Trentun’anni, più inglese degli inglesi, ma dalle fattezze decisamente orientali. È Alan Mak, il primo sino-britannico a essere eletto nella House of Commons. Conservatore, rappresentante di una circoscrizione dove ha sconfitto il candidato del partito xenofobo Ukip, nega di voler diventare un simbolo per i cinesi d’oltre Manica. Però fa notizia lo stesso. Per la prima volta in 800 anni di storia del parlamento britannico, un cittadino di etnia cinese si accomoderà a Westminster. Si tratta del 31enne Alan Mak, di origini sino-malesi, che ha difeso con successo il seggio Tory a Havant, nella regione meridionale dell’Hampshire, con oltre il 51 per cento dei voti. Havant, località ne pressi di Porstmouth, è un feudo conservatore (secondi classificati, gli xenofobi dell’Ukip) e il risultato era atteso.
Mak ha conquistato 23.159 voti, superando il 51 per cento e migliorando il risultato del suo predecessore, l’ex ministro David Willetts, cui ha prestato omaggio immediatamente dopo i risultati.
“Sono onorato e felice di essere eletto come nuovo membro del parlamento per Havant”, ha detto subito dopo avere ottenuto la certezza della vittoria.
“Non vedo l’ora di lavorare sodo per sostenere tutti gli abitanti di questa circoscrizione. Abbiamo lavorato incredibilmente duro. Ho trascorso più di 1.500 ore a incontrare i residenti, le imprese e i leader della comunità”. Dichiarazioni di rito per un sino-britannico poco sino e molto britannico, insomma.
Nei mesi scorsi, il giovane neo-parlamentare aveva dovuto difendersi dagli attacchi degli avversari che lo accusavano di avere esagerato i propri successi professionali e politici nella propaganda elettorale, dove aveva riportato presunti encomi del Daily Telegraph e di un influente blog conservatore, che però non risultano essere mai stati pubblicati.
Era stato attaccato per le “inesattezze” contenute nei suoi volantini elettorali da John Perry – candidato dell’Ukip, giunto secondo – e da un blogger di sinistra, ma se l’era cavata definendo le accuse “sporchi trucchi” dovuti alla fallimentare campagna elettorale del “signor Perry”.
Va detto che Mak non è il primo sino-britannico in assoluto a entrare in un “parlamento” del Regno Unito. Anna Manwah Lo vinse un seggio all’assemblea dell’Irlanda del Nord nel 2007 e Nathanael Wei Ming Yan siede nella Camera dei Lord, che però non è elettiva. Nelle elezioni generali del 2010 avevano corso sette candidati di origine cinese e nessuno aveva vinto un seggio.
Per diversi osservatori, la vittoria di Mak, dopo competizione elettorale e in una delle due camere nazionali, è quindi una prima volta assoluta.
Nelle interviste precedenti il voto, Mak aveva però specificato di curarsi poco delle propria identità etnica, preferendo concentrarsi maggiormente su questioni “più grandi e importanti”. Ha negato ogni affinità con i gruppi di ispirazione cinese che sostengono i due maggiori Partiti – Conservative Friends of the Chinese e Chinese for Labour – e definito “ingenuo” chi ritiene che la sua presenza alla Camera dei Comuni possa significare maggiori opportunità per i circa 500mila sino-britannici o asiatico-britannici, che sono il terzo gruppo etnico del Paese.
“Quanto a me, non ho alcun interesse per ciò che la gente di Hong Kong o della Cina pensa di me – ha detto nei giorni scorsi al South China Morning Post – perché io non li rappresento. Io rappresento il popolo di Havant”.
Punto, fine.
Il giovane Mak nega anche qualsiasi legame ideale con altri pionieri del cambiamento, come Bernie Grant, Paul Boeteng e Diane Abbot – i primi parlamentari neri, eletti nel 1987 – e tanto meno con Chris Smith, il primo gay dichiarato, eletto nel 1983.
Per Alan Mak c’è solo Havant, Hampshire, dalle parti di Portsmouth.