La seconda parte del post di Yang Hangjun esplora il rapporto tra i recenti movimenti di protesta. Occupy Wall Street ha uno scopo ben differente da quello delle cosiddette rivolte dei gelsomini. Il primo vuole migliorare il sistema democratico, il secondo voleva rovesciare un regime.
Il modo più comune per risolvere i problemi sorti nei paesi democratici – nel caso in cui non possano essere superabili attraverso il voto o altri canali abituali – è proprio la protesta. Basti pensare all’ondata di manifestazioni degli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, la più grande e la più lunga di tutta la storia americana. In quell’occasione il supporto popolare raggiunse i quattro angoli del paese; alla manifestazione più grande parteciparono più di un milione di persone, che inondarono Washington D.C. nel nome del leader del Movimento dei diritti civili, il Dott. Martin Luther King, o a favore del Movimento contro la guerra in Vietnam.
Questo fenomeno di protesta divenne un movimento di massa che durò dieci anni e che non solo si è esteso su tutto il territorio americano ma ha anche raggiunto i confini del mondo.
All’epoca, nel cuore della Guerra fredda, all’interno dei gruppi di interesse sovietici e dell’Est europeo si liberava un coro di fanatica condanna del caos portato dalla democrazia americana e dalle continue dimostrazioni.
Veniva affermato che la resistenza anti-capitalista del popolo americano non si era mai arrestata nel tempo e che il socialismo sovietico e dell’Est europeo avrebbe potuto vincere la Guerra fredda, liberando dagli abissi della sofferenza il popolo americano…
In realtà la propaganda sovietica e dell’Est Europa non aveva tutti i torti: a paragone con gli Stati Uniti, allora le dirigenze socialiste non erano praticamente colpite da proteste. Quand’anche ciò fosse avvenuto, si pensi alla “Primavera di Praga”, le manifestazioni sarebero state subito soffocate dai carri armati.
Ma poi come è finita? L’Urss e l’Europa dell’Est, dove non era consentito manifestare, sono crollate, mentre negli Stati Uniti il Movimento per i diritti civili ha persistito per circa dieci anni, permettendo alla democrazia di fare un grande passo in avanti e riuscendo, in ultima analisi, a realizzare il sistema di valori stabilito secoli prima dai padri fondatori della nazione americana e i valori politici della libertà, dell’imparzialità e dei diritti umani.
Se oggi Obama è potuto divenire presidente lo deve a quelle dimostrazioni di protesta.
[Questo post è stato scelto e tradotto da Mauro Crocenzi. Continua a leggerlo su Caratteri Cinesi. La prima parte è stata pubblicata mercoledì scorso]* Yang Hengjun è nato nella provincia dello Hubei nel 1956. Ha lavorato per il Ministero degli Esteri cinese, ma soprattutto è stato il primo scrittore di romanzi di spionaggio politico in Cina. Il suo blog, dall’apertura nel 2008, conta ad oggi più di diciannove milioni di accessi e Lao Yang viene definito in Cina un precursore dell’utilizzo dei nuovi media come strumento di comunicazione e diffusione di notizie e idee, specie quelle che riguardano la discussione in atto in Cina sul tema della democrazia.