Cineserie – Il cinese che mai nessuno vi ha insegnato

In by Simone

In Niubi! Eveline Chao guida il lettore attraverso le espressioni colloquiali e volgari della lingua cinese. Una guida utile per chi vuole conoscere il mandarino di tutti i giorni. Il libro è stato accolto bene dagli studenti stranieri, ma ha suscitato qualche perplessità tra gli stessi cinesi. Il percorso educativo di Eveline Chao iniziò a casa, passò poi per l’università e culminò in una stanza a Pechino che le permise di immersione completa nella lingua dei giovani cinesi.

La grande differenza fra il cinese accademico, quello di casa e lo slang sono alla base di questo testo, che riflette i grandi cambiamenti sociali e lessicali che sono avvenuti in Cina negli ultimi anni.

Come dice giustamente Chao, molti studenti di cinese seguono le lezioni di lingua e vivono in Cina senza avere idea di come si usano i termini illustrati nel suo libro perché, per ovvie ragioni, non si trovano nei materiali scolastici e perché molti di loro non fanno sufficiente pratica con i madrelingua.

Il libro di Eveline Chao è uno dei pochi che permette di acquisire un lessico fresco, che permette di avere una migliore competenza nell’orale, nella scrittura e nella lettura.

Senza dubbio una competenza di grande utilità per gli osservatori della Cina contemporanea, dal momento che internet è diventato un grande spazio di discussione attraverso il quale la gioventù cinese rende nota la sua opinione e lo fa esattamente usando vocaboli come quelli riportati in questo testo.

Il libro copre una gran varietà di fenomeni della Cina attuale, come il consumo di sostanze illecite, lo slang utilizzato online, le faccine di internet, gli insulti, le espressioni di moda, i termini che indicano attività illegali, gli eufemismi per indicare i genitali, le parole che descrivono la varie forme di prostituzione….

Niubi! È diviso in dieci capitoli: un’introduzione, otto capitoli e un breve glossario dei termini indispensabili. A sua volta, ogni capitolo inizia con una breve spiegazione dell’argomento trattato e dei vari sotto capitoli, nei quali si elencano i termini correlati con il campo semantico principale. Le parole sono presentate nella loro forma semplificata, seguita dalla traslitterazione in pinyin e da una fonetica approssimata per il pubblico anglofono che non è famigliare con il pinyin.

L’autrice ha cercato di spiegare la gravità degli insulti e di proporre l’equivalente in inglese americano, perché evidentemente ciò che in una lingua è un insulto in un’altra non ha alcun senso. Allo stesso modo, molti dei termini sono accompagnati da spiegazioni sulla loro origine storica o da note sull’eventuale uso locale.

La reazione dei lettori di fronte a questo libro è stata molto polarizzata. La maggior parte degli studenti stranieri – di livello base e intermedio – lo hanno trovato estremamente utile, e ne hanno contato le lodi o addirittura si sono messi in contatto con l’autrice per esprimerle personalmente i loro ringraziamenti. Inoltre, questi lettori hanno segnalato che l’argomento è divertente di per sé.

Il che, unito alle illustrazioni che si accompagnano ad alcune parole, fa diventare il libro uno strumento di studio piacevole, cosa che generalmente non succede nel caso dei testi scolastici con i quali si studia il mandarino.

Alcuni studenti hanno segnalato che il libro contiene alcuni errori – che senza dubbio dovranno essere corretti nelle prossime edizioni – e che si concentra troppo sul gergo di Pechino ed è poco utile per chi vive, per esempio, a Shanghai.

Per contro, alcuni cinesi piuttosto conservatori considerano l’opera piuttosto vergognosa perché, dicono loro, presenta un’immagine negativa della Cina, e per di più fornisce agli stranieri un modo per accedere a ciò che dicono anche quando loro non vogliono essere capiti.

Altri cinesi, più aperti, trovano interessante che gli stranieri siano tanto interessati ad imparare la loro lingua e gli sembra interessante la possibilità di parlare con chi viene da altri paesi continuando ad usare il proprio gergo.

In generale, si può dire che Niubi! The real Chinese you were never taught in School è un’opera con alle spalle una buona ricerca, utile per tutti coloro che desiderano rendere più attuale il loro cinese o addirittura per avere una prospettiva su ciò che avviene nel paese senza conoscere la lingua locale.

L’unica cosa che impedisce al lettore di mettere in pratica ciò che ha imparato è la mancanza di esempi che illustrino l’uso delle parole. Forse questa mancanza potrà essere corretta nelle prossime edizioni, dal momento che l’autrice riconosce che è molto difficile comprendere le sottigliezze di ogni parola.