Nuova aviaria, mai più come dieci anni fa

In by Gabriele Battaglia

Il virus H7N9, una nuova forma di influenza aviaria, ha già fatto le sue prime vittime. Tre al momento: uno nello Zhejiang, uno a Shanghai, il terzo in Jiangsu. A 10 anni dalla Sars, la Cina è scossa nuovamente dalla paura di un’epidemia. A differenza di 10 anni fa, però, oggi le informazioni sono date. In Cina si sta diffondendo un nuovo panico riguardo l’aviaria, con la differenza che, rispetto a 10 anni fa, le autorità sembrano disposte a informare e a contrastare fin da subito il rischio contagio. Dopo i casi della scorsa settimana, il 4 aprile la stampa locale ha diffuso la notizia di due nuovi episodi nella provincia sud orientale dello Zhejiang.

Il Centro cinese per il Controllo delle malattie e la Prevenzione ha confermato che una delle persone colpite dal virus H7N9 sarebbe morto la settimana scorsa. L’altro sarebbe ricoverato in ospedale da martedì 2 aprile. Domenica 31 marzo altri due uomini a Shanghai sono morti a causa del virus H7N9. Una donna nella provincia di Anhui e quattro uomini nella provincia di Jiangsu rimarrebbero in condizioni critiche. Un altro morto a Shanghai il 4 aprile.

Il Centro cinese per il Controllo delle malattie e la Prevenzione ha comunicato di aver messo a punto un programma nazionale per lo screening circa il nuovo virus e la sua diffusione tra i pazienti. Il virus H7N9, precedentemente noto per infettare solo i volatili, sembra riscontrare – stando ai media cinesi – un mutamento, che lo renderebbe capace di infettare anche gli animali, compresi i maiali. E questo farebbe pensare che possa esserci un nesso tra la nuova diffusione del virus e le carcasse dei suini recentemente trovate nel fiume che scorre nelle vicinanze di Shanghai.

In netto contrasto con la gestione opaca della crisi della sars che si era diffusa proprio nell’aprile di 10 anni fa, le autorità cinesi hanno prodotto un flusso costante di informazioni e aggiornamenti sul virus fin dai primi casi che si sono rivelati domenica 31 marzo. 

Questo sforzo di trasparenza, in combinazione con una mobilitazione relativamente rapida delle risorse adibite alla prevenzione della malattia, indicherebbe secondo gli esperti un importante segnale di cambiamento. "La Cina ha rinnovato le procedure per la segnalazione e la tracciabilità di malattie contagiose in misura molto significativa da quando si è diffusa l’epidemia della sars", ha detto al Wall Street Journal Ross Lester, avvocato dello studio legale statunitense Wilmer Cutler Pickering Hale che lavora su questioni di sicurezza sanitaria e alimentare.

Il dottor Zhong Nanshan, direttore dell’Istituto di Malattie respiratorie a Guangzhou, ha tenuto a precisare al Beijing Times che esiterebbero tuttavia importanti differenze mediche rispetto a 10 anni fa: "I primi casi di Sars erano altamente contagiosi e i membri delle famiglie dei primi pazienti furono infettati. In questi nuovi casi non abbiamo registrato alte probabilità di contagio anche se i dati confermati sono molto seri e preoccupanti".

Gregory Hartl, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità ha confermato che a ora nei casi riscontati non vi sarebbe alcuna prova circa il rischio contagio. Ha scongiurato l’ipotesi di pandemia pur specificando che in generale però le modalità di trasmissione del virus H7N9 non sono chiare.

Xianjun Wang, responsabile del Centro provinciale per il Controllo delle malattie, della regione dello Shandong, ha detto alla stampa locale che non esisterebbero vaccini efficaci per il virus H7N9 indicando come rimedio iniziale il farmaco Tamiflu. Nel frattempo monta la psicosi, perché stando a quanto affermato da Pang Xinghuo, portavoce del Centro di prevenzione delle Malattie di Pechino, non sarebbe esclusa la possibilità di casi di virus H7N9 nella capitale.

Il governo della città ha ordinato agli ospedali di aumentare il monitoraggio e provvedere alla formazione del personale per i primi rimedi nei casi di pazienti affetti da aviaria. A Wuxi, nel Jiangsu 43 persone sarebbero state messe in quarantena.

[Scritto per Lettera43; foto credits: cbc.ca]