Oltre a essere conosciuta per la sua estesissima dimensione insulare e una cultura antica che ha prodotto splendidi monumenti che attirano ogni anno milioni di turisti, l’arcipelago indonesiano è purtroppo noto, specie dai suoi vicini asiatici, anche per via di un fenomeno chiamato haze, nebbia o foschia. Una nebbia prodotta però non dal calore e dall’umidità ma dai fumi provocati da migliaia di incendi dei residui vegetali delle piantagioni.
«Thailand 4.0» unicorno cercasi
Il governo thailandese deve fare i conti con la carenza di specialisti con alte skill e il rapido invecchiamento della popolazione
Quali prospettive per lo Sri Lanka dopo le elezioni?
In un paese ancora sotto choc e la cui resilienza e anima pacifica è stata messa duramente alla prova, Gotabaya Rajapaksa, secondo i suoi sostenitori, rappresenta l’uomo forte, colui che ha sconfitto i terroristi, colui sotto il cui controllo gli attentati non avrebbero avuto luogo
Indonesia: Dal mototaxi a GoJek
Se è difficile stabilire quando è nato in Indonesia il primo mototaxi si sa con certezza quando è nata la prima app per servirsene e risolvere dunque il problema della distanza. O perlomeno l’app locale che in meno di dieci anni ha fruttato al suo inventore, l’indonesiano Nadiem Makarim, una valutazione stratosferica da oltre dieci miliari di dollari
Boten, morta tre volte e rinata quattro
La città allegra, la Golden city, dura solo fino al 2011. Poi le pressioni di Pechino e quelle di Vientiane fanno chiudere le case da gioco
Phnom Penh, bellezza percorsa dai fantasmi
Il popolo cambogiano ha beneficiato dello sviluppo economico, ma il «cuore e anima» della nazione khmer, continua a soffrire e a far soffrire
Una guida alle elezioni indonesiane
Domani 193 milioni di indonesiani sono chiamati a votare per le loro elezioni presidenziali in circa 800mila seggi elettorali in Indonesia. Dovranno scegliere tra Joko Widodo, noto come Jokowi, e Prabowo Subianto, per i suoi elettori solo Prabowo.
Le Filippine abbandonano la Corte penale internazionale
Le Filippine sono diventate il secondo paese al mondo a lasciare la Corte penale internazionale dell’Aia. Lo scopo è quello di proteggere Rodrigo Duterte da una possibile investigazione. Ma il giustiziere non è ancora salvo.
Lo Sri Lanka cerca nuovi boia
A inizio febbraio, il presidente Maithripala Sirisena ha annunciato la ripresa delle esecuzioni per impiccagione nei casi di narcotraffico, mettendo fine a una moratoria che durava dal 1976. Il modello seguito è quello controverso della guerra alla droga condotta dalle Filippine.
Filippine, nasce il Bangsamoro autonomo
Due bombe nella cattedrale di Jolo provocano 20 morti e 70 feriti. Rivendica l’Isis. Passaggio storico per l’ex Mindanao musulmano, da decenni teatro di rapine e conflitti con il governo centrale
Filippine, i mususlmani ottengono più autonomia
A Mindanao si è tenuto un referendum storico per l’autonomia del Bangsamoro. Il Moro Islamic Liberation Front ha da tempo abbandonato le mire indipendentiste, ma è solo con Duterte che il dialogo è sfociato in un accordo.
L’Asia verso la legalizzazione per scopi terapeutici
Mentre Thailandia e Malaysia concorrono al titolo di primo paese asiatico a legalizzare la cannabis per scopi medici, altri paesi storicamente proibizionisti strizzano l’occhio a una progressiva apertura. Il motivo è semplice. Secondo Grandview Research, nel 2025 il mercato della marijuana per scopi medici è destinato a raggiungere i 55,8 miliardi di dollari, pari a un terzo di tutto il commercio legale.
I segreti del genocidio cambogiani
La prima condanna per genocidio non dissipa i dubbi sulla volontà di Phnom Penh di fare luce sul periodo dei Khmer rossi. Le indagini potrebbero inguaiare anche esponenti del governo, incluso il premier Hun Sen, ansioso di bloccare i processi in nome della riconciliazione nazionale
Duterte contro il giornalismo investigativo
Giornalista investigativa, fondatrice del sito ” Rappler” che denuncia gli orrori della guerra alla droga, Maria Ressa è finita nel mirino del presidente delle Filippine. Duterte minaccia di uccidere i reporter “figli di puttana”, ma per ora prova a farla fuori usando gli agenti del fisco
La paura del debito frena il «progetto del secolo»
Le Maldive sono l’ennesimo campanello di allarme per Pechino e seguono «sconfitte» locali già assaporate dalla Cina in Malaysia e in Myanmar, due paesi che di recente hanno bloccato o drasticamente diminuito alcuni progetti che in precedenza erano stati concordati con Pechino