Tutti mostrano i muscoli nella penisola coreana. Il Nord ha annunciato il rafforzamento degli armamenti nucleare, il Sud è pronto a rispondere con la forza alle provocazioni e gli Usa mandano gli F-22 nell’area. Mentre Pyongyang dà la carica di primo ministro a un ex premier con credenziali riformiste. La Corea del Nord ha comunicato di voler intensificare il proprio armamento nucleare, dicendosi pronta a colpire le basi Usa in Giappone. Seul ha risposto specificando di essere in grado di rispondere militarmente ad ogni pericolo che dovesse arrivare dal Nord.
Dopo le minacce e l’annuncio dello stato di guerra, la situazione nella penisola coreana piomba nella tensione, specie dopo che gli Stati Uniti hanno fatto arrivare i propri aerei da combattimento F-22 in Corea del Sud. L’arrivo dei jet per esercitazioni congiunte è letto come un’ulteriore dimostrazione delle avanzate capacità militari americane allo scopo di diminuire le provocazioni da parte di Pyongyang.
Gli F-22 – solitamente di stanza presso la base Kadena in Giappone – seguono l’invio americano dei B-52 e B-2 i bombardieri invisibili capaci di sganciare ordigni nucleari. Gli F-22 costituiscono il fiore all’occhiello dell’Aeronautica Militare americani, sono i caccia più costosi e avanzati, capaci di eludere radar e sistemi di difesa aerea e non sono mai stati usati in combattimento. In un eventuale conflitto con la Corea del Nord, gli F-22 sarebbe probabilmente i primi aerei ad essere utilizzati.
Mentre ci si continua a chiedere quale sia la reale entità e le vere intenzioni di Pyongyang, questi ennesimi movimenti americani, con grande sfoggio di forza e capacità belliche, cominciano ad essere visti come nuove provocazioni nei confronti del regime nordcoreano, anziché un vero e proprio deterrente.
Al di là delle intenzioni di Pyongyang, gli Stati Uniti infatti mostrano i muscoli. E l’ex capo delle operazioni Cia ed ex ambasciatore a Seul, Donald Gregg sulle pagine del Los Angeles Times ha chiesto all’amministrazione Obama uno sforzo diplomatico capace di risolvere la questione.
Gregg nel suo articolo ha suggerito ad Obama di intervenire in modo personale, cercando un dialogo attraverso la proposizione di un accordo di pace che potrebbe essere appetibile anche per il leader nordcoreano Kim Jong-un. “Dobbiamo parlare direttamente con la Corea del Nord – ha scritto Gregg – dato che loro non vogliono rinunciare alle loro armi nucleari e dato che ponendo la rinuncia come pre condizione al dialogo da parte Usa, può causare anche ad un’esplosione della diatriba in sede militare”.
Nel frattempo nella giornata di ieri, forte della presenza guerriera americana, anche la Corea del Sud ha messo del pepe nella contesa: “la ragione dell’esistenza dei militari è quella di proteggere il paese e il popolo dalle minacce. In caso di provocazioni contro il nostro popolo e il nostro paese, si deve rispondere con forza senza alcuna considerazione politica”, ha detto la presidente sudcoreana Park. “Come comandante in capo delle forze armate, ha aggiunto, mi fiderò del giudizio dei militari su provocazioni e brusche sorpresa da parte della Corea del Nord. Svolgeremo il nostro dovere di guardiani della sicurezza delle persone, senza distrazioni”.
Nel frattempo sul “fronte Pyongyang”, l’ex premier nordcoreano Pak Pong-ju è stato nominato membro permanente dell’Ufficio politico del Partito dei lavoratori della Corea del Nord. Secondo analisti citati dalla Yonhap, l’agenzia di stampa sudcoreana, la sua nomina potrebbe segnalare “l’inizio di un processo di riforma economica del paese”.
Pak è stato premier dal dal 2003 al 2007 ed è considerato tra gli estensori del “decreto del primo luglio” nel 2002 quando vennero riformati i salari, il controllo dei prezzi e venne garantita un minimo di libertà in più alle imprese in Corea del Nord. “Pak potrebbe essere stato nominato per dare un segnale circa l’interessa del Nord a cercare una nuova via per la crescita economica”, ha detto Lim Eul-chul, professore presso la Kyungnam University alla Yonhap.
[Foto credit: thesun.co.uk. Scritto per il manifesto]