Cina – Verso due figli per coppia? (UPDATED)

In by Simone

E’ la legge più odiata dai cinesi e si avvia ad una riforma completa. Si tratta della legge del figlio unico che secondo indiscrezioni rilasciate dal magazine economico Caixin, si avvierebbe ormai ad una modifica che potrebbe divenire via via completa. Per le famiglie composte da almeno un figlio unico ci sarebbe la possibilità di avere più di un figlio. (UPDATED)
UPDATE – 15 novembre

L’agenzia Reuters, riprendendo Xinhua, ufficializza le indiscrezioni anticipate da Caixin. In un documento redatto al termine del Terzo plenum, il Pcc si impegna a modificare la "legge del figlio unico", abolire i campi di lavoro (laojiao) e ridurre i crimini punibili con la pena capitale.

La storia

L’obbligo per le famiglie ad avere solo un figlio venne introdotta ufficialmente dal 1979 per effettuare un controllo delle nascite e scongiurare il rischio di un sovrappopolamento che avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche sulla società cinese.

Da allora secondo le statistiche ufficiali rilasciate dalle autorità cinesi – dal ministero della sanità – ci sarebbero stati 336 milioni di aborti, mentre milioni di persone sarebbero state sterilizzate: 13 milioni di aborti all’anno (dal 1971 quando cominciò la sperimentazione della legge), 1500 all’ora (secondo alcune statistiche in Usa, dal 1973 al 2011 gli aborti sarebbero circa 55 milioni).

Ci sono sempre state alcune eccezioni, tanto che negli anni scorsi il governo cinese investì molti soldi per comunicare alla popolazione la possibilità, per alcuni, di avere più di un figlio. Dalla legge sono infatti esenti le minoranze etniche e le coppie composte da due figli unici.

Secondo alcune fonti citate dal magazine cinese Caixin, dal Terzo Plenum sarebbe emersa un’importante novità. Dal prossimo anno dovrebbe essere ufficializzata una nuova eccezione: per le famiglie composte da almeno un figlio unico ci sarebbe la possibilità di avere più di un figlio.

Secondo Caixin, «nel corso degli ultimi vent’anni, le coppie cinesi hanno avuto una media di 2,1 figli, una cifra che gli esperti ritengono troppo bassa per mantenere i numeri lontani da una potenziale contrazione.

I demografi hanno descritto questa proposta del Plenum, come un piccolo aggiustamento, ad indicare che i leader del Partito intendono dare un maggiore in materia di pianificazione familiare ai genitori.

Gli esperti hanno inoltre previsto che la popolazione del paese raggiungerà il picco nel 2023, per poi diminuire. Le politiche di controllo della popolazione dovrebbero essere demoliti per allora».

Se lo augurano in molti, specie chi nel corso del tempo ha dovuto subire gli effetti della legge, che ha dimostrano l’iniquità del sistema cinese. Chi vuole avere più di un figlio, può farlo, purché sia in grado di pagare una multa piuttosto salata.

Naturale dunque che i ricchi cinesi possano permetterselo, come ha dimostrato il caso del noto regista Zhang Yimou che di figli ne avrebbe addirittura sette, mentre i contadini no.

Così nel corso del tempo il comportamento dei funzionari addetti alla pianificazione familiare ha spesso superato i limiti della legalità. La loro carriera era infatti ancorata al raggiungimento degli obiettivi di nascite posti dal governo: il risultato è stato un uso massiccio della violenza per costringere donne ad abortire, o rapimento a fini adottivi dei bambini in più di povere famiglie rurali che non potevano permettersi di pagare le multe.

Molte delle coppie che «nascondevano» altri figli, rischiavano molto spesso di ritrovarsi i funzionari in casa. Non potendo pagare le mute, erano costretti a subire veri e propri rapimenti – violenti, senza alcuna pietà – con i figli poi venduti a istituti di adozione. Il funzionario, come hanno dimostrato molti scandali venuti a galla negli ultimi tempi, si ritagliava poi una «stecca» su ogni bambino rapito e venduto.

Il dibattito sulle modifiche alla legge del figlio unico è in corso in Cina da tempo; ci sono infatti alcuni fattori che rendono necessario un cambiamento di rotta: innanzitutto l’invecchiamento della popolazione, in secondo luogo la necessaria manodopera di cui hanno bisogno i polmoni produttivi cinesi, che cominciano ad accusare la mancanza di operai disposti a passare gran parte della propria vita nelle linee produttive.

Secondo quanto scritto alcuni mesi fa dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua «una riforma potrebbe risolvere molti problemi attuali del paese, ma non è detto che si decida per un’abolizione totale della legge», mentre una ricerca presentata dalla Bank of America Merrill Lynch avrebbe dimostrato come la popolazione della Cina (composta da un miliardo e 381 milioni di persone sulla base del censimento del 2011) aumenterebbe di circa 9,5 milioni di bambini all’anno per i primi cinque anni, nel caso di una modifica totale della legge.

Questo cambiamento di paradigma però potrebbe essere tardivo, perché ci vorranno almeno sedici anni affinché un eventuale baby boom cinese possa dare i risultati sperati nel mondo del lavoro.

[Scritto per il manifesto; fotocredits: thefemaleplight.wordpress.com]