Si allarga la psicosi degli attacchi con le siringhe. Dopo che nel Xinjiang, la regione nel nord ovest cinese teatro a luglio di violenti scontri tra gli uighuri e i cinesi, si sono registrate aggressioni a cinesi di etnia han con siringhe, da parte degli uighuri, l’allarme sembrerebbe allargarsi anche ad altre regioni.
A Xian un uomo è stato arrestato dopo una denuncia. Pare abbia colpito una donna con uno “stuzzicadenti”. Sia l’aggressore, sia la vittima sono cinesi han. Riguardo gli attacchi del Xinjiang, la polizia cinese nei giorni scorsi ha arrestato 75 persone, accusate di fare parte di una rete terrorista che stava progettando altri attacchi con le siringhe.
Altri uighuri sono stati già condannati per gli attacchi con le siringhe: uno degli arrestati è stato condannato a 15 anni di galera.
Intanto si contano in circa 500 le persone ricoverate in ospedale, per controlli sul sangue dopo gli attacchi. Pare che nessuno di loro sia stato colpito da virus, in questa stramba fase della vita in Xinjiang. Il Governo prosegue nel tentativo di propagandare la pace sociale: oggi le foto del premier Wen Jiabao che abbraccia i contadini uighuri costituiscono le immagini simbolo degli sforzi compiuti da Pechino. La propaganda ci mette del suo: nel celebrare i preparativi per la festa della Repubblica del prossimo primo ottobre, gli occhi delle telecamere sono infatti puntate su Pechino, ma anche su Lhasa e Urumqi, a sottolineare la compattezza, almeno ufficialmente, dello stato continente cinese rispetto alle due problematiche interne più preoccupanti, il Tibet e lo Xinjiang.