10 anni di Wto. Tra Usa e Rpc c’è di mezzo il mare

In by Simone

L’11 dicembre di dieci anni fa la Cina entrava all’interno del Wto. Wei Jianguo, uno dei protagonisti delle negoziazioni cinesi, racconta al South China Morning Post cosa vuole e vorrà dire  per la Cina l’accettazione  delle regole dei mercati internazionali.
Il cambiamento economico di una nazione e le sue fortune possono influenzare e alterare la sua filosofia economica, e questo è ciò che sta accadendo tra gli Stati Uniti e Cina in materia di libero scambio  e globalizzazione economica.

Questo in sintesi, il pensiero espresso dall’ex vice ministro del commercio cinese, Wei Jianguo a margine di un’intervista sui dieci anni della Cina nel Wto, di cui è stato importante negoziatore per Pechino.

E’ stato il momento più luminoso del progresso cinese”, ha detto. “La Cina, ha aggiunto, è ormai favorevole alla globalizzazione e alla liberalizzazione del commercio”. Chi non sembra essere più sulla stessa lunghezza d’onda, a detta dei cinesi, sarebbero gli Usa: “dopo aver propagandato queste idee per molto tempo, gli Usa sono ormai inclini al protezionismo”.

Dopo dieci anni, la Cina detta i propri tempi e le proprie regole, in attesa del riconoscimento dello status di economia di mercato.

Nel decennio successivo alla sua ammissione all’Organizzazione mondiale del commercio, la Cina è diventata un convinto sostenitore della liberalizzazione degli scambi e della globalizzazione economica, mentre negativamente, gli Stati Uniti, a lungo impegnati nella diffusione di queste dottrine, hanno virato verso l’inclinazione al protezionismo e al bilateralismo".

Wei ha insistito sulla colpa di Washington circa il fallimento dei colloqui decennali in seno al Wto per approfondire le riforme del commercio.

L’ammissione della Cina al Wto un decennio fa ha coinciso con il lancio del negoziato commerciali di Doha, “che è teoricamente visto come morto, dato che non è riuscito a concordare un valido accordo commerciale globale”, ha aggiunto Wei che è stato coinvolto in trattative con gli Stati Uniti e altri paesi per quanto riguarda l’ammissione della Cina al Wto, e in altri accordi commerciali nel corso della sua carriera come alto funzionario cinese responsabile del commercio estero e degli investimenti.

Wei ha detto che mentre la Cina era ben preparata per l’ulteriore apertura dei mercati, sarebbero stati gli Usa ad aver mostrato poco interesse per i colloqui, preferendo invece accordi bilaterali di libero scambio: “gli Stati Uniti sono stati a lungo sostenitori del libero commercio e promotori della globalizzazione, ma mentre la Cina è riuscita a tal proposito, gli Stati Uniti sono ormai inclini al protezionismo commerciale”.

Wei, che oggi è segretario generale del Centro internazionale cinese per gli scambi economici, un think tank guidato dall’ex vice premier Zeng Peiyan, ha sottolineato l’importanza strategica dei recenti accordi degli Usa nel Pacifico.

La Cina è diventato un convinto sostenitore del programma di Doha ed è ben preparata per la liberalizzazione degli scambi e apertura dei propri mercati esteri di prodotti agricoli e servizi, mentre gli Stati Uniti sono sulla difensiva in questo senso”, come confermerebbero i tanti accordi bilaterali in area di influenza cinese.

Wei ha detto che la Cina non ha paura di una offensiva degli Stati Uniti, ma ha avvertito Washington che non dovrebbe utilizzare accordi di libero scambio bilaterali.

Washington – secondo Wei – starebbe adottando la strategia dei tre no: “Nessuna posizione, nessuna iniziativa e nessuna risposta”.

Quanto alla Cina, invece, gli auspici sono di “collaborazioni mondiali”, celebrando un ingresso nel Wto che Wei ha definito come “una opportunità storica che ha segnato il momento più luminoso nello sviluppo storico della Cina”.

[Foto credits: toptenwholesale.com]