雷人, 山寨, PK: slang e modi di dire

In by Simone

雷人 scioccante, divertente; fulminato, fuori di testa. Nella lingua del net si usa 雷 in situazioni imbarazzanti e spiacevoli, o in situazioni ‘scioccanti’, spaventose o strane. Questa espressione trae origine da un’animazione giapponese, in cui il personaggio subisce un potente attacco da un’onda elettromagnetica. Gli spettatori attoniti tirano quindi fuori un’espressione che tradotta e semplificata diventa被雷到 ‘fulminato’.
Termine molto usato nel web cinese, esiste anche un sito web (www.leitie.com) che raccoglie post e video ‘fulminati’.
囧 jiong. Antico carattere che significa ‘luminoso’. In rete questo aggettivo dal forte impatto visivo esprime imbarazzo, stupore o cattivo umore. I video più jiong sono reperibili qui: http://video.ofeva.com/ o un jiong al giorno qui: http://jiongus.com/bbs/
山寨 letteralmente si riferisce alle roccaforti di montagna rifugio dei banditi.  Inizialmente usato per descrivere prodotti falsi, è passato ad indicare una sorta di cultura del ‘fai da te’ che mira a creare copie di prodotti, marchi o temi culturali ad un costo inferiore rispetto all’originale
PK abbreviazione dell’inglese Player Killer, nome dato nei giochi online al giocatore che uccide un avversario nelle competizioni uno-contro-uno. Introdotto in Cina dalla Corea, da sostantivo è passato ad assumere connotati verbali, col significato di ‘attaccare’, ‘combattere’. Per esempio: 我和你PK ti attacco,我昨天被PK了 sono stato attaccato. Un articolo pubblicato a fine ottobre 2009 nell’edizione cinese del Wall Street Journal titolava: 中国式山寨 PK 印度式创新, Lo shanzhai cinese PK la creatività indiana.
超女 super girl.
È l’abbreviazione di 超级女声 ‘Super voice girl’, nome della competizione canora per concorrenti donne andato in onda tra il 2004 e il 2006 sulla Hunan Satellite TV. Basato sul format del reality American Idol, è diventato il programma televisivo più popolare in Cina. Nonostante il favore che riscuote tra il numeroso pubblico, è stato più volte criticato: il precedente ministro della cultura Liu Zhongde ne denunciò ‘il carattere nocivo per l’educazione dei giovani’. Il programma è stato lanciato nuovamente nel 2009 col titolo di  快乐女声  ‘Happy voice girls’.
躲猫猫 duomaomao ‘giocare a nascondino’
Questa parola si riferisce a un drammatico incidente avvenuto a Jinning nella provincia dello Yunnan lo scorso febbraio. Li Qiaoming, giovane di ventiquattro anni incarcerato per aver abbattuto degli alberi senza autorizzazione, muore in ospedale per lesioni cerebrali. L’origine delle lesioni, spiegata dalla polizia locale come conseguenza di ‘lesioni riportate sbattendo contro un muro mentre giocava a nascondino’, non convince né la famiglia Li né l’opinione pubblica. Se ne comincia a discutere in rete, si accusa la polizia di aver picchiato a morte il ragazzo. La polizia da parte sua chiede l’aiuto del popolo della rete nella risoluzione della caso. Ecco che l’espressione ‘giocare a nascondino’ comincia  diffondersi in rete. Su QQ, il popolare servizio cinese di chat, stati lasciati circa 40 mila commenti; insieme alle voci di sdegno e incredulità, molti bloggers incitano le autorità a procedere nella risoluzione del caso, che si è concluso con diverse sentenze per tre sospettati.
俯卧撑fuwocheng ‘Fare le flessioni’.
L’origine di questa espressione ricorrente nei forum e nelle chat cinesi, sta nel caso di Li Shufen, una ragazza di 15 anni originaria di Weng’an, nel Guizhou, annegata in circostanze poco chiare una sera dopo essere uscita con tre amici. Pare che rimasti in due sul ponte della città, Li abbia espresso la volontà di lanciarsi nel fiume. L’amico Liu cerca di tranquillizzarla, poi vedendola serena, si mette a ‘fare delle flessioni’. Alla terza flessione Li salta nel fiume. E muore. Il suo corpo viene ritrovato dopo tre ore.
Una disattenzione, tre flessioni fatali che non riescono a spiegare il motivo e la dinamica del fatto, poi sfociato nella rissa che a fine giugno 2008 ha coinvolto più di 30 mila persone che protestarono dando fuoco all’ufficio della polizia dove erano tenuti i tre ragazzi. Fatto sta che subito dopo la dichiarazione ufficiale del fatto, in rete è stato un clamore continuo sul ‘fare le flessioni’. Compaiono post dal nerissimo umorismo che consigliano di ‘al mattino due flessioni, non di più altrimenti va a finire male’. Anche scherzi su frasi celebri, tipo ‘datemi tre flessioni e vi solleverò il mondo’ o la shakespeariana ‘fare o non fare flessioni, questo è il problema’.
打酱油 dajiangyou ‘Vado a comprare la salsa di soia’.
Espressione diventata popolarissima in Cina, è stata anche tradotta in varie lingue. Come nasce? Alla domanda su cosa ne pensasse della star di Hong Kong Edison Chen (Chen Guanxi) dopo lo scandalo delle foto hard pubblicate in rete nel gennaio 2008, un cittadino di Guangzhou rispose: ‘Non sono affari miei, sto solo andando a comprare della salsa di soia’. Da allora si è cominciato ad usare questa espressione per significare ‘non sono fatti miei, non me ne importa niente’. In rete esiste anche un ‘partito della salsa di soia’, con tanto di manifesto che sostiene un atteggiamento basato sul silenzio e il distacco dal baccano altrui. 
Ci sono anche post che mettono insieme queste ultime tre espressioni, per esempio questa: ‘Mi sono svegliato e ho fatto un po’ di flessioni. Poi mi hanno mandato a comprare della salsa di soia. Dopo ho giocato a nascondino con i miei amici…’.