Chi sarà il primo Mister Gay cinese?

In by Simone

Con o senza un Mister Gay China, l’omosessualità di circa 30 milioni di cinesi risulterà più facile da sopportare, in un paese conservatore in cui l’omosessualità comporta ancora imbarazzo.

Il primo concorso per eleggere Mr Gay Cina si terrà venerdì e la notizia è girata per lo più sui media locali in lingua inglese: nella stampa locale in mandarino, la notizia è assente.  L’organizzatore dell’evento, Ben Zhang, ha detto al China Daily di auspicarsi “di inviare il messaggio al pubblico cinese che la comunità gay è sana, sexy e moderna". Il concorrente Emilio Liu, 26, chiarisce il perché della sua adesione: "ho accettato perché non ho mai pensato che qualcosa del genere potesse accadere in Cina".

L’evento si svolgerà al LAN Club, uno dei bar più esclusivi e costosi della capitale, tenendo così lontano dall’evento la stragrande maggioranza della popolazione di Pechino.

Il Global Times ha scritto che uno studio del gruppo "Common Language", organizzazione di sostegno per gli omosessuali, con interviste a 500 persone in otto città, ha indicato che circa il 50% delle lesbiche hanno subito violenza domestica da parte delle proprie famiglie. Ciò include l’abuso fisico o psicologico, o essere costretti ad avere rapporti sessuali.

La relazione indica inoltre che il 50% delle persone colpite preferiscono chiedere aiuto ad amici piuttosto che alle istituzioni sociali. Nel frattempo, Zeng Anquan 45 anni e Pan Wenjie, 27, hanno annunciato la loro relazione lo scorso novembre a Chengdu, nella provincia del Sichuan. Da allora, hanno detto, sono stati respinti da amici e familiari.

Zhang Beichuan, professore presso l’Università Qingdao ed esperto di omosessualità e prevenzione dell’AIDS, ha detto al China Daily che la Cina ha circa 30 milioni di omosessuali. Di questi, 20 milioni sono uomini e 10 milioni sono donne. Secondo il suo studio, sulla base di indagini su un campione di 1.259 persone, l’8,7% sarebbe stato licenziato o costretto alle dimissioni dopo aver rivelato il proprio orientamento sessuale. Il 62% avrebbe tenuto segreta la propria omosessualità nei luoghi di lavoro.