La tecnica di Cai Guo-qiang si basa sull’uso di due invenzioni della tradizione cinese: la polvere da sparo e la seta. Con esse l’artista è riuscito a costruire una splkimmagine del Lago occidentale di Hangzhou. Nel 1999 ha vinto il Leone d’Oro alla Biennale di Vienna
La sua esibizione non si svolse solamente un salone nel Museo di Hangzhou, ma un dei luoghi più emblematici di Hangzhou: il Lago occidentale.
Su un tavolo in legno, nel mezzo del lago, stesero una tela di 2mila metri quadrati con l’intenzione di trasformarla in un’opera d’arte. Cai è stato il primo a utilizzare il lago come centro per una esibizione e creazione artistica. E la scena è stata a 360 gradi.
L’incontro con le radici
Nel 1984 Cai iniziò a utilizzare un’antica invenzione cinese: la polvere da sparo. Dapprima lo fece lanciando fuochi artificiali su una tela. Poi, per avere un controllo migliore, sviluppò un metodo che consisteva nello spargere la polvere sulla tela prima di darle fuoco. E quindi iniziò ad utilizzare il materiale che rappresenta lo spirito della Cina: inserì la seta nel processo creativo.
Il Lago occidentale a 360 gradi
L’artista tradizionale cinese dipinge con colori cinesi su carta di riso. Cai è uscito da questo solco e ha deciso di divertirsi con il cielo e con la polvere da sparo. Per lui l’esplosione è come una tecnica di pittura, un modo per strutturare, comporre, fare chiarezza, dare ritmo e spirito in forma bidimensionale.
Cai Guoqiang nacque a Quanzhou, nel sud della Cina, in un’area che ancora oggi mantiene le sue apparenze rurali.
Il talento artistico gli viene dalla madre e dalla zia, che lo allevarono in un mondo di credenze taoistiche e di superstizioni. Suo padre fu la sua porta aperta verso libri classici e occidentali.
Dopo la laurea in scenografia presso l’Istituto teatrale di Shnaghai, Cai andò in Giappone e lì iniziò la sua carriera artistica. Nel 2008 divenne Direttore degli effetti visivi per l’inaugurazione e la chiusura dei Giochi Olimpici di Pechino e nel 2009 presentò l’esibizione “Voglio crescere” al Guggenheim di Bilbao. Nel 2011 ha realizzato la sua prima esibizione monografica, “Sarrab” (migrazioni arabe) al Museo di arte moderna Mathaf in Qatar).
Il lago occidentale
Il tessuto era già steso. In primo luogo tagliò una lunga miccia in frammenti che allargò sulla seta. Poi mise una serie di modelli di forme diverse su tutta la sua "tela" per poi spargere la polvere nera.
A quel punto i suoi assistenti sollevarono i modelli, rivelando diverse figure bianche tra la polvere. Cai sparse la polvere da sparo in quegli spazi, riempiendoli con precisione di polvere e colore. Poi misero dei nuovi modelli e ripeterono nuovamente il processo, fissando i modelli con pietre e mattoni per assicurarsi che non volassero via con l’esplosione.
Cai Guo mentre prepara la sua opera sul Lago occidentale
Quando avemmo osservato tutto il processo, Cai accese la miccia con un incenso e tutto scoppiò. Fu un istante di sospensione, quasi come un momento di bianchezza e silenzio. In pochi secondi si creò una connessione con l’universo, con la natura, con la società e con la gloria. Si diffuse perfino una sensazione di eroismo.
Come un incantesimo, l’esplosione creò una figura. Quando Cai accende le micce, libera un’energia repressa. Le scintille e la fiamma attraversano la carta bruciando la tela e lasciando dei buchi prima che la fiamma si sia spenta.
Cai si compiace nel dire che il suo lavoro è radicato nella sua cultura, anche se la cambia aggiungendo un tocco contemporaneo. Alla ricerca di un linguaggio visivo che vada oltre i confini delle nazioni, ha trovato i fuochi artificiali. Sono i fuochi artificiali a dare la sensazione di distruggere e far rivivere.
Un’esibizione al Museo MOCA di Los Angeles
“Se voglio rappresentare un albero, non è difficile dipingerlo. Ma io voglio trovare la direzione della forza e la fonte dell’energia che si muove all’interno dell’albero” ha detto l’artista.
Presso il Lago occidentale, cercò di creare una sensazione di bellezza e agilità. Come un proverbio che elogia il lago dicendo che nel cielo esiste un paradiso, mentre in terra esiste il Lago occidentale. Cai usa il contrasto di una esplosione per mostrare un paesaggio pacifico.
Gli piace vedere e mostrare il lato oscuro delle cose. Questa volta, mentre osserva il lavoro pirotecnico, non presta attenzione ai colori che sono usciti fino a dopo l’esplosione: il fumo, la cenere, i frammenti. Sembra collegato al destino dell’umanità e alla sensazione di causa ed effetto.
Cai ha passato molti anni a New York. E nonostante potesse vivere come una persona comune in quella megalopoli, ha avuto comunque bisogno di un traduttore per trasmettere le sue idee. Per Cai il linguaggio non è sufficiente a comunicare. La vita dipende dall’arte perché essa è più reale e più affidabile.
L’opera finita si può vedere nel Museo d’arte dello Zhejiang, e rappresenta uno scenario a 360 gradi del Lago occidentale.s es más real y más fiable.
[Foto Credits: Cultural-China, FirstPost, artnowsf, abcnews]