Cook (ancora) in Cina

In by Gabriele Battaglia

Tim Cook è l’uomo di Apple Oltre Muraglia. Tratta con le autorità più importanti della Rpc e gestisce le questioni più spinose (leggi Foxconn). Quella di questa settimana è la terza visita in Cina. Questa volta il programma della visita è segreto, ma l’obiettivo è noto a tutti. Ampliare la fetta di mercato di Apple in Cina.  L’amministratore delegato della Apple Tim Cook è in Cina per la seconda volta in meno di un anno. Non stupisce. La Repubblica popolare è il secondo mercato per l’azienda di Cupertino, e solo lo scorso anno sono stati aperti altri tre store, portando il totale dei negozi Apple in Cina a undici (otto sul continente e tre a Hong Kong). 

Di certo c’è che Cook si è incontrato con Miao Wei, a capo del ministero per l’industria e l’informazione per scambiare con lui informazioni e opinioni sull’industria delle telecomunicazioni in Cina. Questo è quanto si apprende dal sito internet del ministero, che però non aggiunge altro.

Ma esattamente Tim Cook, cos’è andato a fare? Il Wall Street Journal rivela che Apple sta lavorando ad una versione più economica e popolare del suo iPhone e vorrebbe lanciarlo quest’anno. Il dispositivo – stando a quanto è noto – potrebbe assomigliare l’iPhone attuale, ma potrebbe utilizzare materiali meno costosi, come il guscio esterno in policarbonato.

Dettaglio da non sottovalutare è la tempistica del viaggio in Asia del Ceo di Apple. Nella stessa settimana, infatti, anche il presidente di Google, il principale competitor di Apple nel settore dei sistemi operativi per smartphone, Eric Schmidt, ha visitato l’Asia.

Con altri rappresentati dell’azienda numero uno al mondo nei motori di ricerca, si è recato in Corea del Nord, apparentemente per puro interesse “verso le questioni economiche del paese e all’aspetto dei social media”, come rivelato questa settimana dal New York Times.

Di fatto – secondo quanto riportato oggi dal South China Morning Post – Apple potrebbe anche decidere di non portare avanti il progetto degli iPhone “low cost”. Il prodotto rappresenterebbe la prima volta in cui Apple diversificherebbe la sua linea di smartphone con modelli molto diversi dal lancio del primo iPhone nel 2007.

Ma l’azienda si trova ad affrontare rivali sempre più agguerriti come la Samsung che produce cellulari di nuova generazione a prezzi più competitivi sfruttando il sistema operativo Android. Il mancato accordo con il principale gestore telefonico China Mobile e i prezzi troppo poco competitivi hanno fatto scivolare l’iPhone al sesto posto nella fetta di mercato dei cellulari di nuova generazione.  

Insomma l’agenda di Cook a Pechino resta un mistero. Anche se probabilmente l’ipotesi più interessante è quella che lo vede in Cina per un incontro proprio con i dirigenti di China Mobile. La Apple infatti ancora non ha un accordo di distribuzione con un operatore telefonico cinese.

Una potenziale intesa con la più importante compagnia telefonica cinese che detiene il 65 per cento dei contratti telefonici cinesi, consentirebbe a Apple di raggiungere circa 120 milioni di utenti. Un mercato che forse l’azienda americana non può più continuare a ignorare.

Per questo Cook insiste sulla Cina. Per lui infatti è la terza volta nel Paese di mezzo. La prima volta che Cook volò oltre Muraglia era febbraio 2011. Jobs lo aveva mandato a Shenzhen per controllare la situazione dei lavoratori alla Foxconn dopo il suicidio di dodici dipendenti.

Poco più di un anno dopo a marzo 2012, salito al vertice esecutivo di Apple, Cook torna in Cina. Torna per rassicurare nuovamente i dipendenti Foxconn, ma soprattutto per ottenere garanzie per futuri investimenti nel mercato cinese dalle autorità locali. Una visita necessaria anche perché, pochi mesi prima, nell’ultimo trimestre del 2011, Apple aveva conquistato i tre quarti del mercato cinese dei tablet e si era affermata come quinto brand nel settore smarphone.

Cook in quell’occasione incontra Guo Jinlong, allora sindaco di Pechino, e Li Keqiang, allora vice- premier. In tuta Nike, poi, visita l’Apple Store di Xidan in centro a Pechino suscitando l’euforia dei MacUser cinesi che si fanno ritrarre con il successore di Jobs e postano il tutto su Weibo.

Oggi la Cina è per Apple un mercato che cresce rapidamente. Il mese scorso sono stati venduti più di due milioni di iPhone 5 in soli tre giorni, un risultato incredibile. Se si pensa che ci sono solo otto store che vendono al detaglio affiancati dai rivenditori autorizzati delle compagnie telefoniche China Unicom e China Telecom. 

Ma nonostante tutto, gli analisti finanziari di Cupertino sostengono che le prospettive di evoluzione a lungo termine del mercato possono dipendere da un’apertura a partner importanti come China Mobile. China Unicom e China Telecom hanno infatti meno della metà degli abbonati di China Mobile.

Secondo quanto riporta il South China Morning Post, Apple sarebbe in trattative con la compagnia telefonica da quattro anni, ma le due compagnie ancora non sono riuscite ad accordarsi sulla divisione degli utili. Sarà questa visita a incontri segretissimi a segnare la svolta nelle relazioni tra le due aziende?

Staremo a vedere, quello che è sicuro è che la Cina e la sua crescente classe media è ormai comunque un mercato irrinunciabile per Apple, costituisce il 16 per cento delle vendite mondiali e arriva a un gettito di 5,7 miliardi di dollari.

[Scritto per Lettera43; foto credits: bendoregonnews.blogspot.com]