Il giorno successivo alla chiusura del XVIII Congresso del PCC, Xin Lijian, blogger, esperto di educazione e precursore dell’insegnamento privato in Cina, fa un commento a caldo sulle sfide dei nuovi leader e sul futuro dei cinesi.
Meglio fare prima qualche passo indietro. Nell’era Hu-Wen l’idea centrale e più distintiva è stata senza dubbio il “concetto di sviluppo scientifico”. […] Si basa sulle condizioni di base di un Paese nella fase iniziale del socialismo. È stato proposto come componente ideologica di una strategia adatta alle nuove esigenze dello sviluppo cinese, che pure tanto ha appreso dallo sviluppo dei Paesi stranieri. […] Questo non vuol dire sottovalutarsi e pensare che il nostro ruolo sia quello di rimanere per sempre indietro, e ancor meno che siamo sganciati dalla realtà e impazienti per i risultati, bensì che [la fase iniziale del socialismo in cui ci troviamo] è la base fondamentale sulla quale vengono promosse le riforme e pianificato lo sviluppo. […] L’ideologia delle sviluppo scientifico è ritenuta dal governo "importante pensiero strategico del Partito Comunista Cinese", perciò durante il XVII Congresso è stata inserita nel suo statuto, diventando così una delle ideologie guida.
Dopo la "scienza" cosa dovrebbe esserci? Il "benessere"! Per questo forse, potremmo affermare che l’ideologia politica che dovrebbe arrivare nell’era Xi-Li è proprio lo "sviluppo del benessere”. Lo affermiamo per questi motivi: prima di tutto, in teoria, la "scienza" è solo un mezzo. Che mezzo? Un mezzo per "aumentare" il benessere. Ed è anche per questo che Deng Xiaoping affermava che "le prime forze produttive sono la scienza e la tecnologia" .
Nel parlare della relazione tra democrazia e benessere, […] non sono d’accordo con chi sostiene che "un benessere incompleto non permetta una democrazia perfetta". In realtà è precisamente il contrario: se non vi è una democrazia compiuta non si potrà certo avere un benessere sano. Se i cittadini non sono tutti uguali, se la minoranza non risponde alla maggioranza – condizione fondamentale della democrazia – allora non si godrà neanche del benessere minimo.
Nel nostro Paese, i tanti leader che si sono succeduti nel passato hanno pianificato lo sviluppo ognuno a modo suo e quelli successivi sono intervenuti con nuove politiche e modelli di sviluppo alternativi. Il nostro popolo ha mai avuto coscienza delle decisioni politiche, vi ha mai preso parte? No, non abbiamo mai avuto esperienza di una cosa del genere, abbiamo sempre accettato passivamente i piani fissati dai leader, generazione dopo generazione. Per questo possiamo affermare che se davvero si vuole risolvere i problemi del benessere, allora si deve realizzare una democrazia reale. Solo quando il benessere si realizza in un sistema democratico, il popolo fa esperienza del diritto da cui deriva la libertà di scelta. […]
In realtà questo "concetto di sviluppo del benessere" non è uno sconosciuto arrivato inaspettatamente; il "precursore della rivoluzione democratica" Sun Yat-sen lo aveva già promosso a gran voce, sostenendo il principio del benessere del popolo [uno dei tre principi del popolo formulati dallo stesso Sun Yat-sen, ndt]: lo sviluppo economico avrebbe permesso l’uguaglianza tra le persone, la condivisione dell’agio e avrebbe permesso alla Cina di non intraprendere mai più la strada della rivoluzione. […]
Riassumendo, il concetto di sviluppo del benessere probabilmente ci sta aiutando in quel lavoro di creazione di un mondo perfetto che rispetti i nostri desideri, che dalla sfera ultraterrena si realizzi in quella umana e che dal mondo delle idee si trasferisca in quello reale. Il cambiamento avviene nel presente. Il perseguimento, in questa vita, di migliori condizioni di vita, di un moderato incremento del benessere, dell’ideale di una Cina umanista, di una Cina bella, dovrebbe essere il pensiero e l’auspicio della nuova generazione di leader. […] [L’intero pezzo è su Caratteri Cinesi. Traduzione di Tania Di Muzio]
*Xin Lijian, classe 1956, è un noto esperto di scienze dell’educazione. Nel 1989, insieme ad un altro professore e con otto studenti, fonda il primo istituto scolastico misto in Cina, in cui i soggetti privati si affiancano allo Stato. Oggi è presidente del gruppo Xinfu, che gestisce asili, scuole dell’obbligo e di formazione, anche per adulti. L’impresa si occupa anche di progetti per l’educazione di bambini nelle zone remote del Paese. Xin Lijian collabora anche con alcuni giornali tra cui il Southern Weekly, (Nanfang Zhoumo), il settimanale La finestra verso sud, (Nanfeng Chuang), il giornale Educazione cinese (Zhongguo Jiaoyu Bao), e tiene un blog sull sito della rivista Caijing e su Ifeng.