono prodotti legati alla spiritualità, come incensi o pietre dai presunti poteri mistici.

A suscitare particolare interesse è stata l’apertura di decine di locali dotati di indovini interni, che possono essere consultati gratuitamente dai clienti tra un drink e l’altro. Generalmente, l’esperta o l’esperto di questioni mistiche e metafisiche (xuánxué, 玄学: da qui anche il nome di “bar xuanxue”) si occupa di leggere ai clienti i bastoncini del qiuqian (qiúqiān, 求签), pratica taoista che consiste nell’interpretare il testo o i numeri impressi sui bastoncini per trarne qualche indizio sul futuro di chi ha posto la domanda.

Le pratiche divinatorie possono cambiare (non c’è solo il qiuqian), attingendo soprattutto dalla tradizione taoista e buddhista e in alcuni casi rivolgendosi a metodi occidentali, come i tarocchi, ma il punto è sempre lo stesso: buona parte dei giovani cinesi è ansiosa riguardo il proprio futuro e quindi cerca risposte, incoraggiamento o conforto nella spiritualità. Il fatto di mischiare tutto ciò all’alcol non è poi così strano. 

«Quando si è sotto una grande pressione, sia il bere che il cosiddetto misticismo offrono alla gente un modo per sfogare le proprie emozioni», ha detto al Guardian Ma Xu, 33enne proprietario di un bar xuanxue di Pechino. 

Andare al tempio, a mangiare

Che la popolarità delle pratiche spirituali sia in ascesa lo dimostra anche l’aumento del numero di visitatori dei templi buddhisti e taoisti, cresciuto in modo esponenziale dalla fine della pandemia di Covid (anche grazie al turismo straniero), tanto da portare alla nascita di un’economia che gira tutta attorno al tempio. Ristoranti vegetariani, gadget, souvenir “consacrati”. In alcuni casi l’affluenza nei luoghi di culto ha incentivato lo sviluppo urbano delle aree limitrofe, favorendo la costruzione di centri commerciali e aree residenziali.

Se a partire dagli anni Novanta il governo cinese ha supportato questa “commercializzazione” dei templi in nome dello sviluppo economico, le critiche comunque non mancano e si rivolgono anche ai giovani che hanno iniziato a frequentarli da poco. Più che un ritorno dei cinesi alle tradizioni, quella delle nuove generazioni sembra essere una «spiritualità leggera», ha dichiarato a Sixth Tone Wang Donghui, che nella vita si occupa proprio di ristrutturare e ripensare commercialmente i templi buddhisti, garantendone il sostentamento economico.

Ai giovani non piace seguire gli insegnamenti della dottrina spirituale ma ne apprezzano l’atmosfera, il simbolismo, il senso di pace, sostiene Wang: «Se diventa tutto troppo rigido e dogmatico, allora si allontanano». Forse è anche per questo  che molti si sono spostati sul digitale. 

Cece e D 老师

Su Cece – la più grande app di astrologia e divinazione in Cina, di proprietà di Tencent – gli utenti attivi a maggio 2025 sono stati 2,57 milioni, il 36% in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Chi l’ha scaricata (oltre 100 milioni di persone, attive soprattutto in concomitanza del capodanno lunare) la usa per chiedere consigli di vita su tutto, dal lasciare o meno il fidanzato alla scelta del prossimo lavoro. Cece offre oroscopi, carte astrologiche e chat individuali con gli indovini, che rispondono alle domande sul futuro degli utenti dopo aver esaminato il loro esagramma, derivato dall’I Ching.

Altri sono passati direttamente all’intelligenza artificiale (AI). «Il maestro D (D lǎoshī, D老师) è diventato il confidente di fiducia della mia famiglia» ha detto Rachel Zheng, una scrittrice freelance 32enne, alla MIT Techology Review. D 老师 non è altro che DeepSeek R1, il più avanzato modello cinese di AI, consultato da milioni di cinesi per “vedere” nel proprio futuro. 

Sui social cinesi i post e i video che spiegano come fare le domande al chatbot, fornendo i giusti prompt, viaggiano sulle decine di milioni di visualizzazioni (solo l’hashtag #xuanxue ha più di un miliardo di views). Il metodo più utilizzato per “sbloccare” la funzionalità da indovino di DeepSeek fa riferimento ai bazi (bāzì, 八字), un tradizionale sistema di divinazione cinese che utilizza l’anno, il mese, il giorno e l’ora di nascita di qualcuno per analizzarne il futuro. La logica dei bazi, basata su modelli strutturati, risulta abbastanza compatibile con il sistema di AI di DeepSeek e quindi piace per la (presunta) precisione e profondità delle risposte.

Quello delle AI in grado di predire il futuro attraverso i bazi sta diventando una popolare idea di business.

Chiedere previsioni e consigli a un’AI è inoltre molto più facile che farlo con una persona reale. DeepSeek è gratuita e attiva tutto il giorno, sette giorni su sette, si può raggiungere facilmente da un qualunque schermo e, soprattutto, non ti giudica. 

Intraprendere un percorso psicoterapeutico in Cina è infatti ancora piuttosto stigmatizzato, mentre le pratiche spirituali sono da sempre scoraggiate o represse nella Repubblica Popolare, tanto che gli stessi negozi di misticismo e bar xuanxue vivono sul filo della legalità (per esempio definendo gli indovini come semplici “ascoltatori” e non facendo pagare esplicitamente la lettura dei qiuqian). Anche DeepSeek, tramite un messaggio rivolto agli utenti, dice di non poter fornire contenuti legati alla «superstizione», omologandosi a una campagna statale del 2023 per reprimere la diffusione di queste pratiche online.

Futuri in scatola

Il rapporto del Partito Comunista Cinese con la spiritualità è notoriamente complicato, ma le pratiche del credo taoista e buddhista, o semplicemente legate ad antiche credenze popolari, sono rimaste parte della vita quotidiana di buona parte dei cinesi a prescindere dai tentativi del partito di rinchiuderle nel passato. Oggi, secondo la Daxue Consulting, il “mercato della spiritualità” in Cina vale 19 miliardi di dollari e cresce a una media annua del 10%. 

È un settore che vorrebbe sfruttare anche la Chiesa Cattolica per accrescere il proprio numero di fedeli nella Repubblica popolare, e che ha già attirato l’interesse di vari tipi di imprese. E truffatori. Oltre ai brand di lusso che hanno iniziato a realizzare prodotti a tema spirituale (creme di bellezza, bibite, gioielli) e a organizzare corsi di meditazione e simili, spopolano anche i livestreaming di fantomatici esperti, pronti a vendere a chi ne ha bisogno un qualunque tipo di conforto.

La ritrovata popolarità del misticismo «non è un ritorno alle vecchie tradizioni», ha scritto Ansel Li su Sinopsis, «ma una frenesia consumistica guidata proprio dal gruppo demografico che il Partito Comunista sperava potesse essere più razionale degli altri: i giovani istruiti». Al di là dei timori causati dal diffuso utilizzo delle AI come indovini – legati alla possibilità che ciò infonda nelle persone false speranze o paure infondate, soprattutto nel caso di domande che generano risposte assurdamente specifiche –, il vero problema sembra stare alla radice.

Sempre più giovani cinesi, intrappolati in un sistema da “corsa dei topi” incapace di garantire loro un futuro chiaro e stabile, decidono di comprarsene uno già pronto, impacchettato. Per qualcuno farsi leggere il qiuqian o i bazi è di conforto, per altri una cosa da prendere più alla leggera. Non è che si va in un bar xuanxue per risolvere i propri problemi, ha dichiarato a Bloomberg il titolare di uno di questi locali a Pechino, ma almeno si può provare a «lasciare fuori dalla porta la propria infelicità».

A cura di Francesco Mattogno