Non c’è fine al giallo di Chongqing. Secondo alcune indiscrezioni Bo Xilai avrebbe escogitato non uno, ma tre modi per assassinare Wang Lijun. Mafia o suicidio. Con addirittura due diversi moventi. Avrebbe inoltre fatto spiare il presidente Hu Jintao. Il clamore della fuga e della contrattazione tra Cina e Usa, circa il destino dell’attivista cinese Chen Guangcheng, non ha fermato il corso del giallo dell’anno, ovvero la rovinosa caduta dell’ex leader del Partito di Chongqing Bo Xilai, condita dall’omicidio dell’inglese Heywood e dalla clamorosa fuga al consolato Usa del suo ex braccio destro Wang Lijun.
Secondo New Way (Xinwei), un magazine di Hong Kong, come riportato oggi 7 maggio dal Telegraph, Bo Xilai avrebbe immaginato tre modi diversi per sbarazzarsi del suo ex braccio destro Wang Lijun.
Quest’ultimo infatti, venuto a sapere della morte di Heywood e a conoscenza dei tentativi di portare fuori dalla Cina ingenti quantità di denaro da parte della famiglia Bo, era ormai diventato scomodo per il boss di Chongqing.
Ed ecco le soluzioni del problema: in primo luogo avrebbe pensato di farlo uccidere dalla mafia locale, facendo diventare Wang Lijun una sorta di martire della campagna contro le triadi.
In alternativa Bo Xilai avrebbe vagliato l’ipotesi di simulare un suicidio a causa di presunte indagini sulla corruzione dell’ex super poliziotto.
Secondo quanto affermato da Jiang Weiping, giornalista cinese espatriato in Canada perché inviso proprio a Bo Xilai, l’ex astro nascente della politica cinese, avrebbe infine deciso per una terza soluzione: simulare attraverso finti certificati medici la pazzia di Wang Lijun, con conseguente suicidio per depressione.
Nel mezzo della macchinazione Bo Xilai sarebbe partito per un viaggio in Yunnan, per mettere distanza tra sé e gli eventi. Machiavellico e ambizioso, il piano di Bo Xilai è sembrato “plausibile” a Chris Johnson, ex analista Cia per la Cina.
Al Telegraph ha infatti dichiarato che “c’è stata una grande rottura tra i due e anche per questo Wang valutò di essere più al sicuro nelle mani delle autorità nazionali, piuttosto che a Chongqing”.
Johnson, oggi consulente senior presso il Centro per gli studi strategici e internazionali, ha anche aggiunto che “se le storie che indicano un impegno personale della famiglia Bo nell’omicidio Heywood sono vere, questo nuovo report sui tentati omicidi non fa che confermare la crudeltà apparente del clan”.
Secondo alcuni siti gestiti da cinesi residenti all’estero, riportati dalla stampa internazionale, Bo Xilai sarebbe oggi rinchiuso in un carcere di Pechino, addirittura in sciopero della fame.
Nel frattempo, secondo altre indiscrezioni, le autorità starebbero indagando sulla vita del politico anche prima della sua straordinaria ascesa a Chongqing, ovvero starebbero rovistando tra la mole di affari gestiti dalla famiglia Bo quando erano a Dalian: corruzione, riciclaggio di denaro, abuso di potere, ostruzione della giustizia e vari casi di morti sospette, nonché “complotti per rovesciare il presidente Hu Jintao e Wen Jiabo, e attività immorali, tra cui inappropriati rapporti sessuali con diverse donne”, come riportato dal Telegraph.
Sembra un’inchiesta che si allarga sempre di più, quella partita da Chongqing: in carcere è finito anche a Li Yang, ex aiutante di Wang Lijun, esperto in “intercettazioni”. Sarebbe stato lui l’uomo utilizzato da Bo Xilai per spiare il presidente Hu Jintao e altri ufficiali cinesi, durante le loro visite a Chongqing.
[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: tvlistings.zap2it.com]