SINOITALIANI

Cinarriamo – racconti sinoitaliani: II edizione

In Cultura by Redazione

Cosa significa avere una doppia identità, come si vive alla costante ricerca di una sintesi tra due mondi e due culture molto diverse, come si trova un’identità in cui riconoscersi? Queste le domande alla base del concorso narrativo che intende dare voce all’elaborazione identitaria dei sinoitaliani

Era il febbraio del 2019 quando, in concomitanza con il Capodanno lunare cinese, davamo alle stampe la prima edizione di Cinarriamo – racconti sinoitaliani, volume che presentava i quattro racconti vincitori dell’omonimo concorso letterario Cinarriamo, storie tra identità e alterità, organizzato da Orientalia e Associna – Associazioni delle Seconde Generazioni cinesi APS, a livello nazionale.

Obiettivo del concorso, lanciato nel 2018, era quello di dare voce alla narrazione dell’elaborazione identitaria dei sinoitaliani, nati o cresciuti in Italia, attraverso la realizzazione di racconti reali o di fantasia. Cosa significa avere una doppia identità, come si vive alla costante ricerca di una sintesi tra due mondi e due culture molto diverse, come si trova un’identità in cui riconoscersi? Queste erano le domande che avevamo posto e a cui molti sinoitaliani avevano risposto. La voglia di uscire da rappresentazioni stereotipate e di essere riconosciuti come cittadini d’origine cinese ma interpreti attivi nel contesto sociale e culturale italiano emergeva in modo molto netto in tutti i racconti ricevuti. Ne furono selezionati quattro, poi pubblicati in una raccolta, da una giuria di esperti, sinologi, giornalisti e conoscitori dei flussi migratori cinesi.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, a pochi mesi di distanza dall’uscita del volume, abbiamo assistito al ritorno di un forte sentimento di intolleranza verso la popolazione cinese alimentato dalla diffusione del Covid-19 (evento che ha cambiato la vita di tutti, non solo dei sinoitaliani). I notiziari che parlavano continuamente di “virus cinese” avevano infatti generato in molti il preconcetto che la Cina, o meglio i cinesi, fossero i portatori del nuovo virus. Ristoranti cinesi improvvisamente vuoti, negozi e banchi ai mercati di colpo evitati. Episodi di intolleranza, celata in alcuni casi, esplicita in altri, erano sempre più frequenti. Le avvisaglie di una nuova ondata di sinofobia erano tali che nel febbraio del 2020, poco prima del lockdown imposto dal governo per affrontare l’emergenza sanitaria, il Presidente Mattarella aveva organizzato al Quirinale in occasione delle iniziative per l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina 2020 un concerto straordinario a sostegno della comunità cinese in Italia.

Di fronte a queste circostanze e ai tanti episodi di fanatismo emersi anche sui media e sui social, abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento per riproporre nuovamente, sempre con Associna, la domanda identitaria ai sinoitaliani. Nel febbraio del 2021 è stata quindi lanciata la seconda edizione del concorso Cinarriamo, storie tra identità e alterità, che si è conclusa a fine anno. Anche in questo caso i lavori ricevuti sono stati valutati da una giuria formata da un gruppo di esperti: Alessandra Colarizi (sinologa, giornalista presso China-Files), Lala Hu (scrittrice e docente presso l’Università Cattolica di Milano), Valentina Pedone (sinologa, specializzata in seconde generazioni e migrazione cinese, docente presso l’Università di Firenze), Shi Yang Shi (attore e scrittore sinoitaliano) e Junko Terao (giornalista e Asia Editor di Internazionale).

Nonostante le aspettative iniziali sono arrivati in redazione meno lavori rispetto all’edizione precedente, fatto che ci ha fatto riflettere molto sul perché di questa limitata adesione. Sicuramente in parte c’è la poca voglia di raccontarsi o di affrontare determinate tematiche, condizione confermata da molti sinoitaliani con i quali abbiamo avuto modo di confrontarci nel corso di questi ultimi mesi; ma non è da sottovalutare la propensione a passare passivamente molto tempo sui social piuttosto che a scrivere una storia o un racconto, seppur breve. In ogni caso, non è stato facile fare una scelta tra i brani pervenuti, eterogenei per stile ed esposizione.

Dunque, i primi quattro racconti presentati in questo volume sono i vincitori della seconda edizione del concorso. Come accennato poc’anzi, sono molto diversi tra loro: si passa dal racconto di fantasia Fantasmi napoletani, fantasmi cinesi di Luna Cecilia Kwok, in cui l’autrice attinge sapientemente dalla tradizione napoletana per creare una serie di situazioni tragicomiche che coinvolgono due famiglie (una cinese e una napoletana), al racconto introspettivo Percorso di crescita (che non ha mai fine) di Sandra Huang, narrazione molto intima e personale scritta da una ragazza di appena 17 anni che, seppur con le proprie contraddizioni, tipiche di un adolescente, mostra un grande coraggio e una grande voglia di crescere, per poi passare a Tra le grate di una finestra affacciata sulla strada di Jada Bai, racconto in cui emerge forte la paura di affrontare determinate scelte, nelle quali la propria identità culturale ha un ruolo fondamentale, fino ad arrivare a Essere un cinesino (non è così male) di Sun Wen-long, altro racconto introspettivo in cui l’autore, attraverso una narrazione per molti versi simile ad uno sketch teatrale, ricorda i soprannomi, i luoghi comuni e alcuni particolari momenti della propria infanzia e adolescenza.

A questi quattro racconti ne abbiamo infine aggiunto un altro, fuori concorso: Treni verso il futuro di Lala Hu, scrittrice sinoitaliana e autrice di Semi di tè (People edizioni) che ringraziamo per aver partecipato a questa esperienza con questo suo scritto inedito.

In conclusione, vogliamo ringraziare tutti i partecipanti al concorso, anche gli esclusi, avere avuto la possibilità di leggere le loro storie è stato importante; Associna per aver condiviso con noi questa esperienza e per aver promosso l’iniziativa; il Municipio Roma I Centro, il Comune di Milano e il Comune di Prato per aver creduto nel progetto dando il loro patrocinio; i giurati che hanno dedicato parte del loro tempo a leggere i racconti e a farci pervenire le loro valutazioni; tutti voi che state leggendo questa piccola raccolta.

Andrea Marcelloni
Orientalia editrice