La Corea del Nord esulta. L’annunciato lancio di un razzo per mettere in orbita un satellite è stato un successo. La comunità internazionale invece condanna. E in Corea del Sud e Giappone sale la tensione, quasi alla vigilia delle elezioni.
Pyongyang ha colto tutti di sorpresa. Ancora ieri si riteneva che l’annunciato lancio di un razzo, ufficialmente per portare in orbita un satellite, sarebbe stato rinviato per problemi tecnici. Invece alle 9:49 ora locale (le due del mattino in Italia) l’Unha-3 è stato lanciato con successo dalla base di Soahe. Nei giorni scorsi erano circolate informazioni circa presunti difetti e problemi tecnici. Ieri addirittura si era parlato di uno stadio del razzo disassemblato dalla rampa.
Oggi invece un’annunciatrice della televisione di Stato avvolta in un vestito tradizionale rossa raccontava al mondo, tronfia di felicità, il raggiungimento dell’agognato traguardo. “Il satellite Kwangmyongsong-3 è stato lanciato con successo in orbita”, ha spiegato trovando in parte conferma in un comunicato del Comando di difesa aerospaziale del Nord America i cui prima dati parlano di un oggetto sganciato in orbita.
Se così fosse per Pyongyang porterebbe a casa due importanti risultati. Il primo è l’aver superato la Corea del Sud nella corsa per mandare nello spazio un satellite. Il mese scorso Seul ha infatti rinviato un terzo tentativo per problemi tecnici. Inoltre se un satellite meteorologico fosse realmente in orbita questo toglierebbe argomenti alla comunità internazionale che considera il lancio un test missilistico a lungo-raggio camuffato, sebbene confermi che Pyongyang sia in grado di lanciare un vettore capace di arrivare fino alle coste statunitensi.
Per il giovane Kim Jong-un si tratta di una prova di forza capace di consolidare la propria leadership sul Paese. Il “brillante compagno” si riscatta inoltre dal fallito lancio dello scorso aprile con il razzo caduto in mare dopo poco più di un minuto di volo, che spinse lo stesso regime ad ammettere l’errore.
Fatto unico. I precedenti tentativi datati 1998, 2006 e 2009 furono sempre considerati un successo. Tanto che,come ha spiegato un’esule nordcoreana nel suo blog di domande e risposte su NK News, una volta raggiunta la Corea del Sud, per molti è difficile credere che in realtà quei test fossero tutti fallimentari. Come ha ricordato Stephan Haggard del Peterson Institute for International Economics, secondo le stime sudcoreane, i tentativi sono costati in totale tra i 2,8 e i 3,2 miliardi di dollari con i quali si sarebbero potute acquistare fino a 10 milioni di tonnellate di grano.
Il lancio è inoltre ricco di simboli. La data del 12 dicembre 2012 tanto per iniziare, ossia 12-12-12. Secondo, celebra il primo anniversario dalla morte del Caro Leader, Kim Jong-il. Terzo, entra di prepotenza nelle campagne elettorali nipponica e sudcoreana. I due Paesi andranno al voto rispettivamente il 16 e il 19 dicembre.
Il favorito al successo in Giappone, il liberal democratico Abe Shinzo, non nasconde l’obiettivo di riformare la Costituzione pacifista del Paese che nella eventualità del lancio aveva schierato i Patriot per abbattere il vettore la cui traiettoria comprendeva anche un passaggio sul cielo di Okinawa. Inoltre nelle scorse settimane l’annuncio del lancio aveva portato a un rinvio della seconda tornata di colloqui diretti tra Pyongyang e Tokyo sulla questione dei giapponesi rapiti negli anni dalla Corea del Nord.
Il rapporto con il regime nordcoreano è invece un dei temi principali della sfida elettorale sudcoreana tra il liberale Moon Jae-in e la candidata conservatrice, Park Geun-hye, figlia del generale Park Chun-hee che governò a Seul con pungo di ferro tra gli anni Sessanta e Settanta. Un passato che non ha mancato di diventare bersaglio della propaganda nordcoreana, evocando un ipotetico ritorno di un governo autoritario.
Lo sfidante Moon ha condannato sia il lancio sia il governo del conservatore Lee Myung-bak per il presunto fallimento dell’intelligence che già un anno fa non ebbe informazioni sulla morte di Kim Jong-il prima dell’annuncio ufficiale e che anche questa volta sembra essere stata colta di sorpresa. Dal canto suo l’esecutivo, che sotto l’amministrazione Lee ha mantenuto la linea dura contro Pyongyang, ha parlato di minaccia alla sicurezza nazionale e indicato in Park la figura adatta per garantire la difesa della Corea del Sud senza tralasciare tuttavia gli aspetti umanitari.
Sia la Corea del Sud sia il Giappone hanno chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite. Il segretario generale dell’Onu ha definito il lancio una provocazione che viola la risoluzione 1874, ossia quella che vieta a Pyongyang l’utilizzo di strumenti balistici. Sulla stessa linea anche gli Stati Uniti che nelle scorse settimane avevano parlato di “pazienza strategica” descrivendo l’atteggiamento verso i nordcoreani, esortati a cambiare politica.
Anche la Cina ha espresso le proprie preoccupazioni. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei ha chiesto a tutte le parti in causa di evitar di far precipitare la situazione. Pechino è considerato il principale sostenitore di Pyongyang, anche se tra le altre sfere il consenso sul riottoso alleato non è unanime. L’agenzia Xinhua oggi, pur ricordando gli obblighi derivanti dalle risoluzioni, la Corea del Nord ha diritto a fare ricerche a fini pacifici nello spazio. E profondo rammarico è stato espresso anche dalla Russia. La parola passa al Consiglio di sicurezza.
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